Eomondo Rimini 2025

Ecomondo 2025: la transizione ecologica nelle sue applicazioni industriali

Dai sistemi energetici alla gestione dei rifiuti, dall’acqua ai materiali e alla mobilità: a Rimini, Ecomondo 2025 mostra pratiche e tecnologie oggi operative nella transizione ecologica

Ecomondo 2025: industrie e infrastrutture della transizione ecologica in mostra a Rimini

Il quadro che emerge non è unitario. Alcune trasformazioni sono misurabili, come la crescita della quota di energia elettrica prodotta da rinnovabili e gli alti livelli di riciclo dei rifiuti. Altre aree avanzano a velocità ridotta, come la mobilità elettrica, la riorganizzazione urbana e la gestione del suolo. Le filiere non procedono in modo sincronizzato. La transizione si manifesta come una serie di segmenti in movimento, non ancora riconducibili a un’unica forma.

Impegno umano e pratiche amministrative nel settore energetico

Nel settore energetico, gli ultimi anni hanno registrato un aumento della produzione da fonti rinnovabili. La riduzione delle emissioni di gas serra rispetto agli anni Novanta è confermata, ma il ritmo di crescita delle nuove installazioni eoliche e fotovoltaiche ha subito un rallentamento nell’ultimo anno. Questo dato è stato più volte richiamato negli incontri tecnici durante la fiera.

L’elemento ricorrente è la necessità di continuità politica e amministrativa. L’impegno umano, in questo contesto, si traduce nella capacità delle istituzioni di mantenere norme stabili, procedure autorizzative semplificate e modalità di accesso definite agli incentivi. La tecnologia non rappresenta l’ostacolo principale. Sono le condizioni operative a determinarne l’adozione.

Negli spazi dedicati alle comunità energetiche emerge una dinamica analoga. I modelli di condivisione energetica sono disponibili, così come gli strumenti giuridici e tecnici per attivarli. La loro diffusione dipende, però, dalla capacità dei territori di coordinare attori diversi e sostenere nel tempo la gestione degli impianti. Il passaggio non riguarda l’ideazione del sistema, ma il suo mantenimento.

Economia circolare e riciclo: consolidamento tecnico e limiti industriali

L’economia circolare rimane uno dei settori più consolidati della transizione. Il recupero e il riciclo dei materiali raggiungono livelli elevati, in particolare negli imballaggi e nei rifiuti urbani. La capacità di trattamento è strutturata e distribuita sul territorio. Tuttavia, la circolarità non si traduce automaticamente in adozione industriale.

In alcuni comparti, come la plastica rigenerata, la produzione del materiale riciclato non trova un utilizzo continuo. Quando la domanda industriale non è stabile, la filiera tende a oscillare. Questo aspetto è emerso nella parte espositiva dedicata ai materiali: tecnologie di riciclo avanzate convivono con l’assenza di meccanismi di acquisto e integrazione nei processi produttivi.

Il punto non riguarda la qualità tecnica dei materiali rigenerati, ma la loro collocazione economica. La transizione circolare richiede che la sostituzione della materia prima vergine con quella recuperata avvenga non in via episodica, ma come prassi consolidata.

Risorse idriche, agricoltura e suolo: adattamento territoriale

La gestione dell’acqua e del suolo ha assunto un ruolo centrale nell’edizione di quest’anno. L’alternanza tra siccità e precipitazioni intense ha reso evidente la necessità di sistemi capaci di trattenere, distribuire e riutilizzare le risorse idriche. Le tecnologie esposte riguardano il monitoraggio delle perdite, la digitalizzazione delle reti e l’integrazione tra bacini artificiali e naturali.

Nel settore agricolo, l’aumento delle superfici condotte con metodi biologici è un dato strutturale. Tuttavia, la resa delle colture risente delle condizioni climatiche e idriche. La transizione agricola avanza con tempi lunghi, legati ai cicli colturali e alla disponibilità delle risorse idriche nel medio periodo. Non si tratta di sostituire processi, ma di riconfigurare relazioni tra acqua, suolo, produzioni e clima.

Fragilità umana come condizione infrastrutturale del territorio urbano

La fragilità umana emerge soprattutto nelle aree urbane. Le ondate di calore degli ultimi anni hanno evidenziato limiti strutturali di edifici, strade e infrastrutture non progettate per temperature prolungate e picchi estivi. La questione non riguarda i comportamenti individuali, ma la forma fisica delle città.

Gli interventi presentati a Ecomondo includono pavimentazioni drenanti, superfici riflettenti, corridoi verdi, sistemi di ventilazione naturale e procedure per ridurre l’uso di materiali ad alta conducibilità termica negli spazi pubblici. Questi interventi non modificano la struttura urbana in modo immediato, ma agiscono sulla capacità di mantenerla abitabile.

La fragilità, in questo senso, non è un punto debole: è il dato da cui partire per definire le nuove condizioni della permanenza urbana.

Eomondo Rimini 2025
Eomondo Rimini 2025

Mobilità e catene del valore: una riorganizzazione lenta

Nel settore della mobilità, il passaggio verso modelli meno dipendenti dall’automobile privata procede con gradualità. L’auto elettrica è presente, ma non ha ancora modificato in modo sostanziale il sistema di mobilità complessivo. Il numero di colonnine di ricarica e la loro distribuzione sul territorio rispecchiano differenze marcate tra aree urbane e zone periferiche.

