Come è nato il brand Lake Como? Tra lago e città è in atto una metamorfosi – una riflessione su urbanistica, società e sostenibilità
Chanel Cruise 2025/26: il Lago di Como al centro della moda
Il prossimo 29 aprile 2025, Chanel presenterà la sua collezione Cruise 2025/26 sul Lago di Como, in Italia. La scelta rientra nella tradizione della casa francese di portare le sue collezioni in luoghi di impatto culturale e artistico. Negli anni, il viaggio delle collezioni Cruise di Chanel ha toccato città come Parigi, New York, Singapore, Dubai, L’Avana e Seoul, reinterpretando i codici del brand attraverso le peculiarità dei luoghi scelti. Sebbene la direzione creativa del brand sia attualmente vacante, con Matthieu Blazy tra i possibili successori, Chanel conferma la sua capacità di dialogare con ambienti iconici e globalmente riconosciuti.
Il Lago di Como: da meta storica a polo turistico globale
Storica tappa del Grand Tour, il Lago di Como ha negli ultimi decenni consolidato il suo ruolo di destinazione per un turismo internazionale ad alto impatto economico. Le strutture ricettive, che includono hotel di qualità elevata, ristoranti stellati e servizi esclusivi come taxi boat e spa, hanno contribuito a rafforzare il posizionamento del Lario tra le mete più richieste. Questo fenomeno ha attirato anche l’interesse del settore moda, che ha trovato nel Lago un palcoscenico ideale per eventi di grande visibilità. Tra gli esempi più recenti, Dior ha scelto Villa Erba per la sua collezione di alta gioielleria, mentre Dolce&Gabbana ha organizzato una serie di eventi esclusivi a Villa Olmo.
Celebrità, cinema e l’evoluzione del “brand” Lago di Como
L’attenzione mediatica verso il Lago di Como è cresciuta grazie alla presenza di personalità di rilievo. George Clooney, con l’acquisto di Villa Oleandra, ormai venti anni fa, ha contribuito a consolidare l’immagine del lago come destinazione esclusiva. Anche prima di Clooney, Gianni Versace aveva acquistato Villa Fontanella, nel 1977, ospitando celebrità come Elton John e Lady Diana. Il Lago è stato inoltre scelto come location cinematografica per produzioni iconiche quali Ocean’s Twelve, Star Wars e House of Gucci. Questa esposizione mediatica ha rafforzato l’attrattiva internazionale del territorio.
Moda e investimenti: l’impatto economico e sociale
La moda, insieme a rilevanti capitali stranieri, ha contribuito alla trasformazione economica del Lago di Como. Tra gli investitori più rilevanti figurano i fratelli indonesiani Robert e Michael Hartono, il cui patrimonio, secondo Forbes, ammonta rispettivamente a 26,5 e 25,5 miliardi di dollari. Da alcuni anni, i Hartono sono proprietari del Calcio Como, riportato in Serie A dopo ventun anni di assenza. La gestione della squadra è stata affidata al manager Mirwan Suwarso, che ha adottato strategie mirate a valorizzare il marchio. Tra queste, spiccano la nomina di Cesc Fàbregas, ex leggenda del Barcellona, come allenatore, e l’ingaggio di Rhuigi Villaseñor, fondatore del brand streetwear RHUDE, come Chief Brand Officer. Villaseñor ha anche firmato una sfilata nel parco di Villa d’Este a Cernobbio, consolidando il legame tra sport, moda e territorio.
Il dibattito sullo stadio e l’impegno sociale della società
Lo stadio del Calcio Como, situato nel centro della città a pochi metri dal lago, rappresenta un elemento distintivo ma controverso. Progettato dall’architetto Giovanni Greppi nel 1926, è considerato una scelta scenografica ma logisticamente inefficiente, soprattutto durante le caotiche giornate di campionato. Mentre parte della cittadinanza critica la gestione del traffico e dell’afflusso di tifosi, la squadra vanta un seguito sempre più ampio e diversificato, attirando turisti stranieri con merchandising ufficiale e celebrità come Kate Beckinsale e Hugh Grant sugli spalti. Parallelamente, il Calcio Como è impegnato in attività di responsabilità sociale, supportando regolarmente associazioni locali con iniziative benefiche, anche se permangono dubbi sul reale obiettivo strategico degli investimenti della famiglia Hartono.


