AP House Milano racconta il processo di riqualificazione del Garage Traversi e approfondisce il legame tra l’edificio e il contesto urbano – a partire da Via Bagutta e San Babila, un crocevia di cultura e storia milanese
La riqualificazione del Garage Traversi e l’apertura della AP House Milano
L’apertura della AP House di Audemars Piguet a Milano segna un capitolo nel recupero di un’architettura storica della città. Per celebrare l’evento, è stato realizzato il volume AP House Milano, che racconta il processo di riqualificazione del Garage Traversi e approfondisce il legame tra l’edificio e il contesto urbano. Il libro, suddiviso in più capitoli, include interviste con personalità della cultura milanese e dettagli sull’intervento architettonico curato dallo studio Lissoni & Partners. L’obiettivo del volume è restituire una narrazione completa di come un simbolo dell’architettura razionalista degli anni Trenta possa essere trasformato in uno spazio contemporaneo senza perdere la propria identità storica.
Dal passato industriale alla nuova AP House: una trasformazione mirata
Il Garage Traversi, progettato tra il 1935 e il 1937 dall’architetto Alessandro Rimini, è stato per anni un luogo centrale della vita urbana di Milano, nato per rispondere all’esigenza di offrire servizi ai cittadini automobilisti in una città in rapida espansione. La struttura a ventaglio del garage, con i suoi otto piani e le ampie superfici in cemento armato, era un esempio di razionalismo architettonico, che mirava a unire funzionalità e forme essenziali. L’edificio si trova in una posizione strategica, all’angolo tra Via Bagutta e Piazza San Babila, una zona che ha vissuto grandi trasformazioni urbanistiche a partire dagli anni Trenta, diventando un riferimento per il design e la moda.
Con la sua riconversione, il Garage Traversi ha abbandonato la funzione originaria per diventare sede della AP House. L’intervento di riqualificazione non ha intaccato la struttura portante, ma ha valorizzato la storicità dell’edificio, integrando al contempo materiali contemporanei che richiamano l’estetica milanese. In un’intervista inclusa nel volume, Gianni Biondillo, architetto e scrittore, sottolinea l’importanza di conservare la memoria dell’edificio, definendo il Garage Traversi un “esempio di fusione tra razionalismo e un’idea di modernità che guarda oltre l’Italia, ispirata anche all’architettura sovietica”.
L’architettura della “benzina” e la modernità funzionale
Il volume AP House Milano esplora anche la trasformazione delle architetture nate per il trasporto e i servizi automobilistici, come il Garage Traversi, che negli anni sono divenute parte del patrimonio architettonico della città. L’architettura della “benzina”, un termine che si riferisce ai progetti di stazioni di servizio, garage e officine sviluppati dalla metà del Novecento, è stata un campo di sperimentazione per molti architetti italiani. Strutture come il Garage Traversi, nate con una funzione pratica, si sono evolute in veri e propri luoghi di innovazione architettonica, dove il cemento armato e le forme razionaliste permettevano di superare i limiti dei tradizionali edifici urbani.
Il Garage Traversi, con la sua struttura a ventaglio e le superfici lisce di cemento, rappresenta un punto di svolta per l’architettura milanese degli anni Trenta, quando la città era impegnata a rinnovarsi in risposta alla crescente domanda di mobilità e modernità. Come sottolinea Biondillo, queste strutture erano spesso considerate “spazi di servizio”, ma con il tempo hanno acquisito un valore estetico e culturale, diventando testimoni della transizione di Milano verso la modernità. Il recupero di questi edifici, come avvenuto per il Garage Traversi, permette di preservare un pezzo di storia urbana, reinterpretandolo in un contesto contemporaneo.
La vicenda di Alessandro Rimini: un architetto ebreo nella Milano degli anni Trenta
La storia di Alessandro Rimini, architetto del Garage Traversi, è segnata dalle vicende tragiche della sua epoca. Di origine ebraica, Rimini si trovò a lavorare in un periodo in cui le leggi razziali del 1938 limitavano fortemente le possibilità professionali per gli ebrei in Italia. Nonostante fosse uno degli architetti più attivi a Milano, fu costretto a collaborare con altri professionisti per poter continuare a lavorare, poiché le leggi razziali gli impedivano di firmare progetti autonomamente.
