
Capitolo Riviera: un’oasi verde e un’architettura brutalista a Nervi
Un progetto firmato Parisotto + Formenton trasforma il brutalismo architettonico in un’oasi dove il verde entra negli interni, guidato da un albero di canfora centenario – il racconto di Capitolo Riviera, in conversazione con Paolo Doragrossa
Capitolo Riviera: un’oasi verde nel cuore di Nervi
Un albero centenario di canfora ha assistito alla nascita di Capitolo Riviera. Il suo tronco imponente e la chioma rigogliosa dominano il giardino – ha resistito con pazienza il tempo necessario per i lavori di restauro e di ampliamento dell’edificio che ospitava l’ex hotel Astor. Le terrazze in legno, le sedute e i percorsi del nuovo albergo si dispongono in modo da integrarsi armoniosamente con l’albero, trasformandolo nel punto focale del design e della narrazione visiva del luogo. «Uno degli elementi che ci ha guidati nella progettazione è stata l’idea di portare la natura dentro la struttura», inizia a raccontare Paolo Doragrossa, Socio e Amministratore Delegato di Capitolo Riviera, inaugurato nel luglio 2024.
«Quando abbiamo acquisito l’hotel ci è piaciuta subito l’idea di avere un grande giardino. Il nostro brief agli architetti è stato chiaro: integrare il verde negli spazi interni ed esterni. Hanno centrato l’obiettivo, usando ampie vetrate per connettere gli ospiti con l’esterno. Inoltre, abbiamo creato divisori con fioriere e piante che rendono il verde una parte integrante dell’esperienza, alleggerendo la struttura in cemento armato esistente e donandole un tocco di ‘gentilezza’».



Un progetto che unisce architettura e paesaggio – la natura è al centro dell’esperienza
Situato a Nervi, a soli otto chilometri dal centro di Genova, Capitolo Riviera è il risultato di una riqualificazione curata dallo studio di design milanese Parisotto + Formenton. L’hotel combina design contemporaneo e valorizzazione della tradizione locale, trasformando la struttura in un esempio di equilibrio tra estetica minimale e rispetto per il territorio. Con uno sviluppo orizzontale in armonia con il paesaggio, l’hotel utilizza – negli spazi comuni e nelle 37 camere – materiali dai toni caldi che richiamano le sfumature naturali delle colline e del mare circostanti. Gli interni ed esterni dialogano grazie a spazi ampi, luminosi e funzionali.
Oltre alla canfora, il giardino è casa di un grande eucalipto, un pino marittimo e tre magnolie. Molte delle piante di Capitolo Riviera erano già presenti nel giardino originale e sono state messe a regime. «Tra le nuove piantumazioni ci sono tre falsi pepi, che abbiamo posizionato lungo la bordura della villa, e alcune palme che accompagnano il passaggio verso il parcheggio dei clienti (un altro parcheggio è al piano interrato, ndr). Tutta la parte bassa del giardino è stata ripensata. Abbiamo sostituito il pitosforo con essenze mediterranee: mirto, rosmarino, menta e altre piante che uniscono profumi caratteristici e un’estetica naturale, quasi selvaggia. L’idea era creare un ambiente che fosse al contempo curato ma autentico, in sintonia con il paesaggio ligure».