L’ospitalità sul Lago di Como: tra riconversioni storiche e progetti controversi
Un’offerta turistica di alto livello richiede infrastrutture adeguate, e il Lago di Como risponde con un panorama di strutture ricettive che combinano comfort moderni e location uniche dal punto di vista geografico e architettonico. Tra ville storiche riconvertite in hotel boutique e resort, le sponde del lago si confermano tra le più apprezzate dai viaggiatori internazionali. Un esempio recente è il Castello di Urio, acquistato dal gruppo francese LVMH, che lo trasformerà in un hotel di lusso gestito da Belmond. Tra le strutture di riferimento spiccano anche Villa Passalacqua, migliore hotel del mondo nel 2022 secondo World’s 50 Best Hotels, e Villa d’Este, icone del turismo del territorio.
Le nuove costruzioni, seppur meno frequenti rispetto alle riconversioni, stanno guadagnando terreno. Il Sereno, inaugurato nel 2016, ha rappresentato un modello di design contemporaneo e sostenibilità. A soli due anni dall’apertura, Il Sereno ha ottenuto la certificazione ClimaHotel, sigillo di qualità per un turismo consapevole, che ha premiato l’impegno del team di progettisti volto a ridurre i consumi energetici, favorire un uso razionale della risorsa idrica, minimizzare l’impatto ambientale della struttura e i suoi costi di gestione. Allo stesso modo, l’imprenditore Gianmario Cazzaniga sta lavorando a Laglio a un progetto avveniristico con gli architetti Dante Oscar Benini e Vito Ruscio, per realizzare una struttura moderna in parte scavata nella roccia.
Sostenibilità ambientale: l’impegno del settore alberghiero
Negli ultimi anni la consapevolezza dell’impatto ambientale del settore alberghiero è cresciuta, sia tra i consumatori che tra gli operatori del settore. Per dimostrare il loro impegno nella salvaguardia dell’ambiente, le strutture ricettive adottano pratiche ecosostenibili che vanno dall’implementazione di impianti fotovoltaici alla minimizzazione degli sprechi attraverso azioni quotidiane. Il Lago di Como può contare su molti esempi virtuosi di coesistenza tra business e sostenibilità. Il Gruppo Lario Hotels, proprietario di quattro alberghi nella città di Como, è dal 2021 una Società Benefit, una forma giuridica che integra nel proprio oggetto sociale l’impegno a garantire un impatto positivo sulla società e sull’ambiente. La Relazione di Impatto 2022 del gruppo ha messo in luce, tra gli altri risultati, una riduzione dei consumi energetici pro capite (-33% vs 2021) e dei consumi di acqua (-51%vs 2021). Anche Hilton Lake Como ha visto la sua solerzia premiata con la certificazione Green Key, assegnata a livello mondiale dalla Foundation for Environmental Education (FEE). Tra le buone pratiche premiate ci sono il daylighting, il prevalente utilizzo della luce naturale negli spazi comuni, la corretta gestione dei rifiuti e un approccio plastic-free.
Controversie e rischi ambientali: il caso del progetto di Torno
Non tutti i progetti incontrano l’approvazione del pubblico. Una delle iniziative più discusse riguarda il comune di Torno, dove è stato proposto un resort di lusso su un’area boschiva di 29.000 metri quadrati. La notizia, trapelata all’inizio dell’anno, ha sollevato un acceso dibattito pubblico. Le preoccupazioni principali riguardano il potenziale deturpamento del paesaggio e i rischi idrogeologici associati a un intervento di tale portata.
