Canavese Canapa
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Canapa per l’agricoltura rigenerativa: Canavese Canapa risana terreni danneggiati

Nelle colture rigenerative, la canapa può bonificare i terreni, renderli più produttivi e resilienti ai fattori climatici – interviene Virginia Avallone, co fondatrice dell’Associazione Canavese Canapa

Canavese Canapa: impegno umano per la terra 

Canavese Canapa è un’associazione nata nel 2016 in Piemonte per diffondere la cultura della canapa e i suoi utilizzi. Attraverso la divulgazione scientifica e il sostegno a progetti incentrati su questa pianta, fra cui l’agricoltura sostenibile, vuole promuovere l’impegno umano a favore della terra e delle generazioni future.

Virginia Avallone, co-fondatrice di Canavese Canapa insieme a Luca Bertetti, spiega: «Il suolo è il cuore pulsante della Terra ed è essenziale per la sopravvivenza dell’uomo e dell’ecosistema. L’attività agricola convenzionale minaccia la sua vitalità: l’abuso di fertilizzanti chimici e pratiche non sostenibili degradano il suolo, compromettendone fertilità e biodiversità, oltre a comportare dei rischi per la salute dell’uomo. La conservazione del suolo è oggi un imperativo per garantire la sicurezza alimentare futura e la stabilità ecologica. Adottare pratiche agricole rigenerative e sostenibili non è solo un atto di responsabilità, ma un investimento per il benessere delle generazioni future».

Agricoltura rigenerativa vs agricoltura sostenibile

Canavese Canapa sostiene progetti di agricoltura rigenerativa attraverso la canapa. Agricoltura rigenerativa che, come ci spiega Virginia, non è sinonimo di agricoltura sostenibile. Si tratta, infatti, di due approcci diversi, per quanto con alcuni punti in comune.

L’agricoltura sostenibile punta a non danneggiare il suolo e a trovare il giusto equilibrio fra la necessità di produrre cibo e il desiderio di preservare le risorse per le generazioni future: «Esempi di agricoltura sostenibile sono un uso efficiente di acqua, la sostituzione di pesticidi e fertilizzanti chimici con alternative naturali, la tutela della biodiversità e la rotazione delle colture».

L’agricoltura rigenerativa utilizza, invece, queste pratiche sostenibili come punto di partenza per provare a risanare il suolo e gli ecosistemi: «Esempi pratici sono la pacciamatura, il pascolo rotazionale, il compostaggio. Migliorare la salute del terreno significa incrementarne la produttività e la resilienza agli eventi climatici. Inoltre, queste pratiche contribuiscono a ridurre i gas serra e la CO2, ottimizzare la gestione delle risorse idriche e sviluppare la biodiversità»

È possibile passare a questi approcci da metodi di coltivazione tradizionale, ma è necessario un periodo di transizione: «Innanzitutto, bisogna cambiare prospettiva: smettere di pensare alla rendita a breve termine per concentrarsi sugli effetti a lungo termine. Dal punto di vista economico, entrambi richiedono un investimento in attrezzature e formazione, ma nel tempo ci sarà un ritorno. Ad esempio, si eliminano dei costi fissi, come quelli per i pesticidi, e si ha accesso a mercati più selezionati, oltre a farne emergere di nuovi, cosa che ha un impatto positivo anche in termini di sostenibilità sociale».

RiqualifiCanapa: la canapa per il fitorisanamento del terreno

A partire dal 2022 Canavese Canapa collabora con RiqualifiCanapa, un’associazione che si occupa di bonifica e recupero territoriale attraverso tecniche di fitorisanamento e sta testando sul campo le potenzialità della canapa nell’agricoltura rigenerativa. Il suo scopo è rigenerare i terreni inquinati e far fronte al problema, sempre più dilagante in Italia, dell’abbandono dei suoli.

RiqualifiCanapa si sta concentrando sul settore della viticoltura per arginare gli effetti dell’utilizzo di verderame per la prevenzione di malattie e funghi. Se da un lato, infatti, il verderame si rivela efficace nel contrastare Oidio, Peronospora e Botrite, dall’altro ha azione tossica su piante, animali, insetti e microrganismi, nonché l’uomo.

Il principio del fitorimedio consiste nel depurare il suolo dalle sostanze nocive sfruttando le funzioni estrattive delle radici delle piante durante il loro processo di crescita. In questo, la canapa avrebbe prodotto risultati migliori di tutte le altre colture. RiqualifiCanapa alterna la coltura della canapa in estate a quelle di altre piante fitorimediatrici in inverno, come il trifoglio e il radicchio. Così facendo, si è osservato che è possibile controllare la dispersione dell’inquinante senza comprometterne l’utilizzo.

La canapa da fibra e la canapa da seme nell’agricoltura rigenerativa

Nell’agricoltura rigenerativa possono essere impiegate sia la canapa da fibra sia quella da seme, con vantaggi ed esigenze differenti. La canapa da fibra viene coltivata per produrre fibre lunghe e resistenti da utilizzare nella produzione di tessuti, corde, materiali da costruzione e carta. Caratterizzata da una densa crescita e da uno sviluppo verticale, si rivela adatta ad aree con alta erodibilità del suolo. Aiuta, infatti, a sopprimere le erbacce e a proteggere il terreno dall’erosione. Inoltre, produce elevate quantità di biomassa, che, se lasciata decomporre sul campo, contribuisce al contenuto organico del suolo.

