L’intimità riguarda solo il dolore – mentre tutto quanto riguarda il sesso e il corpo umano è motivo di vanto e di messa in mostra: la pornografia ci insegna a essere sinceri
Che cos’è l’intimità? Definizione di un istinto
Che cos’è l’intimità? Non so se possiamo definirla un sentimento – anche qui azzardo, la definisco un impulso, un istinto. Come la paura nasce dal nostro istinto alla sopravvivenza, così il riserbo, la pudicizia, il bisogno di coprirsi, nasce dal nostro istinto all’intimità. Un quadro di Marlene Dumas, mi permetto di dire e semplificare, elabora l’intimità di un essere umano.
Marlene Dumas e l’intimità, una mostra e il catalogo – cosa trovate su Meta
Le opere d’arte di Marlene Dumas presentano erezioni e membri turgidi, donne inginocchiate con vagina e ano spalancati dalle dita. Una sua mostra era stata allestita quasi a Venezia a Palazzo Grassi. Da quei quadri emergeva un’intimità estrema: gli organi sessuali erano lamenti, smorfie violente, non trovavano nessun atteggiamento sensuale.
Ripercorrendo oggi il catalogo della Dumas, tra queste opere dedicate a corpi e organi spalancati, troviamo il dolore dell’esistenza e della morte. La perdita di un genitore; la contemplazione della sua bara sulla quale sono posati i fiori; il ritratto di Marylin Monroe cadavere, dopo l’autopsia.
Poche di queste immagini appaiono su Meta: non trovate quelle erotiche, ma trovate il cadavere di Marylin. Meta non ferma l’immagine della morte nel suo momento più privato, sopra il tavolo anatomico, ma blocca l’immagine di quanto serve a generare la vita: il membro maschile eretto. Su Meta provate a postare un quadro a sfondo sessuale di Marlene Dumas: l’immagine sarà rimossa.
Su Meta, continuerete a trovare una folla di autoscatti prodotti da ragazzine minorenni che ammiccano alla telecamera stringendo il seno o le natiche dentro perizomi. Queste ragazze rispondono all’invito della mercificazione sensuale del corpo sperando di proclamandosi imprenditrici digitali (I Boomer applaudono: esaltati da questa innovazione nel campo del marketing e della comunicazione).
Marlene Dumas a Palazzo Grassi e Matt Smith in House of the Dragon: “il sesso vende”
Un critico d’arte mi diceva che la mostra di Marlene Dumas a Palazzo Grassi era una rassegna commerciale delle sue opere – perché ovvio, diceva, il sesso vende. Opere con riferimenti sessuali attirano il pubblico in una maniera più efficace di lavori di meditazione metafisica. Il sesso vende, lo sanno anche i bambini – anzi, i bambini comprendono il potere del sesso prima ancora di capire come il sesso possa funzionare.
Due anni fa stava per cominciare la serie di House of the Dragon. Tra i protagonisti, Matt Smith: l’attore si dichiarò in polemica con la produzione domandandosi come mai ci fosse bisogno di così tanto sesso in uno show televisivo. Una dichiarazione che lasciò il segno nella storia delle idee promozionali meglio riuscite. La prima puntata raggiunse un primato di pubblico: dieci milioni di spettatori – le scene di sesso in cui Smith era convolto non superarono le dita di una mano (in ogni senso, per chi volesse coglierlo). Questa prima puntata rilasciava piuttosto una scena di crudezza sia psicologica sia fisica, quando la regina muore di parto. Ci furono critiche e ricorsi per troppa violenza e dolore – ma ai fini di accattivare il pubblico, si parlava di sesso.
L’intimità del dolore – mentre il sesso si espone appena possibile: mettersi a nudo vuol dire essere sinceri
il dolore stimola l’intimità – di fronte al dolore degli altri, tutti vogliamo togliere lo sguardo. Provando noi dolore, non vogliamo che gli altri ci osservino. Diversamente, oggi, il sesso non richiede alcuna intimità – si espone appena possibile. Il sesso non stimola riserbo, pudicizia: nessuno vuole più coprirsi, tutti vogliono mettersi a nudo.
