Aerei sopra New York: fotografia e comunità sotto le rotte di LaGuardia

Il progetto di David Rothenberg racconta in immagini l’impatto degli aerei sulla quotidianità di un quartiere del Queens, sospeso tra realismo e surrealtà, tra rumore, inquinamento e isolamento urbano

David Rothenberg e il surrealismo quotidiano di East Elmhurst

East Elmhurst è un quartiere residenziale con un’atmosfera unica. Situato accanto all’aeroporto LaGuardia, vive sotto il continuo passaggio di aerei a bassa quota: una presenza invasiva che attraversa cielo e quotidianità, rendendo l’area—e in particolare l’enigmatico Landing Lights Park—un paesaggio abitato da contrasti.

Attraverso il suo obiettivo, il fotografo newyorkese David Rothenberg offre un esercizio visivo sulla percezione, capace di trasformare la normalità di un tipico quartiere americano in qualcosa di stratificato, sospeso e poeticamente surreale. Punti di vista che resterebbero altrimenti disconnessi, nelle sue immagini si incontrano e si intrecciano.

Dai non-luoghi ai paesaggi urbani intimi: la narrazione fotografica di Rothenberg

Quello che a prima vista potrebbe sembrare una sequenza di “non-luoghi”—secondo la definizione dell’antropologo Marc Augé—diventa, nel racconto visivo di Rothenberg, una testimonianza diretta della presenza umana in spazi spesso trascurati o visti solo come zone di passaggio.

«Per molti, questi quartieri esistono ai margini della narrazione visiva della città. Ma per me rappresentano l’espressione più viva della sua umanità», afferma.

Il suo lavoro riflette una visione coerente: luoghi sospesi, immersi nella vita urbana, ma anche fortemente alterati da essa. In Covered Tracks (2015–17), Rothenberg ha indagato il rapporto tra paesaggi urbani e oggetti lungo la linea 7 della metropolitana. In Roosevelt Station (2019–20), ha ritratto i pendolari nelle ore di punta in una delle stazioni più trafficate di New York. Anche nei momenti di massima frenesia, le sue fotografie mantengono una calma inaspettata, quasi un silenzio interiore: come se il caos della città non riuscisse a spezzare i ritmi intimi della vita quotidiana.

In quelle che definisce «concentrazioni frenetiche del ritmo urbano», Rothenberg osserva a lungo, con pazienza. Attende. E cattura volti e momenti che altrimenti passerebbero inosservati.

David Rothenberg, Landing Lights Park
David Rothenberg, Landing Lights Park
David Rothenberg, Landing Lights Park
David Rothenberg, Landing Lights Park
David Rothenberg, Landing Lights Park
David Rothenberg, Landing Lights Park

Landing Lights Park: una tasca di quiete surreale sotto i jet

Dal 2018, Rothenberg ha rivolto la sua attenzione a Landing Lights Park, dove il fragore assordante degli aerei in transito contrasta con la tranquillità quasi irreale che si respira nelle sue immagini. Una quiete sospesa sotto l’invasione acustica.

«Durante il volo, si percepisce una netta separazione dal mondo esterno», osserva. «Gli aeroporti sembrano realtà isolate dai quartieri che li circondano. E i livelli di sicurezza che li proteggono rafforzano questa disconnessione.»

Il parco vive così in una dimensione liminale, sospesa tra realtà e astrazione, in cui il tempo stesso sembra seguire regole differenti.

Ritratti a mezz’aria: lo sguardo rovesciato tra terra e cielo

Nelle sue immagini, gli aerei sembrano sfiorare i tetti delle case, sfidando la logica e l’equilibrio urbano. Ma Rothenberg non si limita a documentare il passaggio dei velivoli: spinge l’obiettivo verso le finestre delle cabine, catturando i volti dei passeggeri. Da terra, coglie sguardi rivolti verso il basso—un ribaltamento dell’osservazione.

«Quando si è dentro una cabina pressurizzata e climatizzata, l’isolamento si intensifica», racconta. «Non mi aspetto mai che chi è in volo veda me, tantomeno che venga fotografato. Ma quegli scatti rivelano una vulnerabilità rara: mostrano uno spazio normalmente nascosto.»

