Macoto Murayama Phalaenopsys Maiko Waltz

L’eredità di Massimiliano d’Asburgo fucilato in Messico per colpa di Napoleone

Trieste omaggia Massimiliano d’Asburgo e la sua passione per la botanica – al Castello di Miramare rivivono i ricordi con Carlotta del Belgio e l’Imperatrice Sissi, mentre una mostra esplora il legame tra uomo e natura

Ferdinando Massimiliano: esploratore della botanica e della scienza, la sua eredità al parco e castello di Miramare

Tra le rive del Golfo di Trieste sospeso su una scogliera che domina il mare, sorge il Castello di Miramare. Un luogo che racconta non solo l’evoluzione di un paesaggio e di una città, ma anche le passioni e le ambizioni di un uomo: Ferdinando Massimiliano d’Asburgo. Questo edificio e il parco botanico, costruito tra il 1856 e il 1860, non sono soltanto una testimonianza dell’architettura ottocentesca europea, ma anche il riflesso delle idee, delle curiosità e dei legami che Massimiliano intessé con il mondo naturale e tecnologico della sua epoca.

Larciduca Ferdinando Massimiliano dAsburgo e Carlotta del Belgio e la passione per la botanica

Il parco che circonda il castello è un esempio della passione di Massimiliano per la botanica. Si estende per ventidue ettari e ospita una varietà di specie esotiche e locali. Molte delle piante furono importate dai suoi viaggi e acclimatate grazie alle serre e ai vivai del complesso. La disposizione del giardino riflette una concezione ottocentesca del rapporto tra uomo e natura, con percorsi che invitano alla contemplazione e spazi che fondono il paesaggio naturale con quello costruito.

Il parco è un laboratorio vivente che testimonia l’impegno di Massimiliano nella conservazione e nello studio della biodiversità. La sua realizzazione coinvolse botanici e paesaggisti dell’epoca, rendendo Miramare un punto di riferimento per l’orticoltura europea. Carlotta del Belgio condivideva con il marito Massimiliano il profondo interesse per la botanica e spesso lo accompagnava nei viaggi in Asia, Africa e Americhe.  Durante i loro viaggi, spesso accompagnati da botanici esperti, raccolsero piante rare ed esotiche. Il loro lavoro contribuì alla diffusione della conoscenza scientifica e alla valorizzazione della biodiversità, rendendo il parco di Miramare un laboratorio vivente per studiosi e appassionati.

Ritratto di Massimiliano d'Asburgo esposto al Castello di Miramare
Ritratto di Massimiliano d’Asburgo esposto al Castello di Miramare

Massimiliano d’Asburgo nella sua residenza l’elezione: il  legame tra storia, tecnologia e botanica al Castello di Miramare

Massimiliano non era solo un amante della natura, ma anche un appassionato di tecnologia e innovazione. Il Castello di Miramare rappresenta una fusione tra tradizione architettonica e soluzioni tecniche all’avanguardia per l’epoca. Gli interni erano equipaggiati con sistemi moderni di riscaldamento e di illuminazione, un segno tangibile del desiderio dell’arciduca di integrare il progresso tecnologico nella vita quotidiana. L’architettura del castello riflette questa tensione verso il nuovo, combinando stili neogotici e rinascimentali con soluzioni tecniche innovative per l’epoca, come il sistema di raccolta delle acque piovane e una rete di serre per piante esotiche. Questa attenzione alla funzionalità è visibile anche nella progettazione delle serre, pensate per creare un microclima adatto alla coltivazione di piante tropicali.

La passione per la botanica, l’esplorazione e l’innovazione: Ferdinando Massimiliano

Ferdinando Massimiliano, nato il 6 luglio 1832 nel Castello di Schönbrunn a Vienna, fu il fratello minore dell’imperatore Francesco Giuseppe. Massimiliano non seguì i percorsi tradizionali riservati ai membri della famiglia Asburgo; amante del mare e della scienza, si distinse come un uomo curioso e intraprendente. Durante la sua carriera nella marina austriaca, mostrò uno spiccato interesse per le nuove tecnologie navali e per l’esplorazione geografica. Questo spirito di innovazione e di apertura culturale si tradusse anche nella sua visione per il progetto di costruzione del Castello di Miramare. Il castello non fu progettato soltanto come una residenza, ma come un luogo che potesse accogliere le scoperte e gli influssi culturali raccolti durante i viaggi di Massimiliano.