Nervi: un quartiere di Genova e destinazione di villeggiatura – la passeggiata sul mare e i parchi
Dalla conversazione con Doragrossa, imprenditore genovese, già General Manager del Melià e oggi parte di Agras Investments srl, società proprietaria dell’hotel, emerge come a Genova mancasse una struttura ricettiva come Capitolo Riviera. «C’era bisogno di un hotel che superasse l’idea di ospitalità esclusivamente business, e noi abbiamo cercato di rispondere a questa esigenza. Il contesto aiuta: basta arrivare a Nervi per sentirsi già in vacanza. Anche i genovesi, nel fine settimana, vengono qui per respirare un’atmosfera da villeggiatura. Il mare a due passi, con la Passeggiata Anita Garibaldi, un percorso lungo tre chilometri che dal porticciolo arriva a una piccola insenatura, con la caratteristica scogliera di Nervi. Inoltre, ci sono i Parchi di Nervi, un vero polmone verde».
Questo legame tra ospitalità e territorio trova la sua forza nella complessità stessa di Genova, città simbolo della dualità ligure – tra l’operosità del porto e un fascino senza tempo. Questa duplice anima si riflette anche nei suoi quartieri, con un’urbanistica stratificata e spontanea. Allontanandosi dal centro storico e dai carruggi, si giunge a Nervi, un quartiere residenziale dal microclima mite, ideale per chi cerca un equilibrio tra relax e opportunità di esplorazione.
Le radici di Nervi affondano nel rapporto tra l’uomo e il mare, un legame che ha plasmato il suo paesaggio e il suo nome. Secondo alcune teorie, ‘Nervi’ potrebbe derivare dal celtico Near av inn (‘vicino all’acqua’) o dal latino in arvis (‘nei campi’), a testimonianza della sua posizione strategica. Dal Diciannovesimo secolo, questo angolo di Genova è diventato una meta ambita per la nobiltà locale, che ha lasciato tracce indelebili di eleganti ville e giardini mediterranei. Le colline circostanti, ricoperte di pini marittimi e ulivi, completano un paesaggio naturale in armonia con l’intervento umano.
Estesi su una superficie di circa 92.000 metri quadrati e affacciati sul mare, i Giardini di Nervi sono nati dall’unione di tre proprietà nobiliari ottocentesche: Villa Gropallo, Villa Grimaldi Fassio e Villa Serra Gropallo. Queste residenze erano circondate da ampi spazi verdi progettati secondo i principi del giardino all’italiana e arricchiti con specie botaniche esotiche e mediterranee. Nel corso del Novecento, le ville e i loro parchi furono progressivamente acquisite dal Comune di Genova, che trasformò l’area in un grande spazio pubblico aperto a tutti e avviò una riconversione museale delle strutture.


L’architettura di Capitolo Riviera ispirata al brutalismo brasiliano
Le dimensioni e i tagli delle strutture in cemento evocano muraglie antiche, con un’estetica che richiama la forza archetipica delle costruzioni mediterranee o sudamericane. Il verde trasforma queste costruzioni in luoghi vivi – come avviene per le architetture di Luis Barragán, dove l’acqua, le piante e il cielo completano l’opera, rendendola un’estensione della natura stessa.
«L’architettura di Capitolo Riviera si ispira allo stile brutalista brasiliano degli anni Settanta, che combina cemento armato, legno e verde,” spiega Doragrossa. “Ci siamo ispirati a figure come Oscar Niemeyer, che hanno saputo trasformare il cemento in qualcosa di elegante e armonioso. Nel nostro caso, il giardino e le piante diventano fondamentali per ‘ammorbidire’ la struttura. Ogni dettaglio, dai divisori interni alle terrazze, è stato pensato per integrare il verde con gli ambienti».
«Il risultato è uno stile che definiamo ‘senza tempo’. È semplice, elegante e non invadente, qualcosa che sarà bello oggi, tra cinque o dieci anni, senza seguire mode passeggere. Anche nelle camere abbiamo scelto materiali di qualità, come il legno massello per le ante a persiana degli armadi e le porte interne, che richiamano le tonalità della natura circostante».
L’ampliamento dell’hotel è stato un altro aspetto di trasformazione della struttura originale. «Nella parte sopra il ristorante, abbiamo aggiunto due suite e quattro junior suite, mantenendo un dialogo armonioso tra la parte storica e le nuove costruzioni. Gli architetti sono riusciti a mescolare la ruvidità delle colonne in cemento armato con la delicatezza del verde».



Le opere d’arte che dialogano con gli spazi di Capitolo Riviera
Buona parte degli arredi sono composti da icone del design italiano ed europeo. «Abbiamo scelto le lampade Arco di Castiglioni, le poltroncine di Cassina e di Vitra. Ci sono anche elementi disegnati su misura, come il tavolo della sala ristorante e il bancone della reception».
Dietro il bancone della reception, una grande scultura dalle linee anni Settanta modula una mappa della città di Genova. «Abbiamo conservato un elemento storico della vecchia struttura: una scultura degli anni Settanta, creata dagli studenti della Scuola di Architettura di Genova. Rappresenta una mappa della città vista dall’alto, realizzata con piastrelle di ceramica. Era un pezzo molto interessante, ma i colori originali – troppo accesi – non si armonizzavano con l’estetica del nostro progetto. Abbiamo quindi coinvolto due restauratrici, che hanno ripreso la nostra palette cromatica e aggiornato il pezzo, mantenendo però il suo spirito originale».
Per arricchire gli spazi, sono state selezionate opere d’arte in dialogo con l’estetica dell’hotel. ” «Ad esempio, ci sono pezzi di un’artista francese, che è venuta personalmente a installare le sue opere. Quella nella sala principale rappresenta il simbolo dell’infinito. Abbiamo scelto quadri di pittori emergenti per la sala colazione e il ristorante, oltre a tre opere di Scanavino. Le sculture: quando una scultura è in legno, abbiamo creato basamenti in pietra, e viceversa, per mantenere un equilibrio tra i materiali».
Un’opera richiama la forma di un fossile – «una scelta che abbiamo fatto per valorizzare il legame con la natura e con il tempo. Tutti questi dettagli vogliono trasmettere un’idea di continuità e dialogo tra arte, materiali e spazi».



