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Gli archivi effimeri e ruvidi della moda, esplorati con Marco Pecorari

Marco Pecorari con Ephemeral Matters porta alla luce storie di moda dimenticate che sfidano la concezione tradizionale di archivio – tra inviti, polaroid e tessuti fragili

Una conversazione con Marco Pecorari, curatore di Ephemeral Matters: Into the Fashion Archive al Museo Nazionale di Arte e Design di Oslo, in mostra dal 19 Ottobre 2024 al 23 Marzo 2025

Marco Pecorari esplora il concetto di ruvidità e l’effimero attraverso il prisma degli archivi della moda. «La ruvidità è l’imperfezione che emerge dall’ordinario, dall’incompleto e dal fragile», afferma Pecorari, curatore di una mostra che sfida le convenzioni degli archivi tradizionali, spostando l’attenzione sugli oggetti effimeri che solitamente vengono scartati. Ephemeral Matters è un viaggio nella memoria della moda attraverso materiali che non durano, ma che, paradossalmente, lasciano un segno indelebile.

«Nella mia ricerca sugli archivi della moda, ho notato come molti oggetti – inviti, polaroid, campioni di tessuto – siano considerati privi di valore perché temporanei. Proprio la loro transitorietà li rende preziosi. La ruvidità è ciò che ci ricorda che la moda è un processo in continua evoluzione, sempre in dialogo con il tempo e con il contesto culturale in cui è inserita. Raccontano storie dimenticate, rivelando l’essenza della moda non attraverso ciò che è perfetto, ma attraverso ciò che è imperfetto, ruvido e temporaneo».

Dall’arte fiamminga alla moda: il concetto di effimero

«Effimero deriva dal termine latino Ephemera, usato originariamente per indicare un’infiammazione di breve durata o insetti che vivono solo per un giorno», spiega Pecorari. «Nel tempo, il termine è stato adottato dai pittori fiamminghi per rappresentare la fragilità della vita nelle nature morte. Oggi, nel mondo della moda, l’effimero diventa una metafora per il consumo rapido e per la natura caduca di questo settore».

La mostra esplora proprio questa fragilità, mettendo in risalto come gli oggetti effimeri non siano meno significativi degli abiti stessi. «La moda non è solo un prodotto finale, ma un insieme di momenti, di processi e di dettagli che spesso vengono dimenticati. Ephemeral Matters cerca di riportarli alla luce».

Fans. Collection_Diktats. Owner_Antoine Bucher and Nicolas Montagne
Fans. Collection Diktats. Owner: Antoine Bucher and Nicolas Montagne
Couture Houses Media Images. Collection_Diktats. Owner_Antoine Bucher and Nicolas Montagne
Couture Houses Media Images. Collection Diktats. Owner Antoine Bucher and Nicolas Montagne
Details of Dior, Monte Carlo SpringSummer 1956, Paper Pattern, 1956. Collection The National Museum’s Documentation Archive. Photo Nasjonalmu1
Details of Dior, Monte Carlo SpringSummer 1956, Paper Pattern, 1956. Collection The National Museum’s Documentation Archive. Photo Nasjonalmu

Il dialogo tra passato e presente negli archivi

Fashion Remains, il progetto di ricerca da cui nasce la mostra, si concentra sul ruolo dell’effimero nella moda. Pecorari spiega: «Con Ephemeral Matters, abbiamo voluto ampliare questa idea, includendo non solo collezioni pubbliche, ma anche private, e coprendo un arco temporale che va dal Sedicesimo secolo ai giorni nostri. Volevamo mostrare come la moda non sia solo un processo creativo, ma anche un processo di archiviazione, dove ogni oggetto, anche il più insignificante, può raccontare una storia».

