Rewell produce pomate e cosmetici a base di canapa – l’olio di canapa e il cannabidiolo (CBD) hanno proprietà analgesiche, antinfiammatorie, lenitive e rigeneranti utili per chi pratica sport
Rewell: un brand a base di canapa per sportivi
Rewell è un’azienda italiana con sede a Pesaro che punta a migliorare l’esperienza e la performance degli sportivi attraverso il CBD e altri rimedi fitoterapici per uso topico. Il brand con la canapa realizza, inoltre, prodotti cosmetici d’uso quotidiano, ricercando soluzioni per ridurre l’impatto ambientale.
Il fondatore di Rewell, Antonio Grieco, spiega di aver scoperto i benefici della canapa in ambito sportivo negli Stati Uniti: «Sono socio di un box di crossfit, uno sport importato in Italia dagli USA. Oltreoceano ho notato che molti atleti utilizzavano oli e creme a base di CBD per velocizzare e favorire il recupero muscolare. Approfondendo l’argomento, ho scoperto che questo genere di prodotti era molto diffuso fra gli sportivi americani anche in altre discipline, come il football o il basket, dove si è soggetti a continui traumi. Così, ho deciso di avviare anche in Italia la produzione di soluzioni biologiche a base di CBD e altre piante medicinali, così da offrire rimedi sicuri, naturali e sostenibili a chi pratica sport o cerca un’alternativa green a cosmetici e farmaci sintetici».
Canapa: una pianta ruvida dagli effetti lenitivi
Il core business di Rewell è costituito da prodotti per uso topico, in formato olio e crema, per migliorare la performance degli atleti intervenendo prima e dopo gare e allenamenti. Pur essendo una pianta ruvida, infatti, la canapa «ha proprietà antiossidanti, emollienti, rivitalizzanti e rigeneranti».
Ogni prodotto è a base di olio di canapa e cannabidiolo (CBD) in percentuale variabile. Sono tutti privi, invece, di contaminazione da THC, il principio psicoattivo della canapa. A seconda dei prodotti, la canapa può essere mescolata con altre piante d’uso fitoterapico. Tutte le materie prime sono biologiche e coltivate in Italia: «Nei nostri prodotti abbiamo deciso di non inserire siliconi, parabeni, paraffina, allumini e oli minerali».
L’olio di CBD è disponibile con due diverse concentrazioni di cannabidiolo ed è consigliato per velocizzare il recupero post allenamento, riducendo infiammazioni e dolori cutanei. Per sciogliere tensioni e contratture o per lenire i dolori muscolari è stato formulato un olio da massaggio che mescola l’olio di canapa e il cannabidiolo con artiglio del diavolo, olio di mandorle, arnica e olio essenziale di arancio. Sempre per il massaggio pre e post allenamento è disponibile un balsamo a base di canapa e arnica, consigliato anche in caso di mal di schiena e dolori cervicali. Per favorire il riscaldamento prima di fare sport è stata ideata una crema a base di CBD, indicata per sovraccarichi muscolari e scatti veloci.
Parallelamente, Rewell commercializza cosmetici antietà per il viso e creme idratanti corpo. Prossimamente lancerà anche una linea di solari a base di canapa.
Olio di canapa vs olio di CBD: differenze e proprietà
L’olio di canapa e l’olio di CBD, pur condividendo la stessa materia prima, non sono la stessa cosa: «L’olio di canapa viene estratto dai semi della pianta e può essere utilizzato in ambito sia alimentare sia cosmetico. Ha un ricco profilo di nutrienti, acidi grassi e composti bioattivi utili per la salute umana. Il CBD, invece, viene estratto dagli steli, dalle foglie o dai fiori e può essere considerato una sostanza farmacologica».
I due presentano anche una diversa composizione chimica: a differenza dell’olio di canapa, il CBD è una fonte di cannabinoidi e terpeni. Entrambi, comunque, non hanno effetti psicotropi, a differenza del THC. Quello di semi di canapa è l’unico olio che presenta un rapporto fra Omega 3 e 6 ritenuto ottimale per l’alimentazione umana, pari a tre a uno. In ambito cosmetico lo si utilizza «per le sue proprietà idratanti, lenitive, antinfiammatorie e sebo regolatrici nel trattamento di inestetismi cutanei come acne, psoriasi, eczemi, eritemi solari o scottature».
Il CBD apporta gli stessi benefici ma a un livello più profondo. A secernerlo, sotto forma di resina, sono le ghiandole della pianta, chiamate tricomi. Il cannabidiolo è un antinfiammatorio e antiossidante naturale, capace di favorire il rinnovamento cellulare: «Chi pratica sport, soprattutto a livello agonistico, è costantemente sottoposto a infiammazioni muscolari, che rischiano di inficiarne la performance. In questi casi, il CBD rappresenta una valida alternativa naturale a farmaci antinfiammatori e analgesici a base di sostanze sintetiche. Inoltre, migliora la qualità del sonno, velocizzando il recupero».