Mettersi a nudo significa essere sinceri. Gli istinti ci ricordano che siamo animali, anche quando vogliamo apparire sofisticati. Lasciate perdere il dolore, tanto non volete né osservarlo né mostrare il vostro. Concentriamoci sul sesso e su quanto possiamo essere sinceri, onesti con noi stessi e con gli altri, quando ci esponiamo sul sesso.


Il sesso ci rende più umani e meno digitali: sinceri, contro Meta
Vorrei cogliere l’aspetto progressista di tutto questo, forse un poco provocatoria. In un’epoca, la nostra, dove la digitalizzazione sta annientando la nostra vita quotidiana, non è forse un appiglio di salvataggio: la semplice, continua e costante voglia di sesso? Il sesso ci rende più umani e meno digitali. Ci eccitiamo davanti a un video porno – il finale rimane fisico, sudaticcio, animale, becero, umano. All’opposto di quella proiezione di noi stessi che vogliamo mostrare tramite le immagini che postiamo.
Che sia forse proprio la pornografia e il sesso che la pornografia ci invita a provare, la migliore salvezza per i nostri istinti sinceri? La migliore arma, sia di difesa sia di attacco, nella lotta per la sopravvivenza contro il consumismo, contro lo spreco, contro l’autocompiacimento frigido?
Subiamo censura da parte di Meta – perché le strategie di Meta sanno prevedere che, se ci eccitiamo troppo, invece che scrollare al prossimo video finiamo ad asciugarci la pancia con l’asciugamano per poi crollare nel sonno. Meta ha compreso come la pornografia continuerà a interessarci di più dei ragazzini muscolosi e delle ragazzine rotonde troppo digitali e plasticosi, anche se ballano in sincronia.
La pornografia salverà il mondo: se siamo eccitati, siamo più sinceri
Sarà la pornografia a salvare il mondo, non più la bellezza. Quella che è una volta era perversione, adesso è un luogo sicuro dove possiamo essere noi stessi. Il sesso rimane oggi il campo in cui ci riveliamo per quelli che siamo. Possiamo ammetterlo: siamo soltanto gente a cui interessa scopare. Abbiamo voglia di spendere di più, di divertirci di più, se siamo sensualmente stimolati. Se siamo eccitati, siamo più sinceri. In questo mondo di finzione e autocompiacimento digitale, siamo sinceri solo quando ammettiamo cosa semplicemente vogliamo: andare a letto con te.
Che cos’è la pornografia oggi?
La pornografia è una forma di recitazione dove i corpi umani in stato di eccitamento esagerano le abilità fisiologiche genericamente distribuite. La pornografia ci mostra un’attività sessuale che noi riusciamo quasi ugualmente, ma sotto una radice quadrata.
Libero, perverso e promiscuo – o anche cattolico, prolifico e simbolico: fate sesso più che potete – cercando di apprendere gli insegnamenti dei film porno. Fate l’amore con chi volete, con quanti volete, provate tutto quello che c’è da provare. Prima vi esaurite meglio è. Almeno un’esperienza gay, nella vita, è raccomandata: si eviteranno fastidi successivi.
Prima dell’amore, bisogna allenarsi con il sesso
L’amore non è sempre necessario, non date retta alla secolare idiozia. Prima dell’amore, serve allenamento, esperienza, un poco di maestria – perché quando poi l’amore arriva davvero, lì si capisce che il sesso non è un gioco per principianti.
Vi piaceva troppo, non ci volevate credere di essere lì, voi due, nella stessa stanza, a notte fonda – battiti accelerati, emozione e fantasia – senza osare slacciare i bottoni di quei jeans. Quante storie d’amore sono sfumate nel nulla, o non sono neanche cominciate veramente, per colpa di qualche insicurezza quando la mano doveva entrare dentro un paio di mutande? L’incapacità di tenere a bada quel disastro tra le nostre gambe: chi era con voi vi piaceva troppo, e avevate paura di venire subito, o peggio, che non vi si alzasse, che non fosse abbastanza duro per entrare dove avrebbe dovuto? Vi dicevate: meglio aspettare, meglio conoscerci meglio – sarà più bello se aspettiamo un poco. Occasioni perse e non più recuperabili.
L’unica cosa che oggi sapete è che la vostra insicurezza, la vostra fragilità che avete visto esposta tra le lenzuola di un letto, era la vostra bellezza: la migliore forma di sincerità.
Carlo Mazzoni

