Louis Vuitton Store Quadrilatero della Moda Plants Interior Design|Louis Vuitton inside court with plants|Louis Vuitton new opening Montenapoleone|Louis Vuitton Store Quadrilatero della Moda|Louis Vuitton Terrace with green plants and exterior furniture|Louis Vuitton Terrace with plants|Louis Vuitton Via Montenapoleone

Marco Bay: la botanica per Louis Vuitton in via Montenapoleone

Alla riapertura di Louis Vuitton in via Montenapoleone, un’intervista a Marco Bay, architetto del verde, sul progetto a Palazzo Taverna: la parola autoctono non ha più senso, la botanica è sperimentazione

Riapre la storica sede di Louis Vuitton in Via Montenapoleone, 2

A Milano, dopo un intervento lungo tre anni, riapre la storica sede di Louis Vuitton in Via Montenapoleone 2, all’interno del rinnovato Palazzo Taverna. L’iniziativa coinvolge l’intero edificio, trasformato in una meta che unisce moda, design e ristorazione. Allo stesso tempo, Louis Vuitton rinnova il legame con il contesto urbano attraverso il sostegno al Comune di Milano per la valorizzazione del patrimonio artistico, offrendo un sostegno per il restauro di un’area del Castello Sforzesco. 

All’interno di Palazzo Taverna, costruito nel 1835 su progetto di Ferdinando Albertolli, la struttura tardo neoclassica è stata ripensata per coniugare architettura storica e interventi contemporanei. Entrando dall’accesso principale, si raggiunge un cortile interno protetto da un soffitto in vetro, ispirato alle serre invernali. Al centro risalta un tipico impianto “a ringhiera”, dove le piante cadono dai ballatoi, creando un effetto verde che dona vitalità allo spazio.

I materiali e i dettagli scelti per il negozio richiamano tecniche artigianali lombarde: falegnamerie e lavorazioni in pietra provengono da laboratori locali, mentre la scala centrale trae spunto da riferimenti milanesi come Villa Necchi Campiglio e Palazzo Bagatti Valsecchi. Gli ambienti sono inoltre impreziositi da collezioni di design e opere d’arte contemporanea.

Louis Vuitton Terrace with plants
Louis Vuitton Terrace with plants

La boutique, quasi raddoppiata in estensione, ospita interi piani dedicati alle collezioni Louis Vuitton, compresa un’area riservata al design – un unicum per la Maison in Italia. Il piano interrato, interamente destinato alle proposte maschili, ha portato alla luce strutture ottocentesche che sono state restaurate e valorizzate.

In questa cornice si colloca il Da Vittorio Café Louis Vuitton, situato dove un tempo si apriva il cortile centrale. Un colonnato e una balaustra collegano l’ingresso su Via Montenapoleone all’atrio principale, creando un “giardino d’inverno” con pavimentazioni in pietre di diverse tonalità e decorazioni che rimandano a un disegno di Martin Kline. Qui, e in tutto il negozio, le piante e gli allestimenti verdi sono affidati al paesaggista milanese Marco Bay, la cui intervista segue di seguito.

Intervista a Marco Bay, architetto di giardini, il progetto di Peter Marino per Louis Vuitton a Palazzo Taverna, Via Montenapoleone

Marco Bay: «Mi muovo in paesaggi diversi. Dall’Engadina alla Sicilia. La natura comanda sia l’architettura sia i desiderata del committente. A Milano lavoro sulla terrazze. Sono un architetto di giardini, scelgo le piante, ma voglio anche inventare i vasi»

Carlo Mazzoni: Vasi in terracotta verde, realizzati in Belgio – Il decoro richiama il profilo del corrimano delle finestre del Palazzo Taverna. Marco Bay ha disposto questi vasi nel cortile di Louis Vuitton, che riapre su Via Montenapoleone dopo tre anni di cantiere. Nel cuore del palazzo, Peter Marino ha ricreato un cortile con i ballatoi – una casa a ringhiera al centro di un edificio aristocratico del tardo neoclassico, lesene ioniche coronate da timpano.

Le corti dei palazzi milanesi erano colme di piante variegati. Negli ultimi secoli, non solo nei decenni recenti. Nelle case milanesi, l’usanza era di spostare le piante nei cortili, all’ombra o al sole, quando la famiglia andava in villeggiatura – un tempo in Brianza, adesso in Versilia. Ne risultavano settaggi variegati, stratificati, che a volte restavano a dimora in queste disposizioni. I giardini milanesi sono eclettici, mescolano piante dell’orto con le palme. Marco Bay ha disposto felci arboree e asparagi (Asparagus Sprengeri) nel cortile di Louis Vuitton. L’asparago è un classico che si usava anche nei mazzi di fiori a Milano negli anni Settanta. Foglie leggere, grafiche, spumose. Marco Bay ha poi previsto le palme Alexander – o palme reali – sopra il porticato: nuovi decori, verdi, per Via Montenapoleone. 

Louis Vuitton Store Quadrilatero della Moda
Louis Vuitton Store Quadrilatero della Moda
Louis Vuitton Terrace with green plants and exterior furniture
Louis Vuitton Terrace with green plants and exterior furniture

Intervista a Marco Bay: la pianta autoctona e il gusto milanese, felci, gelsomini e asparagi in via Montenapoleone per Louis Vuitton

Marco Bay: «Non c’è la ricerca della pianta autoctona, ma un mix di gusto milanese nella sua evoluzione storica. Un giardiniere come gira il mondo alla ricerca di piante strane. A stupire i futuri fruitori di uno spazio è un mix di piante sperimentali. A Milano non esiste il paesaggio storico – la quercia appartiene ai boschi lombardi, con i suoi lupi – ma al posto dei boschi a Milano c’è la città. Non ci sono più i boschi di quercia, neanche i lupi – ecco, i lupi forse sì».

