Why Look at Animals_ EMST Athens
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La prima mostra internazionale sui diritti degli animali all’EMΣT di Atene

Why Look at Animals? Oltre 60 artisti da tutto il mondo interrogano la nostra relazione con gli animali e il futuro della Terra. Una mostra che intreccia arte, ecologia e giustizia interspecie per ripensare il nostro impatto

Why Look at Animals? Una mostra per i diritti della vita non umana e per la sostenibilità del pianeta

«Nella storia dell’arte gli animali sono sempre stati considerati una sorta di appendice, un elemento secondario all’interno di mondo antropocentrico. Da anni volevo realizzare una mostra sulla vita non umana, ma la risposta era sempre la stessa: sopracciglia alzate e una lieve espressione di sospetto o disgusto» – racconta Katerina Gregos direttrice artistica della mostra Why Look at Animals? A Case for the Rights of Non-Human Lives. Con oltre 60 artisti provenienti da tutto il mondo e più di 200 opere esposte su quattro piani del museo, la mostra si presenta come la più vasta mai realizzata sul tema dei diritti animali, ma anche come un potente appello a una visione ecologica e sostenibile dell’esistenza.

Why Look at Animals?: Un manifesto etico, politico e ambientale

«Questa mostra all’EMΣT è arrivata probabilmente al momento giusto. C’è un cambiamento nel dibattito pubblico che finalmente inizia a parlare dei diritti degli animali e dei diritti della natura. È ancora una discussione tardiva e non sufficientemente diffusa ma è un primo passo»

Il titolo della mostra prende ispirazione dal saggio del 1980 di John Berger, “Why Look at Animals?”, che denunciava l’emarginazione degli animali nella società moderna. Oggi, in un’epoca segnata da crisi ambientali, perdita di biodiversità e collasso climatico, la mostra traduce quell’intuizione in un manifesto per una nuova alleanza tra specie, fondata sul rispetto, la coesistenza e la sostenibilità.

Katerina Gregos dichiara: «Non si può parlare seriamente di giustizia climatica senza includere gli animali nel discorso. Dobbiamo riconoscere la loro intelligenza, la loro sensibilità e il loro ruolo essenziale negli ecosistemi». Un’affermazione che riecheggia in ogni sezione della mostra.

Do Not Forget _ The World To Come, 2025, Tiziana Pers
Do Not Forget. The World To Come, 2025, Tiziana Pers

L’Antropocene e la svolta biocentrica

La mostra parte da una constatazione semplice quanto radicale: il dominio umano sulla natura ha portato a conseguenze devastanti non solo per gli animali, ma per l’intero pianeta. In questo senso, la mostra si configura anche come una critica all’antropocentrismo e al modello industriale di sviluppo. Le opere esposte denunciano le pratiche di sfruttamento — dalla zootecnia intensiva ai test di laboratorio, dall’addomesticamento forzato alle logiche di mercato — mostrando come la riduzione degli animali a oggetti di consumo sia parte integrante dell’attuale crisi ambientale. Allo stesso tempo, “Why Look at Animals?” propone una visione alternativa, fondata su un approccio biocentrico e sostenibile, in cui ogni forma di vita ha valore in sé. Gli animali non sono risorse, ma compagni ecologici, custodi di saperi, memorie e linguaggi diversi dai nostri ma altrettanto validi.

«Ci sono state diverse mostre sugli animali, non lo nego. Ma il punto di vista era sempre su come gli animali vengano rappresentati dagli artisti. Questa è probabilmente la prima grande mostra su larga scala che parla di etica e politica animale, tentando di farlo dal punto di vista degli animali, per quanto impossibile. L’idea asce dalla mia esperienza personale. Mio ​​padre era un po’ come il Dottor Doolittle, è riuscito ad addomesticare anche i gufi. Avevamo sempre un sacco di animali diversi in casa: cani, gatti, galline, tartarughe, ricci, uccelli. Così fin da piccola ho imparato ad apprezzare il fatto che gli animali fossero esseri senzienti dotati di intelligenza propria».

The Age of Remedy, Tiziana Pers, EMST ATHENS
The Age of Remedy, Tiziana Pers, EMST ATHENS

Why Look at Animals? All’EMΣT: L’arte come dispositivo di sostenibilità culturale e dialogo con la città

La mostra non occupa solo gli spazi interi e i quattro piani del museo ma anche le pareti esterne dell’edificio aprendosi al dialogo con la città. Tra le opere visibili dall’esterno spicca il progetto “Today in Athens…” di Marcus Coates, un calendario ecologico esposto su in billboard nella facciata principale dell’EMΣT che documenta la vita quotidiana di animali e piante nella città, rendendo visibili cicli naturali che l’uomo urbano ha dimenticato. È un invito alla riappropriazione del tempo naturale, come forma di riconnessione e sostenibilità esistenziale.