Nel volume, Gianni Biondillo approfondisce questa parte della vita di Rimini, raccontando come l’architetto abbia dovuto affrontare le difficoltà della guerra e il pericolo di deportazione, come tanti altri intellettuali e artisti ebrei dell’epoca. Rimini è anche autore di altri edifici iconici a Milano, come la Torre Snia Viscosa, ma molte delle sue opere sono state firmate da altri architetti, un destino comune a molti professionisti ebrei dell’epoca. La sua vicenda personale rappresenta una pagina dolorosa della storia italiana, ma anche un esempio di resilienza e di come la creatività e la competenza possano lasciare un segno duraturo nonostante le avversità.
Il progetto architettonico e il ruolo della scala
La progettazione degli interni della AP House Milano è stata affidata a Piero Lissoni e al suo studio, Lissoni & Partners. Gli spazi si estendono su diversi livelli del Garage Traversi, dal piano terra al nono piano, e la scala interna è uno degli elementi chiave del progetto. Lissoni, in un’intervista contenuta nel libro, descrive la scala come “un punto di transizione tra il passato dell’edificio e il suo nuovo utilizzo”. Realizzata in acciaio con rivestimenti in onice, la scala collega i vari piani attraverso una spirale che richiama l’idea di un flusso continuo, invitando il visitatore a esplorare l’edificio in modo dinamico.
Via Bagutta: storia, cultura e il Premio Bagutta
La storia di Via Bagutta è strettamente legata alla cultura milanese. Situata ai margini del Quadrilatero della Moda, la via ha ospitato fin dagli anni Venti il Premio Bagutta, il primo premio letterario italiano, istituito nel 1926. Nato tra le pareti della storica Trattoria Bagutta, il premio ha visto la partecipazione di numerosi scrittori e intellettuali milanesi, che si riunivano per discutere di letteratura e scegliere i migliori libri dell’anno. Tra i partecipanti ai primi incontri vi erano personaggi del calibro di Riccardo Bacchelli e Orio Vergani, che contribuirono a rendere il premio un punto di riferimento per la cultura italiana.
Nel libro, Lina Sotis, giornalista e scrittrice, racconta i ricordi legati a Via Bagutta e alla sua atmosfera unica: “Negli anni Sessanta, era una strada sofisticata, con le case delle grandi famiglie e gli artisti che esponevano i loro quadri per strada”. Via Bagutta è stata a lungo una galleria d’arte a cielo aperto, dove pittori indipendenti, riuniti nel Circolo dei Pittori di Via Bagutta, organizzavano mostre all’aperto, attirando appassionati d’arte da tutta la città. Questo spirito artistico e comunitario si è mantenuto nel tempo, e ancora oggi la strada ospita due volte all’anno una fiera d’arte che richiama l’atmosfera delle prime esposizioni.
Un luogo di incontro e di scoperta per appassionati e visitatori
L’AP House Milano è concepita non solo come una vetrina per i segnatempo di Audemars Piguet, ma come un punto di incontro per appassionati e collezionisti. In linea con la filosofia del brand, che valorizza la cultura dell’orologeria e la convivialità, la AP House è pensata per ospitare eventi, presentazioni e incontri culturali. Come racconta nel libro Piero Lissoni, “la AP House è un luogo dove le persone possono condividere la loro passione per il tempo e per la cultura, in un ambiente che riflette l’anima di Milano”.
Progettare per il futuro: sostenibilità e durata
La sostenibilità è un tema centrale per il progetto della AP House Milano, come emerge dalle dichiarazioni di Piero Lissoni nel volume. “La sostenibilità non è solo una parola, ma un principio che deve guidare ogni fase del progetto, dalla scelta dei materiali alla gestione degli spazi”, afferma Lissoni. Il progetto ha privilegiato l’uso di materiali locali, come le pietre cavate nei dintorni di Milano e i legni certificati, riducendo l’impatto ambientale e valorizzando le risorse del territorio. Anche i giardini pensili presenti su ogni piano rappresentano un ulteriore elemento di connessione tra l’interno dell’AP House e l’ambiente esterno, offrendo uno spazio verde nel centro di Milano.
Matteo Mammoli