Sostenibilità e legame con il territorio a Capitolo Riviera
Sia al ristorante che in tutto il progetto di ospitalità si è voluto adottare un approccio sostenibile, privilegiando fornitori italiani e materiali di alta qualità. «Gli arredi e i dettagli di design sono tutti realizzati in Italia. Abbiamo voluto dare un tocco locale, come i tappeti in cementine che vedete all’ingresso e nel ristorante. La cementina è un materiale tradizionale della Liguria, un composto naturale di cemento arricchito con disegni particolari. Abbiamo collaborato con un artigiano dell’entroterra ligure, che produce ancora queste piastrelle in modo completamente artigianale, per creare due tappeti personalizzati che richiamano le radici storiche della regione».
Il coinvolgimento della comunità locale. «Non ci limitiamo alle forniture: anche in cucina lavoriamo con agricoltori e produttori dell’entroterra ligure. Le marmellate, i formaggi, le uova, la carne – tutto proviene da aziende locali che seguono metodi artigianali e rispettosi degli animali. Ad esempio, per le carni, sappiamo esattamente come gli animali vengono allevati. Il nostro chef ha voluto conoscere personalmente uno degli agricoltori e mi ha raccontato un episodio bellissimo: con il GPS, ha rintracciato una vacca libera in montagna e l’ha trovata mentre pascolava vicino a un lago naturale».

Tecnologie sostenibili e vincoli paesaggistici
«Per ridurre il nostro impatto ambientale, abbiamo scelto di eliminare completamente l’uso della plastica e di adottare sistemi come la domotica e luci LED in tutte le aree. Essendo un hotel nuovo, abbiamo potuto integrare fin dall’inizio queste soluzioni sostenibili. Tuttavia, ci troviamo a meno di 300 metri dal mare, in un’area sottoposta a severi vincoli paesaggistici. Per questo, abbiamo dovuto installare i pannelli fotovoltaici in modo che non si vedessero».
L’ardesia è una pietra tipica della Liguria, molto presente nell’entroterra e largamente utilizzata nella tradizione edilizia della regione. «Tutti i tetti liguri, ad esempio, sono fatti in ardesia. Anche noi abbiamo scelto di impiegarla per diversi elementi della struttura: le piane dei terrazzi sono in ardesia, così come. alcune finiture tecniche. È una pietra che dona carattere e si sposa con l’identità del territorio».
Un nuovo capitolo nell’ospitalità ligure
La scelta del nome. «Volevamo che riflettesse l’identità e la storia dell’hotel. Da una parte, ‘Capitolo’ indica un nuovo inizio: questo è un albergo storico, con oltre cinquant’anni di attività, ma i lavori di ristrutturazione hanno segnato l’apertura di un nuovo capitolo nell’ospitalità genovese».
«Inoltre, il nome allude all’esperienza degli ospiti. Ogni vacanza o soggiorno è come un piccolo capitolo nella storia personale di chi lo vive, e noi vogliamo essere parte di quei momenti, contribuendo a renderli speciali. Infine, c’è anche una prospettiva futura: se questo modello avrà successo, ci piacerebbe replicare l’idea di Capitolo in altre destinazioni. Questo hotel potrebbe essere il primo di una serie di nuovi progetti».
La clientela internazionale e il fascino della Riviera
«La nostra clientela è un mix di ospiti italiani e stranieri, con una prevalenza di americani, tedeschi, inglesi, francesi e svizzeri. Gli americani sono attratti dal fascino delle Cinque Terre e di Portofino, che rappresentano un richiamo fortissimo per il turismo internazionale. I tedeschi, i francesi e gli svizzeri, invece, scelgono questa zona anche per una questione di vicinanza geografica. Gli inglesi, oltre a essere da sempre affezionati alla Riviera Ligure, beneficiano di voli diretti che rendono più comodo raggiungere Genova».
Matteo Mammoli