Ferdinando Massimiliano: i viaggi, la botanica e la tragica fine in Messico e il quadro di Manet

Il desiderio di scoperta portò Massimiliano in giro per il mondo. Già nel 1850 intraprese il suo primo viaggio verso la Grecia, la Turchia e la Dalmazia. Nel 1857 ad un ballo di corte in Belgio conobbe Carlotta, con la quale convolò a nozze nel luglio dello stesso anno. Insieme Massimiliano e Carlotta condivisero lo spirito di scoperta verso nuove cultura e la curiosità per la natura. La coppia visitò diverse regioni del mondo, tra cui il Brasile, dove Massimiliano approfondì i suoi interessi botanici e naturalistici. La sua sete di conoscenza e il desiderio di contribuire al progresso lo portarono ad accettare, nel 1864, la proposta di diventare imperatore del Messico, sostenuto da Napoleone III e da una delegazione di notabili messicani.  Scelta non particolarmente gradita dalla famiglia Asburgo. Il suo regno in Messico fu segnato da conflitti interni e instabilità politica.

Nonostante gli sforzi per modernizzare il paese e guadagnare il sostegno della popolazione, Massimiliano incontrò una forte resistenza da parte dei repubblicani guidati da Benito Juárez. Nel 1867, con il ritiro delle truppe francesi che lo sostenevano, Massimiliano fu catturato a Querétaro. Il 19 giugno 1867, all’età di 34 anni, venne fucilato, ponendo tragicamente fine alla sua vita. L’evento è stato impresso su tela anche dal grande pittore francese Édouard Manet, nell’opera L’esecuzione dell’imperatore Massimiliano. Nel plotone d’esecuzione i soldati non indossano divise messicane ma francesi e l’unico soldato riconoscibile in volto ricorda Napoleone III, un vero e proprio attacco esplicito alle sue politiche che avevano portato all’uccisione di Massimiliano.

Edouard Manet, L'esecuzione dell'imperatore Massimiliano, 1920
Edouard Manet, L’esecuzione dell’imperatore Massimiliano, 1920

Il castello di Miramare dopo la morte di Massimiliano d’Asburgo

Il 18 gennaio 1868, approda a Trieste la nave Novara che trasporta la salma di Massimiliano, che verrà sepolto a Vienna nella cripta dei Cappuccini. La morte di Massimiliano ebbe ripercussioni profonde su Carlotta, che, tornata in Europa poco prima dell’esecuzione, manifestò segni di squilibrio mentale. Per Carlotta continuare a vivere al Castello di Miramare era troppo doloroso così fu riportata in Belgio dalla regina del Belgio Maria Enrichetta d’ Austria dove trascorse il resto della sua vita in isolamento. In seguito alla morte di Massimiliano e la partenza di Carlotta il Castello accolse per brevi periodi la famiglia Asburgo.

La Principessa Sissi e le visite al parco e al castello di Miramare

Il castello non fu solo una residenza per Massimiliano e Carlotta, ma anche un luogo di incontro per la famiglia imperiale. Tra le sue frequentatrici più celebri vi fu l’imperatrice Elisabetta d’Austria, Sissi. Le sue visite a Miramare sono avvolte da un alone di fascino storico e hanno contribuito a rafforzare l’immagine del castello come crocevia di personalità e idee dell’epoca. Sono testimoniati almeno quattordici soggiorni dell’imperatrice Elisabetta d’Austria tra il 1869 e il 1896. Nel marzo del 1914 Francesco Ferdinando, l’erede al trono, ospitò a Miramare l’imperatore prussiano Guglielmo. Due mesi più tardi verrà assassinato a Sarajevo. Gli ultimi Asburgo che soggiornarono a Miramare furono gli imperatori Carlo e Zita.

Il castello di Miramare durante i conflitti mondiali

Al termine del primo conflitto mondiale il comprensorio di Miramare passò sotto l’amministrazione italiana. Il 24 marzo 1929 si svolse dopo lunghi restauri condotti dalla regia Soprintendenza, l’inaugurazione del museo. Museo che verrà successivamente chiuso tra il 1931 e il 1937, quando il duca Amedeo di Savoia Aosta decise di abitarvi e farvi la sua residenza. Durante l’occupazione tedesca di Trieste nel 1943, il Castello diventa una scuola per ufficiali dell’esercito tedesco e nel 1945 si insediano nel Castello truppe neozelandesi, a cui succedono quelle inglesi; da poi gli Americani, che vi rimangono dal 1951 fino al 1954, anno in cui Trieste viene restituita all’Italia secondo il Memorandum d’intesa siglato a Londra il 5 ottobre.

