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Oasis: tutte le contraddizioni della reunion

Con il tour 2025, i fratelli Gallagher seppelliscono l’ascia di guerra. Dobbiamo rendere grazie al Dio Denaro per questo? Sì, ma non solo: ripercorriamo le tappe che hanno portato al ritorno dei re del Britpop

Il 27 agosto 2024, a distanza quasi esatta di 30 anni dall’uscita del primo album Definitely Maybe, gli Oasis hanno annunciato un tour di (finora) 17 date tra Regno Unito e Irlanda nell’estate del 2025

È più facile immaginare la reunion degli Oasis che la fine del capitalismo. Qualche genio di Internet ha stravolto così la famosa citazione del filosofo sloveno Slavoj Žižek sostituendo “la fine del mondo” con l’evento musicale del 2024. Dopo una fine improvvisa nel 2009 (ma alla fine anche presagita da decenni di litigi), i fratelli Gallagher hanno seppellito l’ascia di guerra e rimesso in piedi l’azienda di famiglia. Il 27 agosto 2024, a distanza quasi esatta di 30 anni dall’uscita del primo album Definitely Maybe, è stato annunciato un tour di (finora) 17 date tra Regno Unito e Irlanda nell’estate del 2025. La band conferma già che probabilmente i concerti si estenderanno a tutto il mondo, ma per adesso le date inglesi e irlandesi rimangono le uniche, sold out da subito.

L’Unione Europea e il governo del Regno Unito hanno aperto un’indagine proprio sul dynamic pricing di TicketMaster dopo la faccenda degli Oasis

Da qui, sono scaturite le prime polemiche. La maggioranza delle persone ha cominciato a ricaricare compulsivamente i siti di booking per potersi accaparrare i biglietti, prima per il pre-sale e poi durante il general sale. Dopo svariate ore, in alcuni casi anche dieci, in attesa nella schermata di attesa, molti di questi fan sono stati buttati fuori dalla coda con un laconico messaggio di “Error 503 – Service Unavailable”. Scambiati malamente per dei bot dopo ore di coda. 

Quei pochi che sono riusciti ad accedere all’acquisto e pagare, si sono trovati di fronte al sistema di “dynamic pricing” di TicketMaster. Ovvero, un algoritmo che fa crescere il prezzo dei biglietti all’aumentare degli utenti in coda. Tradotto in soldoni, come riporta l’Independent: per un biglietto al live di Manchester, che doveva partire da una base in sterline corrispondente a 177 euro, si è arrivati a toccare cifre di oltre 420 euro. Notizia dell’ultima ora: l’Unione Europea e il governo del Regno Unito hanno aperto un’indagine proprio sul dynamic pricing di TicketMaster dopo la faccenda degli Oasis.

Qualcuno ha fatto notare che nel 1996, in quei due concerti a Knebworth Park davanti a 250mila persone complessive, il biglietto d’ingresso costava poco più di 22 sterline, quindi circa 26 euro.

TicketMaster a maggio è stato denunciato anche dall’organo antitrust americano per via dello stragrande monopolio che detiene sul ticketing

Uno potrebbe dare la colpa al solo TicketMaster, che a maggio è stato denunciato anche dall’organo antitrust americano per via dello stragrande monopolio che detiene sul ticketing dei grandi eventi (è di proprietà di LiveNation). La band però non solo è a conoscenza del meccanismo di dynamic pricing, ma è proprio in virtù di questo che ci sta facendo più soldi. Vero che ha stipulato una partnership con la piattaforma di rivendita Twickets per evitare il reselling a cifre a tre zeri. Però, come dire, i fan della prima ora, quelli che avevano riempito Knebworth Park, si sono sentiti traditi un’altra volta da questo mondo turbocapitalista. 