Carlo Mazzoni: La cancellata e il colonnato di elementi ionici segnano l’ingresso da Via Montenapoleone per Louis Vuitton – vi si potrà accedere anche dall’atrio principale del negozio. Un cortile così particolare per il centro di Milano: potrebbe appartenere villa piuttosto che a un palazzo cittadino. Un ambiente a veranda, un jardin d’hiver, una Glass House, di cui è stata trovata ispirazione in una vecchia fotografia scattata da Cecil Beaton. La pavimentazione è di per sé un’opera d’arte: sono state utilizzate pietre in gradazioni di colore tra il bianco e il nero, è stato riprodotto un disegno di Martin Klein. La manifattura è stata realizzata da Fantini, artigiano storico di altri cortili nel centro di Milano. Il restauro delle pareti ha recuperato gli archi originali, esaltati da una prospettiva aggiunta, così da aumentarne la profondità. Tutto il mobilio è stato prodotto su disegni inediti, nei laboratori lombardi. 

Marco Bay: «I rampicanti li stiamo coltivando. Le piante appariranno come se fossero lì da tempo. Cinque o sei tipologie, dalla Cissus Alata alla Muehlenbeckia Complexa. Peter Marino mi ha chiesto il gelsomino stellato – ma tutti i gelsomini hanno un fiore stellato. La specie botanica è Jasminum Azoricum – mentre il gelsomino falso, il rincospermo, non mi piace, plasticoso e abusato, quasi nauseabondo. All’interno, come in serra, forse i gelsomini faranno più fiori. All’interno le temperature saranno costanti, aiuteranno le piante di crescere. I rampicanti sono un mix di piante. Le fioriture non sono sempre garantite, per la luce artificiale. Un primo filtro di verde è subito sotto il portico che farà da barriera sulla Via Montenapoleone. Sui ballatoi le vasche sono in lamiera zincata sul legno. Le vasche sono chiuse, sigillate e c’è un tubo di ispezione. Con una cannetta dentro si vede il livello dell’acqua per capire se innaffiare. Non hanno scolo, no – le dosi di acqua devono essere corrette. L’irrigazione sarà manuale. Nei locali interni le foglie dovranno comunque essere bagnate. Sono previste nebulizzazioni: saranno disposti teli a protezione del negozio quando lavoreranno i giardinieri. Dovrà essere elaborato un piano di manutenzione – da condividere con tutta la logistica del negozio, dal magazzino alle pulizie»

Carlo Mazzoni: Botanica. Il grafismo delle foglie, le foglie lucide, un fiore che profuma. Le felci. Il giardino deve stupire con piante che non siano una grande azalea in fiore. 

Marco Bay: «Ci sono le tendenze legata alla botanica, gli studi storici, insieme alla curiosità di andare avanti. Un cedro non si sceglie più, si ammala facilmente. Il faggio ha bisogno di terreni freschi di un clima da mille metri. Piantare oggi questa alberi è botanicamente sbagliato. Lo dico anche dal punto di vista stilistico. Scelgo le piante in vivaio perché siano tutte una diversa dall’altro. Non posso scegliere le piante al computer, devo toccarle, sentirle».

Louis Vuitton inside court with plants
Louis Vuitton inside court with plants

Marco Bay, Il termine autoctono e la botanica sperimentale, le piazze di Milano

Carlo Mazzoni: Viviamo in un’epoca in cui tutto dovrebbe essere filiera corta, nelle città. Autoctono. Milano possiede il più grande Parco Agricolo d’Europa, nel suo contesto urbano. Il Celtis Australis – il Bagolaro, lo spaccasassi, dell’Europa – come il tiglio, queste piante sono originarie di questa zona. Gli ontani e le verne. Milano era una città che un tempo viveva al chiuso, solo recentemente la città si è scoperta alla ricerca di terrazze, cortili, di balconi, di qualsiasi angolo possibile dove far crescere un arbusto. 

Marco Bay: «Autoctono è termine che dovrebbe essere abolito, in Botanica. La Magnolia Grandiflora proviene dalla Cina, ed è considerata autoctona in Lombardia. Dovevo fare un giardino in riva al Lago Maggiore. La Soprintendenza mi chiese di usare piante autoctone. Il platano è orientale. La Ginkgo Bilboa arriva dall’Oriente. Tutto è contaminato. Le ortensie arrivano dalla Cina, dal Giappone. La canfora, un sempre verde che vent’anni fa era impensabile piantare. C’è sempre il rischio di una gelata – come successe nell’85 che ha ucciso gli ulivi di metà Italia – che rinacquero dai ceppi».

«A Milano non si piantano gli alberi nelle piazze. Da un lato, non è nella storia milanese, questa degli alberi in piazza. La verità è che richiedono manutenzione, e costano. L’Italia ha una storia di giardini che tutto il mondo ci ha invidia. I giardini italiani sono stati copiati, hanno fatto il giro del mondo. Una cultura di oltre mille anni. Oggi siamo un fanalino di coda della forestazione urbana. Qui in Italia, la mia professione è ancora per un ruolo accessorio. All’estero è complementare alla progettazione primaria. Lo dico per esperienze di lavoro che sto facendo con committenti stranieri. Vado in Inghilterra, in Francia, in Belgio, alle fiere a visitare i giardini. Tutto ruota intorno al giardino».

Carlo Mazzoni

Louis Vuitton Store Quadrilatero della Moda Plants Interior Design
Louis Vuitton Store Quadrilatero della Moda Plants Interior Design
Louis Vuitton new opening Montenapoleone
Louis Vuitton new opening Montenapoleone
Louis Vuitton Via Montenapoleone
Louis Vuitton Via Montenapoleone