Tra fotografia, antropologia e memoria, il progetto che esplora il legame tra l’uomo e il vulcano: la documentazione visiva di Emanuele Occhipinti della vita ai piedi dell’Etna
Vivere vicino a ‘Muntagna
Emanuele Occhipinti, fotografo siciliano, lega il suo primo contatto con il territorio etneo all’adolescenza, quando la famiglia organizzava gite per salire sul vulcano. Per i siciliani, l’incontro con l’Etna è sempre straordinario e, man mano che ci si avvicina alle pendici, il rapporto diventa via via più intimo e spirituale.
«L’atmosfera era surreale; il contrasto con la mia città natale mi colpì profondamente. Ogni partenza sembrava un viaggio verso un altro pianeta, quasi stessi mettendo piede sulla Luna».
La vita fra bellezza e timore
Nel 2018 il fotografo ragusano avvia un’indagine visiva e antropologica sul territorio vulcanico e sull’influenza che esso esercita su chi lo abita. Queste persone si definiscono i figghi da Muntagna e, da generazioni, vivono sospese tra meraviglia e paura. L’Etna, il vulcano attivo più alto d’Europa, è percepito come un’entità viva: «una madre che protegge e accoglie con generosità, ma capace di essere severa e minacciosa».
Chi vive ai suoi piedi, giovani o anziani, non si lascia dominare dal timore: impara a conviverci, trasformando l’eccezionale in quotidiano. L’unicità quasi aliena di questo paesaggio finisce per superare la paura.

L’esperienza dei figli dell’Etna
Da quando Occhipinti ha iniziato il progetto A’ Muntagna nel 2018, ha trascorso in zona circa venti mesi, per lo più in periodi di relativa calma. Il 2021 si è distinto però per la massima attività eruttiva recente, con cinquanta eventi monitorati dall’INGV. Il fotografo ha osservato come la routine si adattasse al ritmo del vulcano, accettandone i disagi: dalla chiusura dell’aeroporto di Catania per la cenere, alla trasformazione del paesaggio, alle strade rese impraticabili da lapilli e polvere nera.
«Eppure, al di là dei disagi, accade qualcosa di straordinario: il paesaggio si trasfigura in uno scenario lunare, surreale e magnetico… Il cielo s’incendia di rosso e arancio, lingue di lava danzano nella notte mentre la terra vibra sotto i piedi. È uno spettacolo di potenza primordiale, un richiamo costante alla vitalità del vulcano e alla consapevolezza di chi lo ama e lo rispetta, senza paura ma con profonda coscienza».

L’attività vulcanica spiegata
L’attività continua dell’Etna non dev’essere di per sé motivo di allarme; ciò che conta, spiega Occhipinti, è distinguere i diversi tipi di eruzione. Quelle sommitali, le più frequenti, sono spettacolari ma non rappresentano un pericolo diretto per la popolazione. Più rare e insidiose le eruzioni laterali, in cui la lava fuoriesce da fessure a quota inferiore, talvolta minacciando centri abitati, coltivazioni e infrastrutture. «Anche di fronte a questi eventi — aggiunge — gli abitanti hanno sviluppato rispetto e capacità di adattamento, consci che vivere ai piedi di un gigante significa accettarne tanto la generosità quanto l’energia incontrollabile». In quei momenti nulla sembra cambiare: i ragazzi continuano le loro partite a carte, i pastori conducono cani e greggi, le suore pregano, le ragazze confidano segreti sbirciando fuori dalla finestra…
Quando il vulcano si accende, la comunità si ferma per contemplare l’evento sacro e rinnovare la devozione
La Sicilia è terra di radicate tradizioni popolari e religiose, e la Montagna diventa un essere da pregare affinché protegga chi vive sotto la sua ombra. Il “rito” di non perdere mai un’eruzione è un appuntamento collettivo: tutti escono di casa e rivolgono al vulcano sguardi e preghiere. Per i locali lo spettacolo supera persino l’aurora boreale. A’ Muntagna indaga così anche il legame ancestrale tra uomo e natura. Quando il vulcano si accende, la comunità si ferma per contemplare l’evento sacro e rinnovare la devozione.
«Conosco storie tramandate dai primi del Novecento, veri e propri “miracoli” in cui colate laviche si sarebbero fermate alle porte dei paesi dopo processioni e suppliche. Per chi vive all’ombra dell’Etna non è mera superstizione, ma un modo di interpretare la realtà, un equilibrio fra fede e natura, razionalità e mito: prova che il vulcano non è solo paesaggio, ma identità».

Immersione nel territorio: un processo terapeutico di riconciliazione con la propria terra
Per assaporare questa connessione, durante una delle sue lunghe permanenze Occhipinti ha vissuto in una fattoria, barattando ospitalità con il lavoro nei campi e con gli animali. Un ritmo opposto a quello cittadino che, intrecciando le sue giornate con quelle degli abitanti, gli ha permesso di superare la soglia della mera documentazione e, attraverso le immagini, contribuire al racconto e alla tutela della Muntagna. Partito dalla Sicilia a vent’anni, il fotografo vede questo progetto come un processo terapeutico di riconciliazione con la propria terra.
Il libro A’ Muntagna
Il lavoro è confluito in un fotolibro che nel 2024 ha vinto il Photo Book Museum Dummy Award. La copertina rosso scarlatto, eco delle esplosioni, racchiude fotografie degli ultimi sette anni, materiale d’archivio e contributi tecnico‑scientifici dell’Osservatorio Etneo dell’INGV, creando un racconto tanto impattante quanto informativo. Ritratto, paesaggio, scene di vita quotidiana e visioni incandescenti s’intrecciano, evocando l’approccio narrativo di Sleeping by the Mississippi di Alec Soth: stessa convergenza di elementi diversi che caratterizza la vita sulle pendici dell’Etna.

Emanuele Occhipinti
Fotografo documentarista indipendente, oggi vive a Brighton, nel Regno Unito. Nel 2012 ha studiato alla Roman School of Photography and Cinema, e nel 2016 ha frequentato l’International Program of Photojournalism alla Danish School of Media and Journalism. Selezionato nel 2022 tra i quindici partecipanti alla Nikon‑Noor Masterclass di Budapest, concentra la sua ricerca su progetti a lungo termine di taglio sociale, ambientale e antropologico. Ha pubblicato su The Guardian, Der Spiegel, Il Reportage, Neue Zürcher Zeitung ed esposto in gallerie e festival internazionali.
Claudia Bigongiari