Gli Oasis non hanno mai fatto mistero della propria ricchezza

Si tratta solo di una reunion votata al guadagno? Principalmente, sì. Non esclusivamente. Gli Oasis stessi non hanno mai, né prima né dopo essersi sciolti, fatto mistero della propria ricchezza. Anzi, semmai ne hanno sempre fatto un vanto. Questa mentalità da scugnizzo working class della strada oggi è perfettamente sdoganata nel rap/trap, ma nella storia del rock in pochi hanno avuto l’onestà di dire nelle canzoni o pubblicamente quello che in realtà tutti pensavano. Elvis è stato il padre degli hustlers, avendo pure fatto del suo motto “well, it’s one for the money, two for the show” uno dei suoi più grandi successi.

Rimane negli annali quell’intervista di fine anni Novanta in cui un Noel evidentemente sotto l’effetto del suo vizietto preferito, la cocaina, pronuncia euforico le seguenti parole: “Mi stai chiedendo se sono felice? Senti, ho 87 milioni di sterline in banca, sto per entrare nella dirigenza del Manchester City [c’è stato un periodo in cui voleva comprare la sua squadra del cuore, ndr] e faccio parte della più grande band al mondo. Sono felice? No! Voglio di più!”

I soldi sono sempre il motivo principale delle reunion

L’Università di Birmingham City ha calcolato che già solo con queste 17 date in patria, Liam e Noel si sono già accaparrati 50 milioni di sterline, con un guadagno totale dalla vendita dei biglietti che potrebbe aggirarsi sui 400 milioni. Se poi ci aggiungi i ricavi del world tour che ne seguirà, allora le cifre si fanno astronomiche. 

Non può essere solo questo. Prima di tutto, perché i Gallagher sono già milionari di loro. Ad aiutare il riavvicinamento c’è il legame familiare e soprattutto una rivalità competitiva che paradossalmente ha aiutato. Così recitava il messaggio di addio alla band lasciato da Noel in quella fine agosto del 2009: “È con un po’ di tristezza e con grande sollievo… Ho lasciato gli Oasis stanotte. La gente scriverà e dirà quel che vuole, ma non potevo semplicemente andare avanti a lavorare con Liam un solo giorno in più”. 

La video intervista col giornalista John Robb, pubblicata sul canale YouTube ufficiale degli Oasis

Servivano 15 anni di disintossicazione dall’elemento più caotico e se vogliamo infantile della band per poter far dire a Noel, un mese fa, quindi ben prima della reunion, che “è difficile da spiegare: quando canto una canzone io suona bene, ma quando [Liam] la canta, suona grandioso.” Questa dichiarazione, sotto forma di video intervista col giornalista John Robb, pubblicata sul canale YouTube ufficiale degli Oasis, aveva drizzato parecchie antenne tra i fan. E infatti è poi successo quel che è successo.

Più che fare pace, è Noel che ha perdonato a Liam 15 lunghi anni (senza contare tutto il resto della vita precedente allo scioglimento) di insulti pubblici, principalmente su Twitter (X). Sin da allora è stato chiaro che i punzecchiamenti da parte del fratello minore erano dovuti al fastidio per aver privato Liam, il mondo e se stesso degli Oasis. 

Ognuno dei due Gallagher dallo scioglimento ha intrapreso carriere di tutto rispetto e soprattutto successo

C’è poi anche un altro elemento che ha aiutato la riappacificazione, come giustamente fanno notare ​​Alex Taylor e Bonnie McLaren di BBC. Ognuno dei due Gallagher dallo scioglimento ha intrapreso carriere di tutto rispetto e soprattutto successo. Sia Noel coi suoi High Flying Birds che Liam, prima coi Beady Eye e poi da solista. Nessuno dei due quindi è tornato all’ovile col capo cosparso di cenere, umiliato da un tentativo di carriera solista imbarazzante. Semplicemente, senza l’altro fratello, era un successo a metà, un tirare avanti senza mai raggiungere il massimo potenziale come invece a band completa.  