Dal 2020, diversi comuni del Lago di Como sono stati colpiti da frane, alluvioni ed esondazioni, eventi che sottolineano la fragilità del territorio. Inoltre, il delicato ecosistema locale è già minacciato dall’aumento della temperatura delle acque, dalla pesca non regolamentata e dall’intenso traffico lacustre. Secondo l’Autorità di Bacino, il numero di operatori che noleggiano imbarcazioni è cresciuto del +1.217% negli ultimi dieci anni, mentre le agenzie che affittano barche hanno registrato un incremento del +49,3%.
La combinazione di fattori ambientali e pressioni economiche pone interrogativi sulla sostenibilità di nuovi interventi e sulla capacità del Lago di Como di preservare il suo fragile equilibrio.
Il traffico e le infrastrutture: una sfida per il Lago di Como
Durante i mesi estivi, il traffico stradale e lacustre che interessa il Lago di Como raggiunge livelli critici, causando disagi tanto ai residenti quanto ai turisti. Le arterie principali che collegano Como a Bellagio e all’alto Lario attraversano borghi costieri e sono solo due, limitando la fluidità della viabilità. Per migliorare la situazione, nel 2020 sono iniziati i lavori della Variante della Tremezzina, progettata per ottimizzare la sicurezza e l’efficienza dei collegamenti tra Como e Menaggio. Tuttavia, trattandosi di un’area densamente popolata e infrastrutturalmente complessa, i lavori procedono a rilento, e non è ancora stata definita una data di completamento certa.
Anche in città la situazione resta critica, con cantieri diffusi che spesso si prolungano oltre i tempi previsti. Il 2025 potrebbe segnare una svolta con l’attesa inaugurazione delle paratie antiesondazione e del nuovo lungolago, interventi che promettono di migliorare la vivibilità dell’area urbana. Contestualmente, i vicini giardini pubblici dovrebbero essere riaperti con una nuova configurazione, che include il restauro dell’area giochi ideata da Luisa Aiani Parisi, la creazione di spazi comunitari e l’aggiunta di servizi essenziali come bagni pubblici, storicamente assenti.

L’overtourism e le sue conseguenze
Il traffico non è che una delle manifestazioni di un problema più ampio: l’overtourism. Nel 2023 il Lago di Como ha registrato 4,8 milioni di pernottamenti, con un incremento di un milione rispetto al 2019, generando un indotto economico stimato in circa 1,5 miliardi di euro. Tuttavia, la crescente affluenza turistica sta mettendo a dura prova le risorse e le infrastrutture del territorio.
Un’immagine emblematica di questa pressione è rappresentata dalle lunghe code fuori dalla biglietteria della Navigazione nei giorni più affollati. La richiesta di servizi, spesso superiore alla capacità reale del lago, compromette l’esperienza dei visitatori e solleva preoccupazioni tra gli esperti e la popolazione locale. Se l’interesse di vip, cinema e moda ha contribuito a consolidare il “brand” Lake Como, i social media hanno amplificato il fenomeno, alimentando la “FOMO” (fear of missing out) nei turisti, che cercano di visitare troppe attrazioni in tempi brevi, con spostamenti spesso irrealizzabili.
Tra le conseguenze più gravi dell’overtourism vi è lo spopolamento dei borghi storici e del centro di Como. L’aumento dei canoni d’affitto, reso possibile dalla diffusione delle locazioni brevi, ha reso difficile per i residenti continuare a vivere in queste aree. Solo a Como, le case vacanze e gli affitti a breve termine sono passati da 22 unità nel 2016 a 1.713 nel 2024, alterando l’identità sociale e culturale del territorio a favore di un’offerta sempre più orientata al turismo e meno alle esigenze dei cittadini.