Sulla facciata dell’ EMΣΤ che percorre Syngrou Avenue si legge invece la scritta Do Not Forget / The World To Come. 

Un’insegna al neon, opera di Tiziana Pers, che alla chiusura della mostra servirà a ricordare la responsabilità collettiva alla luce del nostro futuro comune e di quello delle prossime generazioni.

Tiziana Pers è presente anche tra le sale interne di Why Look at Animals? con “The Age of Remedy”, che lega il gesto artistico alla responsabilità individuale. Le stoviglie in ceramica dell’installazione diventano strumenti di un impegno quotidiano a favore della vita non umana, in un patto simbolico e pratico con lo spettatore, che si impegna a non consumare prodotti animali durante il loro utilizzo.

Why Look at Animals_ A Case for the Rights of Non-Human Lives EMST ATHENS
Nikos Tranos, Terrain (bridle for horses), 2024 (detail). Courtesy of the artist and Zoumboulakis Galleries, Athens

Why Look at Animals?: gli animali considerati prodotto di consumo

Nel video “Ingresso Animali Vivi” di Igor Grubić, girato in un ex-mattatoio in Italia, la macchina da presa assume il punto di vista di un cane, per esplorare il legame tra violenza industriale, cibo e disumanizzazione. Il cane è l’unico animale a entrare e a uscire vivo da questa spettrale camera degli orrori. Il punto di vista non uman scelto dall’artista intende sottolineare il sentimento di compassione ed empatia tra il cane e gli animali destinati fin dalla nascita a diventare prodotti per le nostre tavole. Il messaggio è chiaro: il nostro modello di consumo è insostenibile per gli animali, per il pianeta e, in ultima analisi, per l’uomo stesso.

High-Rise Pigs è un film di Ang Siew Ching che esplora la produzione industriale di carne suina, prendendo come caso emblematico il Pig Building di 26 piani nella provincia di Hubei, in Cina — il più grande allevamento di maiali verticale al mondo, con una capacità di 1,2 milioni di animali all’anno. L’opera denuncia la trasformazione di esseri senzienti in merci, svelando i meccanismi invisibili della violenza sistemica dell’allevamento intensivo. Il film rivela come la tecnologia, l’efficienza e l’architettura industriale contribuiscano a nascondere la sofferenza animale, e mette in luce l’alienazione crescente tra esseri umani e animali nell’era del capitalismo avanzato.

Clara, 2016, Rossella Biscotti, EMST Athens
Clara, 2016, Rossella Biscotti, EMST Athens

Non solo diritti animali: Why Look at Animals?

Continua Gregos  «Esseri umani e animali hanno vissuto fianco a fianco e in stretta prossimità per molti anni, fino alla Rivoluzione Industriale. Poi l’animale è stato improvvisamente considerato un prodotto ed è lentamente scomparso dalla vista del pubblico. Spesso ho ricevuto domande del tipo: “Sì, ma non abbiamo ancora risolto il problema dei diritti umani. Perché dovremmo parlare di diritti degli animali?”. È proprio questo il problema. Il fatto che consideriamo gli animali secondari rispetto a noi è ciò che ci ha portato fin qui. Ciò che questa mostra cerca di illustrare sono le condizioni di vita degli animali, il loro status mutevole all’interno della nostra società e anche il tentativo di far comprendere che gli animali sono soggetti, non oggetti».

Astraendo dal solo ambito animale, il motivo per cui tolleriamo lo sfruttamento e la violenza su alcune specie — come maiali e galline — ma le riteniamo inaccettabili su altre, come cani e gatti, è lo stesso per cui ancora oggi massacri e ingiustizie vengono giudicati con due pesi e due misure, a seconda del popolo o del contesto in cui avvengono.

Hunting & Collecting, 2015, Sammy Baloji, EMST Athens
Mark Dion, Men and Game (detail), 1998. Courtesy of the artist and Tanya Bonakdar Gallery, New York, Los Angeles

L’olocausto silenzioso che si consuma ogni giorno

Ogni giorno si consuma un olocausto silenzioso di proporzioni colossali, reso invisibile dalla distanza tra il consumatore e la vittima. Secondo le stime più recenti, oltre 200 milioni di animali terrestri vengono uccisi ogni giorno nel mondo per l’alimentazione umana, pari a circa 74 miliardi l’anno per 8 miliardi di persone. A questi si aggiungono miliardi di pesci e animali marini, la cui vita è spesso ridotta a “peso morto” nei calcoli industriali, rendendo difficile persino quantificarne con precisione le vittime. Solo in Cina, nel 2021, si sono macellati circa 700 milioni di suini, la maggior parte cresciuti in allevamenti intensivi, senza mai vedere la luce del sole o toccare un filo d’erba.