La natura competitiva dei due Gallagher non avrebbe mai permesso che uno dei due lasciasse il nome Oasis all’altro. Già solo il fatto che le le famose due sere di Knebworth Park Liam le abbia fatte da solo, dopo l’ennesimo scazzo col fratello maggiore, ha dimostrato a Noel che l’unico modo per tornare con gli Oasis era quello di portare una grande pazienza e tirare avanti.

C’è una differenza tra i recenti comeback di gruppi inglesi che hanno spopolato a livello mondiale negli anni Novanta

Né i Blur, i Take That, o le Spice Girls hanno veramente coinvolto anche le nuove generazioni. Gli Oasis stanno reclutando centinaia di migliaia (se non milioni) di nuovi adepti non soltanto grazie al loro pop contagiosissimo che è invecchiato bene, ma anche grazie a un’estetica evergreen. Le tute in acetato e le Handball Spezial di Adidas, gli occhialoni tondi alla John Lennon e i parka militari sono tutte cose che già stanno tornando anche grazie al ping pong di contenuti su TikTok e l’aumento di streaming su Spotify che solo nel caso del Greatest Hits è arrivato a +350% dopo l’annuncio della reunion. Entrambi segnali indicatori di una rinfrescata generazionale non indifferente, essendo sia TikTok che Spotify piattaforme con una stragrande maggioranza di utenti sotto i 30. I più coraggiosi arriveranno anche ad acconciarsi i capelli con il classico taglio da mod che ha sempre contraddistinto la band. Staremo a vedere.

In tutto questo, occorre notare che non sia stata per nulla annunciata nuova musica. Il grande spauracchio dei nuovi singoli e album dopo le reunion è stato per ora evitato. Si corre infatti di incorrere nello stesso errore degli Stone Roses, che dopo un tour di successo hanno poi ricominciato a buttare fuori nuova, insignificante, anacronistica musica e poi si sono risciolti. Anche agli eterni rivali degli Oasis nella battaglia per il trono del Britpop, i Blur, è successo più o meno la stessa cosa. Sono durati qualche album, neanche poi così malaccio, ma poi il carburante si è esaurito. Stavolta per sempre.

Molto meglio invece fare come i Police, che nel 2007 si sono imbarcati in un mega tour di reunion, 151 date, hanno racimolato 362 milioni di dollari e poi tanti saluti. Ognuno per la propria strada. Per una mente che da sempre ragiona per Greatest Hits come quella di Noel, non dovrebbe essere difficile prendere questa scelta sicura ed efficace.

L’intervista del 1995 agli Oasis, in cui Noel e Liam s’insultano tutto il tempo

C’è questa storica intervista del 1995, della durata di un quarto d’ora, in cui sostanzialmente Noel e Liam s’insultano tutto il tempo, rendendo praticamente impossibile il lavoro dell’intervistatore. Il primo sgrida il secondo perché si è fatto cacciare da un traghetto, in preda al suo solito alcolismo molesto. Il secondo invece gli risponde che è parte del rock ‘n’ roll, facendo ancora più incazzare Noel, che gli risponde che il rock ‘n’ roll è musica, non è comportarsi come degli hoolingan maleducati. L’intera registrazione è stata poi stampata su vinile e CD e pubblicata su Fierce Panda Records, ed è disponibile per intero sottotitolata su YouTube. Basta cercare “Wibbling Rivalry”.

Riusciranno i nostri eroi ad arrivare all’estate 2025 senza scazzare prima? Io credo di sì, anche perché credo che di mezzo, prima di arrivare all’accordo di pace, ci siano stati interminabili mesi di avvocati, clausole e riunioni. Tutto è scritto nero su bianco, documentato fino ai minimi dettagli da team di legali affinché Liam non faccia saltare su tutte le furie Noel. Sarà poco rock ‘n’ roll ma è forse l’unico modo per goderci gli Oasis. In fondo, non sono sempre stati una contraddizione vivente? Definitely Maybe.

Claudio Biazzetti

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