L’idea è di offrire uno sguardo diverso sulla moda, un’interpretazione che va oltre gli abiti e si focalizza sui processi di creazione e sulle tracce che questi lasciano nel tempo. La mostra ruota attorno all’idea che anche gli oggetti più insignificanti possano avere un grande impatto: «Inviti, fatture, cataloghi, polaroid: questi materiali ci permettono di entrare in contatto con il processo creativo, offrendoci uno sguardo diverso sulla moda. Non sono solo accessori o documenti, ma testimonianze di un mondo che spesso rimane nascosto dietro le quinte».

Pecorari sottolinea come il pubblico della mostra sia invitato a riflettere su ciò che la moda lascia dietro di sé: «Questi oggetti ci parlano della complessità del sistema moda, del dialogo continuo tra creatività e consumo, tra effimero e permanenza».

Un percorso attraverso i secoli: dal XVI al XXI secolo

Ephemeral Matters si distingue anche per il suo ampio arco temporale, che copre oltre quattro secoli di storia della moda: «Abbiamo voluto mostrare come l’effimero si sia evoluto nel tempo, attraverso i cambiamenti tecnologici e culturali. Nella mostra, per esempio, ci sono materiali che illustrano l’evoluzione della stampa e della comunicazione tra il XIX e il XX secolo. È interessante vedere come la tecnologia abbia influenzato non solo la produzione degli abiti, ma anche il modo in cui vengono comunicati e conservati».

Scoperte dagli archivi della moda

«Uno degli aspetti più interessanti della mia ricerca è stato scoprire come questi oggetti effimeri, considerati marginali, abbiano un ruolo fondamentale nella creazione dell’identità di una collezione o di un designer. Piccoli cataloghi, fatture o inviti di piccole case di moda che oggi sono dimenticate ci raccontano una storia diversa della moda, una storia fatta di dettagli, di momenti effimeri che però hanno lasciato un segno duraturo».

Questa scoperta mette in evidenza come la moda non sia solo il risultato delle grandi firme, ma anche di quelle piccole realtà che hanno contribuito a plasmare l’industria nel corso dei secoli.

Il ruolo della comunità LGBTQ+ nelle fanzine

Un altro aspetto esplorato nella mostra è il ruolo della comunità LGBTQ+ nella moda, in particolare attraverso le fanzine: «Le fanzine queer sono state uno strumento di resistenza culturale, un modo per esprimere un’estetica alternativa e ribelle. Nella moda, spesso queste idee vengono assimilate e commercializzate, ma le fanzine mantengono quella ruvidità, quella crudezza che riflette la realtà delle comunità marginalizzate».

La mostra include archivi di fanzine che offrono un punto di vista unico sulla relazione tra moda e controcultura, mettendo in evidenza come la ruvidità e l’imperfezione possano essere forme di resistenza.

Collezionisti privati e il futuro della conservazione dell’effimero

«I collezionisti privati giocano un ruolo nella conservazione degli oggetti effimeri», afferma Pecorari. «Spesso sono i primi a riconoscere il valore di questi materiali, molto prima che lo facciano le istituzioni pubbliche. Nella mostra, abbiamo collaborato con diversi collezionisti privati, che ci hanno permesso di esporre oggetti che altrimenti sarebbero andati perduti».

Questa collaborazione dimostra l’importanza del collezionismo privato nel preservare la memoria storica della moda e ci invita a riflettere sul futuro della conservazione degli archivi.

Marco Pecorari

Marco Pecorari è docente di moda e cultura visiva presso la Parsons School di Parigi. Il suo lavoro di ricerca si concentra sulla storia degli archivi di moda e sull’importanza dell’effimero e della ruvidità nel processo creativo. Con la mostra Ephemeral Matters, Pecorari esplora nuove frontiere della conservazione e del racconto storico della moda, mettendo in luce materiali e oggetti dimenticati che rivelano storie straordinarie.

Alessia Caliendo

Zines. Collection Queer_ Zine Archive Project. Owner_Milo Miller
Zines. Collection Queer Zine Archive Project. Owner Milo Miller