Turismo e occupazione: un settore in crescita
Il settore turistico ha però un impatto positivo a livello occupazionale. Secondo Fabrizio Cavalli, segretario generale della Filcams Cgil Como, la stagione 2024 ha visto un aumento nel numero di addetti rispetto agli anni precedenti. Nel 2024 il settore ha impiegato circa 32.000 lavoratori, più del 10% della forza lavoro totale, contro le 22.000 attivazioni del 2023. Ma la domanda di lavoratori qualificati è ancora più elevata. La società Pts, per conto della Camera di Commercio Como-Lecco, ha stimato che alla luce della rapida espansione del comparto turistico, il Lago necessiterebbe di almeno altri 2.400 addetti. Un’altra buona notizia riguarda la durata della stagione turistica, che negli anni si è allungata. Sempre secondo Cavalli, un contratto di lavoro stagionale equo dovrebbe raggiungere almeno gli otto mesi, attivare la disoccupazione durante l’inverno, per poi riprendere a pieno regime da marzo. Un obiettivo raggiungibile sul Lario, dove attualmente la stagione turistica inizia a Pasqua e termina a fine ottobre.
Resistenze al turismo di massa e alla gentrificazione a Como
Mentre Como registra la chiusura di asili e scuole, nuovi alberghi continuano ad aprire, spesso recuperando edifici storici in stato di abbandono. Tra questi, l’ex sede della Banca d’Italia è al centro di indiscrezioni che ne prevedono la trasformazione in un hotel di alta gamma, mentre l’ex hotel San Gottardo dovrebbe riaprire entro la stagione 2025 sotto il marchio Radisson. Recentemente, è stata confermata un’ulteriore apertura nell’area dismessa vicino alla stazione di Como Borghi: un nuovo Mama Shelter, parte della catena della famiglia Trigano, che si propone come “rifugio urbano” inclusivo.
Tuttavia, le esigenze di accoglienza turistica si contrappongono ai bisogni della comunità locale. A Como, oltre 500 senzatetto censiti faticano a trovare sistemazioni adeguate, nonostante l’impegno costante delle organizzazioni caritatevoli. La mancanza di posti letto rappresenta un problema pressante, spesso oggetto di scontro tra l’amministrazione attuale, guidata dal sindaco Rapinese, e le opposizioni.
Mobilitazioni e nuove forme di resistenza
Non tutti, però, accettano passivamente le trasformazioni in atto. Il 20 aprile scorso, un gruppo di studenti e giovani cittadini ha sfilato per le vie di Como con lo slogan «Reclaim the Lake», denunciando gli effetti della gentrificazione e della turistificazione del territorio. Sebbene parte della cittadinanza abbia criticato le modalità della protesta, la manifestazione ha contribuito a riaccendere il dibattito pubblico.
Anche figure istituzionali, come il Vescovo Cantoni, hanno sottolineato i limiti del modello turistico attuale, definendolo «insostenibile dal punto di vista sociale e ambientale». Cantoni ha invece auspicato un turismo più lento e consapevole, in grado di rispettare le comunità locali e il territorio.
Parallelamente, molte associazioni locali stanno cercando di mitigare gli effetti negativi del turismo di massa. Tra queste, la rete Vicini di Strada offre sostegno ai senzatetto, mentre SitiCibo, diramazione del Banco Alimentare della Lombardia, si occupa di contrastare lo spreco alimentare. Realtà come Wonderlake Como e il collettivo FuoriFuoco puntano invece a rivitalizzare il tessuto culturale del territorio attraverso iniziative artistiche e giornalistiche. Questi sforzi collettivi stanno iniziando a formare un sistema integrato di resistenza e valorizzazione del patrimonio locale.


L’eredità del distretto tessile e il futuro della riqualificazione urbana
Fino a venti anni fa, Como non figurava tra le principali mete turistiche internazionali. La crisi del settore tessile, un tempo colonna portante dell’economia locale, ha avuto un impatto significativo sulla provincia, spingendo a una riorganizzazione del tessuto socioeconomico. Tra gli anni Novanta e Duemila, la competizione internazionale ha messo in difficoltà le imprese locali, portando all’abbandono di numerosi stabilimenti produttivi e all’inevitabile spostamento di capitali e forza lavoro verso il settore turistico. Sebbene questo abbia dato impulso al turismo, il problema della stagionalità persiste: il sovraffollamento estivo si alterna a una marcata carenza di offerte culturali e ricreative nei mesi invernali.