Questo sistema produttivo, spinto dal consumo e dal profitto, non solo infligge sofferenze inimmaginabili agli animali, ma è anche una delle principali cause di inquinamento ambientale, deforestazione, perdita di biodiversità e crisi climatica. Come denuncia la mostra Why Look at Animals?, questa realtà quotidiana è tenuta lontana dallo sguardo pubblico, nascosta dietro confezioni anonime e retoriche pubblicitarie. Ma guardare in faccia questo massacro – e decidere di non esserne complici – è oggi uno degli atti più urgenti e politici del nostro tempo. 

Why look at animals_ EMΣT Atene
Igor Grubić, Do Animals… ?, 2017. Courtesy of the artist

Perché Guardare gli Animali?

Come ricorda Mahatma Gandhi, “La civiltà di un popolo si misura dal modo in cui tratta gli animali.” Questa frase, potrebbe fungere da epigrafe ideale per Why Look at Animals?, che si interroga proprio sul grado di civiltà e maturità etica della società contemporanea. Lontana dall’essere una riflessione astratta, la mostra ha trasformato questa massima in un percorso visivo e concettuale che mette in discussione il rapporto di dominio e sfruttamento sistemico esercitato dall’essere umano sulle altre specie. Attraverso installazioni, film, pitture, suoni e performance, gli artisti coinvolti ci pongono una domanda cruciale: possiamo davvero considerarci una società evoluta, se continuiamo a ignorare la sofferenza, l’intelligenza e i diritti degli animali?

In un mondo che si definisce “sviluppato”, la mostra ci ricorda che lo sviluppo autentico non può prescindere da una relazione giusta, empatica e sostenibile con tutte le forme di vita. Nell’epoca dell’Antropocene, dove il pianeta sembra vacillare sotto il peso delle nostre scelte, questa mostra ci ricorda che ogni gesto verso un’altra specie è anche un gesto verso la Terra. È tempo di guardare agli animali non per dominarli, ma per apprendere da loro la via della coesistenza e del rispetto reciproco.

Why Look at Animals – A Case for the Rights of Non-Human Lives Athes EMST
Dimitris Tsoumplekas, Birds at 5 O’ Clock in The Morning (detail), 2025. Produced by EMΣΤ. Courtesy of the artist

L’EMΣT – Museo Nazionale di Arte Contemporanea di Atene 

Why Look at Animals? A Case for the Rights of Non-Human Lives è visitabile all’EMΣT dal 15 maggio 2025 al 7 gennaio 2026. L’EMΣT è l’unica istituzione pubblica in Grecia interamente dedicata all’arte contemporanea, con una missione rivolta all’esplorazione dei linguaggi visivi del presente e alle grandi sfide culturali, sociali ed ecologiche del nostro tempo. Fondato nel 2000 e ospitato nell’ex edificio della birreria FIX, un esempio di architettura industriale modernista riconvertito in spazio museale, l’EMΣT rappresenta oggi un punto di riferimento internazionale per l’arte e il pensiero critico. 

Con una programmazione multidisciplinare che include mostre, installazioni pubbliche, progetti editoriali e performance, l’EMΣT non solo espone opere, ma promuove un’idea attiva e partecipativa del museo come luogo di dialogo, responsabilità e trasformazione sociale. Un elemento distintivo dell’EMΣT è l’apertura agli animali domestici, che sono benvenuti all’interno degli spazi espositivi, rafforzando il messaggio di coesistenza e inclusività.

Katerina Gregos 

È curatrice, scrittrice e direttrice artistica, attualmente alla guida dell’EMΣT – Museo Nazionale di Arte Contemporanea di Atene. Nata ad Atene, ha costruito una carriera curatoriale tra la Grecia e il nord Europa, affermandosi per il suo approccio profondamente etico e politicamente consapevole all’arte contemporanea. Ha curato mostre per istituzioni e biennali internazionali, tra cui la Biennale di Venezia (Padiglione della Danimarca, 2011), la Göteborg International Biennial for Contemporary Art e Manifesta. Al centro della sua pratica vi sono temi come giustizia sociale, diritti umani, postcolonialismo, giustizia interspecie ed ecologia. La sua visione curatoriale coniuga rigore teorico e sensibilità poetica, promuovendo un’arte capace di interrogare il presente e immaginare alternative radicali. Con la mostra Why Look at Animals?, Gregos consolida il suo impegno per un’arte che non solo rappresenta, ma agisce nel mondo.

Why Look at Animals_ EMST Athens
Sue Coe, Turning a Blind Eye (detail), 2009. Courtesy of the artist and Galerie St. Etienne, New York
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