Ogni ritorno a questo angolo del Queens diventa per lui un’esplorazione nuova. Oggetti, persone, scene di ordinaria quotidianità si ritrovano improvvisamente immersi in un paesaggio surreale, sovrastato da jet commerciali che rompono la continuità del cielo. «Quel contrasto tra l’intimità del conosciuto e l’intrusione del meccanico è il cuore del progetto.»

Rumore, inquinamento e il prezzo ambientale della prossimità al volo

Durante il lavoro, Rothenberg ha documentato anche le tensioni ambientali che segnano il quartiere. Gli atterraggi sono meno rumorosi dei decolli, ma la costanza del rumore, unita alle polveri sottili e ai gas degli aerei, rende la vita sempre più complicata per chi abita lì.

«I residenti inviano spesso reclami alle autorità aeroportuali», spiega. Il parco diventa così il simbolo di domande più ampie sull’ambiente. I jet che sfrecciano a bassa quota non creano solo disagio acustico: aggravano un problema concreto di inquinamento dell’aria. Rothenberg accoglie questa intersezione tra paesaggio urbano ed ecologia, e spera che le sue fotografie trasmettano la precarietà di cui oggi dobbiamo prendere atto. «Queste immagini ci ricordano quanto sia fragile l’equilibrio con il nostro ambiente costruito.»

David Rothenberg, Landing Lights Park
David Rothenberg, Landing Lights Park
David Rothenberg, Landing Lights Park
David Rothenberg, Landing Lights Park

Realtà o simulazione? Quando la fotografia documentaria imita l’irrealtà digitale

Il progetto di Rothenberg, pur documentando un contesto reale, solleva un dubbio sottile e attualissimo: ciò che vediamo è vero o simulato?

Nell’era delle immagini generate dall’intelligenza artificiale, molte sue fotografie sembrano finte, ricostruite digitalmente. «È incredibile quanto ormai la nostra percezione visiva sia modellata da contenuti manipolati e video virali», riflette. «E questo mi riporta a ciò che ho vissuto durante l’11 settembre—un momento che ha cambiato radicalmente il mio senso della realtà e il nostro rapporto collettivo con le immagini.»

Ricorda lo shock visivo di fotografie come The Falling Man, con il loro dettaglio iperrealista. «Sembravano impossibili. Ma erano vere. E quello stesso senso di realtà disturbata mi ha accompagnato anche nel lavoro su Landing Lights Park.»

Nel 2018, l’IA creativa era ancora agli albori e il pubblico era più scettico. Ma secondo Rothenberg, già allora la nostra alfabetizzazione visiva stava cambiando. La manipolazione mediatica e la sfiducia diffusa ci stavano spingendo a riconsiderare il significato stesso della fotografia.

Dal lavoro sul campo al libro fotografico: pubblicazione e riconoscimenti

Landing Lights Park è stato pubblicato dalla casa editrice Roman Nvmberals e incluso da Time tra i Migliori Photobook del 2018.

L’artista: David Rothenberg

David Rothenberg è un fotografo e docente con base a New York. Ha vinto il PHOTO 2021 x Perimeter International Photobook Prize con il volume Roosevelt Station, e nel 2019 ha ricevuto la borsa di studio della Peters S. Reed Foundation.

Il suo lavoro è stato pubblicato da testate come The New York Times, Hyperallergic, Libération, Die Zeit e The New Yorker. Le sue fotografie fanno parte della collezione permanente del Museum of the City of New York e di numerose raccolte speciali, tra cui quelle della School of the Art Institute of Chicago, del MoMA e dell’Amon Carter Museum of American Art.

Ha conseguito un MFA al Bard College e un BFA alla Parsons School of Design.

Claudia Bigongiari

David Rothenberg, Landing Lights Park
David Rothenberg, Landing Lights Park
David Rothenberg, Landing Lights Park
David Rothenberg, Landing Lights Park
David Rothenberg, Landing Lights Park
David Rothenberg, Landing Lights Park
David Rothenberg, Landing Lights Park
David Rothenberg, Landing Lights Park
David Rothenberg, Landing Lights Par