Se lungo le rive del lago il recupero di ville storiche ha attratto investitori sia nazionali che stranieri, in città il processo di riqualificazione urbana ha avuto un’evoluzione meno lineare. La demolizione dell’ex area industriale Ticosa nel 2007, a pochi passi dal centro storico, ha inaugurato un ventennio di idee e progetti rimasti irrealizzati. Oggi sembra esserci una volontà concreta di riqualificazione urbana e viabilistica, ma il percorso resta incerto. Situazione simile riguarda l’ex Tintostamperia Valmulini, per la quale il Consorzio ABITARE ha proposto un progetto che prevede unità abitative, spazi di co-working e aree verdi. Nonostante l’approvazione iniziale, i lavori non sono ancora iniziati.
I comaschi sperano che il nuovo polo commerciale che sorgerà nell’area dell’ex Ticosa ricalchi il successo di Piazza Fisac a Camerlata, un quartiere densamente abitato della periferia comasca. Dopo anni di abbandono, nel 2016 il colosso della grande distribuzione Esselunga ha riqualificato l’impianto produttivo dell’azienda serica Fisac e lo spazio antistante, trasformandolo in un polo aggregativo per la comunità dotato di servizi, di un cinema multisala, un parco giochi e una passerella pedonale che facilita gli spostamenti quotidiani degli abitanti del quartiere e incoraggia la mobilità sostenibile.
Cultura e abbandono: i casi Politeama e Asilo Sant’Elia
Il recupero degli edifici culturali rappresenta una sfida ancora più complessa. L’ex teatro Politeama, costruito agli inizi del Novecento, è chiuso dal 2005. Negli anni sono emerse diverse proposte per il suo riutilizzo, inclusa l’idea di riportarlo alla sua funzione originaria. Tuttavia, l’edificio, di proprietà comunale, è ora in vendita, in attesa di un investitore che ne riconosca il potenziale.
Tra i simboli della città in stato di abbandono spicca anche l’Asilo Sant’Elia, progettato negli anni Trenta dal maestro del Razionalismo Giuseppe Terragni. Chiuso da cinque anni per mancata conformità agli standard di sicurezza, rappresenta uno dei maggiori esempi di architettura razionalista in Italia. Secondo Attilio Terragni, pronipote dell’architetto, l’Asilo incarna perfettamente i bisogni e la spensieratezza dell’infanzia, ma la mancanza di iniziative concrete per il suo recupero è evidente.
Il FAI ha recentemente candidato l’edificio al progetto “Luoghi del Cuore”, promosso in collaborazione con Intesa Sanpaolo, per sensibilizzare l’opinione pubblica e raccogliere fondi per la sua riqualificazione. Un tempo definito da Terragni come «una casa aperta alla luce, all’aria e alla natura», oggi l’Asilo Sant’Elia è una struttura fatiscente che racconta la contraddizione di Como: una città che, nonostante la sua crescente popolarità e il suo sfarzo, fatica a preservare la sua identità culturale.
Chanel Cruise 2025/26: un evento internazionale per il Lago di Como
La Maison Chanel presenterà la sua collezione Cruise 2025/26 martedì 29 aprile 2025 sul Lago di Como. Continuando la tradizione di reinterpretare i codici della Maison attraverso il contesto unico delle location selezionate, Chanel ha scelto una delle destinazioni più iconiche d’Italia, confermando il Lago di Como come scenario di rilevanza globale. Negli anni, le collezioni Cruise hanno attraversato città come Parigi, New York, Venezia, Dubai, L’Avana e Los Angeles, dialogando con la storia e la cultura di ogni luogo ospitante.