Sebbene la coltivazione e la lavorazione della canapa abbiano origini antiche, il CBD fu scoperto e sintetizzato nel 1960 dal chimico israeliano Raphael Mechoulam. Questi scoprì che il cannabidiolo era in grado di agire sul sistema endocannabinoide, una rete di molecole presenti nel corpo umano all’interno del cervello, del sistema immunitario e nei tessuti periferici. Ne conseguì che il CBD era in grado di regolare diversi processi sia fisiologici sia cognitivi, come l’appetito, la sensazione di dolore e l’umore.
THC e CBD nello sport internazionale: lo stato dell’arte ad oggi
A partire dal 2018 l’Agenzia Mondiale Antidoping (WADA) ha rimosso il CBD dalla lista delle sostanze dopanti e il suo utilizzo è quindi oggi ammesso fra gli atleti. Resta, invece, proibito il THC: «stiamo, però, assistendo a una rivoluzione anche per quanto riguarda questa molecola. Diversi Stati americani lo hanno legalizzato per uso personale e ricreativo. Ad aprile la Germania è diventata il primo Stato europeo ad ammettere la cannabis per uso ricreativo».
Negli Stati Uniti la lega del basket NBA e quella del football NFL hanno deciso di eliminare in toto la cannabis dalle sostanze dopanti. A partire dal 2023 i giocatori delle due leghe non vengono più sottoposti a test per il THC. Non solo, l’NFL ha annunciato di voler condurre personalmente delle ricerche sul potenziale della cannabis nella convalescenza in risposta alla crisi degli oppiacei diffusa nel Paese. A chiedere alla lega questo impegno è stata l’Associazione dei Giocatori, preoccupata per i tanti ex atleti che hanno sviluppato dipendenze da metadone, codeina o morfina, sostanze che gli erano state prescritte dagli stessi medici dell’NFL.
«Sebbene il CBD sia stato legalizzato dal WADA, questa sostanza viene ancora spesso ostacolata sia da parte di certi Stati che delle case farmaceutiche, a causa di interessi politici ed economici, trattandosi di una sostanza libera e naturale». In Italia, per esempio, il 22 settembre 2023 il governo Meloni emanava un decreto che equiparava i prodotti a uso orale a base di cannabidiolo a sostanze stupefacenti. Poi, il 24 ottobre dello stesso anno, il Tar del Lazio lo sospendeva sulla base del fatto che il CBD non fosse una sostanza psicoattiva.
Rewell realizza i suoi prodotti con un processo Biotech
Rewell realizza i suoi prodotti attraverso un processo Biotech: «Lavoriamo le materie prime nella loro interezza utilizzando degli enzimi naturali al posto dei solventi chimici. Con questo processo produttivo si prende tutta la pianta – compresi frutti e semi – e la si liquefà in un’unica soluzione concentrata, in modo da preservarne tutti i principi attivi e le proprietà».
Nel caso del CBD l’azienda ha scelto di utilizzarlo isolato: «Il CBD può essere utilizzato in forma isolata o full spectrum, che comprende tutti i cannabinoidi, tra cui anche il THC. Chiaramente chi opta per questa seconda formulazione è tenuto a mantenere il THC entro i livelli previsti dalla normativa, pari allo 0,5%. Sebbene la comunità scientifica abbia ritenuto che sotto questa soglia il THC non abbia effetti psicotropi, in Rewell abbiamo optato per l’utilizzo del CBD isolato per non rischiare che, anche in presenza di livelli così bassi, gli sportivi potessero incappare in falsi positivi durante i controlli antidoping».
Packaging in canna da zucchero per ridurre l’impatto ambientale
Rewell si propone di contribuire a ridurre l’impatto ambientale di un’industria che è ai vertici mondiali per inquinamento e deforestazione. Da un’indagine del 2023 della testata Forbes si evince che l’industria cosmetica genera fino a centoventi miliardi di unità di imballaggi in plastica all’anno e contribuisce alla perdita di diciotto milioni di acri di foresta.
Oltre a lavorare le materie prime integralmente per evitare sprechi, l’azienda opta per formulazioni biologiche e predilige gli enzimi di origine naturale ai solventi chimici: «Inoltre, non testiamo i nostri prodotti sugli animali e stiamo lavorando per realizzare creme solari rispettose dell’ambiente e della barriera corallina».
Per quanto riguarda il packaging, Rewell adopera confezioni ecosostenibili: «I tubi sono realizzati in bioplastica attraverso la lavorazione della canna da zucchero, così come parte dei flaconi. Gli altri sono in plastica riciclata».
Rewell
Rewell è un’azienda italiana con sede a Pesaro fondata da Antonio Grieco, che produce pomate, creme, oli e cosmetici a base di olio di canapa, cannabidiolo (CBD) e altre piante medicinali, come arnica e artiglio del diavolo. L’azienda si rivolge prevalentemente agli sportivi professionisti. La produzione avviene attraverso un processo Biotech che utilizza la pianta nella sua interezza, preferendo enzimi di origine naturale a solventi chimici. Il packaging è realizzato con plastica riciclata o bioplastica derivante dalle barbabietole da zucchero.