La canapa da seme – anche nota come canapa industriale – viene coltivata per utilizzarne, appunto, i semi nella produzione di alimenti, oli e supplementi nutrizionali, poiché ricchi di proteiche e grassi salutari. La pianta è più corta e robusta rispetto a quella da fibra e richiede spazi più ampi e una maggiore esposizione alla luce. Dal punto di vista rigenerativo, migliora la struttura e la fertilità del terreno attraverso la naturale caduta di semi e foglie, che lo arricchiscono di nutrienti.  

Canavese Canapa

Tecniche di impiego della canapa nell’agricoltura rigenerativa

La canapa si presta alla rotazione delle colture. Virginia ci riporta l’esempio dell’alternanza con i legumi: «I legumi hanno la capacità di estrarre l’azoto dall’aria e fissarlo nel suolo attraverso i noduli delle loro radici. In questo modo, arricchiscono naturalmente il terreno con un nutriente essenziale per la crescita delle piante. Dopo aver coltivato i legumi, si può passare alla canapa, che beneficia di questo apporto extra di nutrimento senza il bisogno di fertilizzanti chimici».

Inoltre, la rotazione delle colture aiuta prevenire le malattie delle piante, poiché differenti colture tendono ad attrarre diversi tipi di parassiti e malattie. Si può alternare la canapa anche a colture di copertura, o cover crops, come il grano saraceno o il trifoglio, per contrastare l’erosione del suolo.

Funzionale a una coltivazione rigenerativa della canapa è poi la pacciamatura. Questa sfrutta il mulch, ovvero il materiale organico avanzato da precedenti colture – come paglia o foglie secche – per coprire il terreno dove crescerà la canapa. Il mulch aiuta a proteggere il suolo dall’erosione, mantiene l’umidità e previene la crescita delle erbacce senza l’uso di erbicidi chimici. E permette di riciclare gli scarti agricoli in modo sostenibile. 

Poiché la canapa non richiede un elevato apporto d’acqua, si adatta all’irrigazione a goccia. Questo sistema fornisce acqua direttamente alle radici della pianta, riducendo gli sprechi. Secondo Virginia, sarebbe così possibile ridurre i consumi di acqua fino al 70% rispetto ai tradizionali metodi di irrigazione a spruzzo.

Si può impiegare la canapa anche nell’aridocoltura. Questa consiste in un insieme di tecniche per coltivare in ambienti aridi, vale a dire in assenza di irrigazione e con precipitazioni scarse. Per esempio, si possono creare dei bacini per la raccolta dell’acqua piovana, da utilizzare poi per la coltivazione della canapa. Così si evita anche il ristagno di acqua nel terreno, che può essere causa di funghi e muffe. Sempre la pacciamatura e le colture di copertura minimizzano l’evaporazione e la dispersione dell’acqua.  

Canavese Canapa

I vantaggi della canapa nell’agricoltura rigenerativa

Le piante di canapa hanno radici che crescono più in profondità nel terreno rispetto ad altre colture. Questo aiuta a rompere gli strati compatti del suolo, rendendolo più soffice e areato: «È un po’ come quando ariamo il terreno per aiutare le piante a crescere». Quando poi la canapa muore, le radici e altri resti organici rimangono nel suolo e, decomponendosi, lo arricchiscono con nutrienti che favoriscono la crescita di altre piante.

Come l’esperienza di RiqualifiCanapa dimostra, questa pianta è anche capace di rimuovere inquinanti ambientali – come metalli pesanti, pesticidi e sostanze chimiche tossiche – dai terreni e dalle acque contaminate, con costi e un impatto ambientale minore rispetto ad altre tecniche di bonifica: «Dopo il disastro della miniera di Goro, si è piantata la canapa per ripulire il suolo dai metalli pesanti lasciati dall’attività mineraria. A Taranto un allevatore è stato costretto ad abbattere tutto il bestiame a causa della diossina dell’ex Ilva e ha ricominciato la sua attività coltivando canapa per purificare i terreni. Hanno adoperato la canapa perfino a Cernobyl e ci sono studi in corso per valutare come riutilizzare la biomassa contaminata».

Inoltre, la canapa aiuta a ottimizzare le risorse e ridurre gli sprechi. Per esempio, a fronte di diecimila litri d’acqua necessari per produrre un chilo di fibra di cotone, per la produzione della stessa quantità di fibra di canapa ne bastano circa duemila litri. Ed è anche possibile gestirne le infestanti senza pesticidi chimici, ricorrendo a metodi di controllo manuali o meccanici.

Gli ostacoli alla coltivazione rigenerativa della canapa in Italia

Oltre ai già citati investimenti in termini di impegno, tempo e denaro, per passare da una coltivazione tradizionale a una rigenerativa, quando c’è di mezzo la canapa, vi sono anche degli ostacoli di natura legale e burocratica: «Nell’ottica di un’agricoltura rigenerativa potrebbe sembrare paradossale, ma ad oggi, in Italia, se una pianta di canapa cresce spontaneamente dai semi caduti dalle piante coltivate l’anno precedente è considerata illegale per genetica incerta». Leggi contro cui l’associazione Canavese Canapa si batte attivamente.

Associazione Canavese Canapa

L’Associazione Canavese Canapa nasce in Piemonte nel 2016 su iniziativa di Luca Bertetti, agricoltore, e Virginia Avallone, contabile. A loro si unisce nel 2019 Daniele Leone, tecnologo alimentare, che avvia la sua azienda agricola specializzata nella produzione di canapa da fiore.

L’associazione si occupa di diffondere la cultura della canapa e supportare progetti che la utilizzano attraverso una rete di coltivatori, esperti e appassionati. Tra questi rientra RiqualifiCanapa, un’associazione che utilizza la canapa nell’agricoltura rigenerativa per bonificare i terreni inquinati.

Debora Vitulano

Canavese Canapa
RiqualifiCanapa

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