La filiera produttiva dei veicoli elettrici è legata a catene di approvvigionamento esterne per componenti e batterie. Questo elemento incide sui costi e sui tempi di produzione e diffusione del mezzo elettrico. La fiera ha mostrato progetti di rinnovo delle flotte del trasporto pubblico e sistemi di mobilità integrata, ma l’applicazione è ancora limitata a contesti specifici.

La riorganizzazione della mobilità non dipende solo dalla tecnologia dei veicoli, ma dalla distribuzione dello spazio urbano e dalla disponibilità di alternative praticabili all’uso dell’auto privata. È un processo che procede per modifiche incrementali.

Appartenenza alla comunità e trasformazione graduale degli spazi urbani

L’appartenenza alla comunità emerge nei processi urbani su scala locale. Molte città stanno introducendo interventi puntuali su ombreggiamento, aumento del verde pubblico, connessioni ciclabili e riorganizzazione dei percorsi pedonali. Questi interventi non definiscono un nuovo modello urbano, ma adeguano quello esistente alle condizioni climatiche attuali.

La continuità di questi processi dipende dalle risorse disponibili nei prossimi anni. Diverse amministrazioni hanno segnalato la necessità di strumenti che permettano di proseguire gli interventi oltre la scadenza dei finanziamenti già assegnati. La transizione urbana non procede per grandi opere, ma per manutenzione continua.

La comunità, in questo contesto, è un insieme di pratiche di gestione condivisa dello spazio, non un riferimento identitario o culturale.

Tessile e biomateriali: presenza ridotta e comunicazione non sempre esplicita

L’area dedicata ai materiali include soluzioni legate al riciclo delle fibre, ai processi di tintura con ridotto uso di acqua e ai biomateriali. Il settore tessile è presente, ma con una visibilità limitata rispetto ad altri comparti. Gli stand risultano curati nella presentazione, ma la comunicazione delle applicazioni concrete appare spesso sintetica.

Non sempre è immediato comprendere in quale fase della filiera i materiali possano essere inseriti, quali volumi di produzione siano già disponibili o quali settori industriali possano adottarli. L’impressione è che molte soluzioni siano in una fase di passaggio tra prototipo e applicazione su larga scala.

Questa osservazione non riguarda la qualità dei progetti, ma la chiarezza del loro posizionamento: per rendere leggibile la transizione tessile, occorre mostrare i passaggi, non solo i risultati attesi.

Una transizione operativa che richiede continuità

Ecomondo 2025 restituisce un quadro di transizione in corso, non ancora stabilizzato. Le filiere avanzano, ma con velocità differenti. La tecnologia disponibile non garantisce, da sola, la trasformazione. La condizione decisiva è la costanza: continuità delle politiche, stabilità delle regole, coordinamento tra attori pubblici e privati.

La transizione ecologica non procede per accelerazioni improvvise. Richiede strumenti che vadano oltre il perimetro dei singoli progetti o dei finanziamenti a breve termine. Senza continuità amministrativa, gli avanzamenti tecnici restano circoscritti. Senza coordinamento tra territori, le esperienze locali non diventano modello. Senza una struttura di incentivi stabile, le filiere industriali si espandono e si contraggono seguendo i cicli di costo delle materie prime. Il punto non è introdurre nuove tecnologie, ma rendere operative quelle già disponibili in condizioni reali. La domanda principale non riguarda cosa si potrebbe fare, ma cosa si riesce a mantenere nel tempo.

La transizione non ha bisogno di un linguaggio più persuasivo, né di narrazioni semplificate. Ha bisogno di continuità, monitoraggio, riequilibrio graduale delle filiere, capacità di apprendimento istituzionale. Questo richiede tempi lunghi. I risultati non sono immediati né uniformi e non si misurano solo attraverso indicatori quantitativi. La trasformazione modifica anche le forme degli spazi, la gestione del territorio, la distribuzione delle infrastrutture, il rapporto tra città e risorse.

La transizione ecologica, dunque, non è una direzione: è una condizione. Ecomondo 2025 mostra che molte parti del sistema hanno già iniziato a cambiare. Il compito ora è garantire che questo cambiamento non rimanga episodico, ma diventi struttura.

Ecomondo

Ecomondo è la fiera annuale di riferimento in Italia per le tecnologie e i servizi legati alla transizione ecologica. Si tiene a Rimini e riunisce imprese, enti pubblici, consorzi, centri di ricerca e amministrazioni locali. I settori rappresentati includono energia, rifiuti, acqua, mobilità, materiali e gestione del territorio. La fiera ospita anche tavoli tecnici e momenti di confronto tra operatori istituzionali e industriali. È utilizzata per presentare lo stato attuale delle filiere ambientali e i processi di trasformazione in corso.

Ecomondo 2025 si è svolto a Rimini in una fase in cui la transizione ecologica non è più presentata come indirizzo generale, ma come insieme di processi già avviati, con livelli di avanzamento diversi a seconda delle filiere. La fiera riunisce attori pubblici e privati, consorzi, imprese, enti territoriali e centri di ricerca che operano nei settori energia, rifiuti, mobilità, risorse idriche, agricoltura e materiali. L’edizione di quest’anno ha reso leggibile una condizione comune: le tecnologie sono disponibili, i percorsi normativi esistono, ma la stabilizzazione della transizione richiede continuità, coordinamento e costanza.

Debora Vitulano

Eomondo Rimini 2025
Palacongressi di Rimini – IEG Expo