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Perché il lino è una fibra nobile? Filiera tessile corta o globale: dalla Normandia all’Italia

Dalla cooperativa Terre de Lin alla manifattura del Gruppo Albini: il lino europeo e il suo tracciamento, tra rotazioni agrarie, selezione varietale e tessitura industriale

Il lino in Normandia con Terre de Lin: una coltivazione secolare che segue i ritmi della terra

In Normandia, Terre de Lin è la più grande cooperativa liniera d’Europa, composta da circa 750 agricoltori e con oltre ventimila ettari dedicati alla produzione della fibra: «Sono la quinta generazione. Coltiviamo lino ogni sei anni. Potrei farne di più, ma preferisco così: il lino è una pianta con memoria».

La coltura risente della frequenza con cui viene seminata sullo stesso terreno. Rispettare la rotazione colturale – uno su sei anni – significa ridurre la necessità di fertilizzanti e ottenere fibre più lunghe e resistenti: «Il lino coltivato con questa accortezza ha meno bisogno di azoto e mantiene un tasso di filasse più alto». Il filasse è una fibra lunga di qualità, utilizzata per filati fini. 

Ogni fase della coltivazione è pianificata in anticipo. Il suolo viene lasciato in condizioni favorevoli, con lavorazioni leggere per non alterarne la struttura e salvaguardarne la capacità drenante.

Imprenditoria etica: la storia condivisa di Terre de Lin e Gruppo Albini

La storia di Terre de Lin inizia nel 1939, quando i linicoltori della regione decisero di riunirsi in una cooperativa per valorizzare in modo collettivo le loro produzioni. All’epoca si vendeva principalmente a compratori belgi. Oggi, Terre de Lin include sei siti produttivi, con quattrocento dipendenti, e si occupa di tutte le fasi: dalla selezione delle sementi alla pettinatura della fibra lunga, passando per il rammollimento, la stigliatura e la classificazione.

La cooperativa crea e registra anche nuove varietà di piante, attraverso processi di selezione e incrocio. Sviluppa nuove varietà di lino adatte a specifici climi o resistenze – come le malattie e parassiti che potrebbero colpire la pianta. Terre de Lin vende queste varietà ad altri soggetti, compresi i concorrenti, e detiene i diritti di proprietà intellettuale sulle varietà registrate. La produzione di seme consente ai soci di mantenere un’autonomia produttiva e affrontare le variabilità climatiche con maggiore sicurezza.

Terre de Lin collabora con il gruppo italiano Albini, che dalla Normandia prende la fibra di lino per i suoi tessuti. Albini è nato nel 1876 a Bergamo, dove mantiene la sua sede principale. Oggi si prepara a celebrare centocinquant’anni di storia nel 2026. Oltre tredicimila referenze all’anno, esportate in più di ottanta paesi.

La collaborazione tra Albini e Terre de Lin ha preso forma all’inizio degli anni Duemila. «Albini è venuta da noi a premiare i nostri migliori agricoltori», spiega Anne Nizery, membro della cooperativa. «È una relazione storica, fatta di dialogo continuo».

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Terre de Lin collabora con il gruppo italiano Albini, che dalla Normandia prende la fibra di lino per i suoi tessuti

Materie prime naturali: il ciclo del lino comincia ben prima della semina – dalla selezione dei campi alla macerazione naturale 

La coltivazione del lino segue un calendario. La selezione dei campi avviene con tre anni di anticipo. Dopo la raccolta del grano, nell’estate precedente alla semina, le stoppie vengono rimosse e il terreno preparato con lavorazioni leggere per non compattare il suolo: «Seminiamo a partire dal 15 marzo, quando il terreno è asciutto e l’umidità è intorno al diciotto percento».

Il lino ha un ciclo vegetativo di circa cento giorni. È una coltura che si sviluppa rapidamente e non tollera ostacoli. Per questo occorre che il terreno sia ben aerato, privo di zolle, e non venga compattato da passaggi meccanici superflui. La semina è densa e superficiale: ogni metro quadrato ospita fino a duemila piantine.

Dopo la fioritura, le capsule contenenti i semi si formano rapidamente. La pianta raggiunge un’altezza di novanta, cento centimetri e viene estirpata intera, non tagliata, per preservare la lunghezza delle fibre: «Bisogna trovare il giusto equilibrio tra sviluppo della fibra e formazione dei semi».

In seguito, il lino è lasciato nei campi per la macerazione naturale, un processo che dura diverse settimane e dipende dalla combinazione tra sole e pioggia: «È il meteo che comanda. La finestra utile per intervenire è breve e va monitorata costantemente».

In Normandia, Terre de Lin è la più grande cooperativa liniera d’Europa

Economia circolare applicata al lino: la stigliatura e la lavorazione della fibra

La fibra ottenuta dalla macerazione viene portata agli impianti di Terre de Lin, dove avviene la stigliatura. In questa fase si separa la parte legnosa dello stelo dalla fibra vera e propria. Il processo avviene in più passaggi: stigliatura, pettinatura e classificazione.

Nulla va sprecato. La parte legnosa interna è impiegata per lettiere animali, pannelli isolanti o come biomassa. Anche la polvere derivante dalla stigliatura viene recuperata e utilizzata in agricoltura come fertilizzante: «Valorizziamo ogni componente della pianta, in un’ottica di circolarità».

Segue una pettinatura fine della fibra lunga, effettuata con aghi metallici in ambienti umidi per non danneggiarla. La fibra viene parallelizzata, liberata da ogni impurità e lucidata. A ogni passaggio si raccolgono dati: lunghezza, resistenza alla trazione, finezza. La classificazione avviene secondo sei criteri e determina anche la remunerazione degli agricoltori.

I lotti vengono testati con strumenti di misurazione della resistenza e finezza sviluppati in collaborazione con alcuni clienti industriali, tra cui Albini. In questa fase si costruisce una banca dati utile per regolare il pagamento agli agricoltori e per definire l’idoneità di ciascun lotto ai vari impieghi industriali.

I lotti vengono testati con strumenti di misurazione della resistenza e finezza sviluppati in collaborazione con alcuni clienti industriali, tra cui Albini

La filatura del lino e la tintura. Dalla lavorazione al tessuto: termoregolatore, antibatterico, biodegradabile

La filatura è il cuore tecnico della trasformazione: la fibra è prima lubrificata con oli vegetali per facilitarne la lavorazione, poi pettinata, stirata, filata e infine ritorta. Il risultato è un filato continuo e regolare, pronto per essere tinto e utilizzato in tessitura.

La tintura avviene in autoclavi, con controlli rigorosi su solidità, uniformità e tenuta del colore. I filati sono poi utilizzati su telai per realizzare strutture diverse: dal popeline per camicie formali, al twill e allo zephyr per tessuti leggeri. Infine, il finissaggio porta al tessuto la sua consistenza.

Imprenditoria etica: una filiera del lino tracciata e certificata

Il rapporto tra Terre de Lin e i suoi agricoltori si basa su un principio: qualità e resa determinano la remunerazione. Ogni lotto è classificato e pagato in base a criteri oggettivi: «È un sistema trasparente, pensato per riconoscere il lavoro di chi produce meglio».

Albini, a sua volta, controlla ogni passaggio della filiera, dal campo al tessuto. La tracciabilità è garantita da controlli interni e da certificazioni terze. I fornitori sono valutati anche in base al rischio Paese, con audit regolari nei contesti a maggiore vulnerabilità.

I lotti vengono testati con strumenti di misurazione della resistenza e finezza sviluppati in collaborazione con alcuni clienti industriali, tra cui Albini
La filatura è il cuore tecnico della trasformazione: la fibra è prima lubrificata con oli vegetali per facilitarne la lavorazione, poi pettinata, stirata, filata e infine ritorta

Albini Next, progetti di ecodesign e sostenibilità applicata nell’industria tessile

Terre de Lin ha un’unità dedicata alla ricerca e sperimentazione: venti ettari destinati alla selezione varietale e alla sperimentazione agronomica. Disinfetta le sementi con vapore caldo, senza uso di sostanze chimiche, e testa l’uso di estratti naturali come l’aglio per allontanare i parassiti.

La cooperativa lavora anche su soluzioni agronomiche alternative, con l’obiettivo di adattare le pratiche alla crescente instabilità climatica. In alcune prove è stato testato l’uso di varietà più tolleranti alle malattie o con cicli di crescita leggermente anticipati.

Parallelamente, Albini, attraverso il suo innovation hub Albini Next, lavora su progetti di ecodesign e sostenibilità applicata. Oltre alla coltivazione di cotone Biofusion secondo criteri rigenerativi, monitora costantemente i propri impatti. Nel 2023 ha ridotto del trentasei percento il prelievo idrico, del ventinove i consumi energetici, del trentuno i rifiuti generati e del settantacinque i rifiuti in discarica.

L’obiettivo di Albini e Terre de Lin è combinare pratiche agricole resilienti con un’industria tracciata per generare valore condiviso. Ogni fibra racconta un’identità, fatta di suolo, lavoro e ingegno. Dal campo al tessuto, il lino conserva memoria, forma e funzione.

l risultato è un filato continuo e regolare, pronto per essere tinto e utilizzato in tessitura

Gruppo Albini

Il Gruppo Albini è un’azienda tessile italiana fondata nel 1876, specializzata nella produzione di tessuti per camiceria. Opera con una filiera integrata e tracciabile, dal filato al tessuto finito. Lavora con fibre naturali selezionate, come cotone biologico, lino europeo certificato, lana, seta e canapa. Collabora con la cooperativa francese Terre de Lin, che coltiva lino in Normandia, da cui seleziona fibra lunga per la propria produzione. Il gruppo esporta in oltre ottanta paesi e ha sede a Bergamo.

Debora Vitulano

Normandia