Il rapporto di Miramare con larte contemporanea 

«Con questa mostra diamo inizio alla rassegna Miramare contemporanea. – Andreina Contessa afferma la direttrice del Museo Storico e Parco del Castello di Miramare a Trieste e dei musei nazionali di Friuli Venezia Giulia – Lidea è quella che questo luogo diventi un luogo che dialoga con larte contemporanea. Miramare è da sempre stato un luogo di sperimentazione, soprattutto il parco nasce come luogo di sperimentazione botanica. Larte che Massimiliano e Carlotta scelgono per il parco sono opere di arte contemporanea e opere di reinterpretazione dellantico fatte al loro tempo. Ed era quanto di più contemporaneo ci fosse allepoca».

«Questo luogo ha quindi nella sua origine un elemento di sperimentazione. In fondo ad un cassetto abbiamo recentemente trovato qualcosa che non era nemmeno inventariata: delle foto di metà dell800. E cosa cera di più moderno a metà 800 della fotografia, larte che stava nascendo? Siamo uno dei pochi musei che possiede una foto scattata nel 1856 con il cantiere di Miramare in costruzione. Lattenzione al contemporaneo era fortissima nei fondatori di questo luogo. E oggi sono felice di aver riportato la contemporaneità a Miramare».  

Macoto Murayama Phalaenopsys Maiko Waltz, stampa a getto d'inchiostro, Naturae Castello di Miramare
Macoto Murayama Phalaenopsys Maiko Waltz, stampa a getto d’inchiostro, Naturae Castello di Miramare

Naturae: larte contemporanea arriva a Miramare

Oggi, il Castello di Miramare continua a essere un luogo di esplorazione e dialogo culturale. Con la mostra Naturae. Ambienti di arte contemporanea, per la prima volta l’arte contemporanea si inserisce negli spazi delle scuderie e del parco. L’esposizione, curata da Melania Rossi, riunisce diciotto artisti internazionali, tra cui Marina Abramović, Jan Fabre, Mimmo Paladino e Rebecca Horn, esplorando il rapporto tra uomo e natura. La mostra presenta oltre cinquanta opere, molte delle quali site-specific, create appositamente per il contesto di Miramare. Tra le opere più significative vi sono i grandi disegni a grafite di Serse Roma, che reinterpretano il paesaggio marino, e l’installazione di Pietro Ruffo, che riflette sull’impatto umano sul pianeta. L’arte diventa qui uno strumento di introspezione e un invito a ripensare il nostro rapporto con l’ambiente.

L’esposizione Naturae si apre con un’installazione site-specific di Pietro Ruffo, ispirata al concetto di Antropocene. Epoca geologica che segna l’impatto che l’uomo ha avuto sul clima e sugli ecosistemi del pianeta. In mostra per la prima volta due nuovi dipinti: paesaggi marini con sovrapposizioni di teschi di Neanderthal, tracce dell’umanità sul pianeta. «Sono due opere su carta dipinte a china, vogliono essere un omaggio a questo luogo. Immaginavo come i nostri antenati guardavano il mare. Le emozioni che provavano guardano lo stesso mare che guardiamo noi oggi. E il tutto è allinterno di una foresta primordiale come un ambiente che ricopriva la terra 50 milioni di anni fa e  dal quale poi veniamo tutti» spiega Pietro Ruffo.

Un luogo sfidante, Naturae tra le scuderie e il parco di Miramare, curata da Melania Rossi

«La prima volta che sono venuta qui sono rimasta estasiata dai belvedere e dai panorami e da questi elementi naturali che entrano prepotentemente e con grande grazia allo stesso tempo in questi spazi. – racconta la curatrice Melania Rossi – Le scuderie del castello sono un luogo sfidante, perché costringono ad un itinerario complesso che passa da stanza a stanza, da ambiente ad ambiente. Ambiente è anche una parola ambigua nel titolo della mostra, perché lambiente è uno spazio ma anche la natura che ci circonda. Come anche Naturae è ambigua, perché ha una pluralità di fondo. Parliamo delle tante sfaccettature della natura, delle sue tante interpretazioni. Ci invita a riflettere sulla natura che ci circonda perché in alcuni casi vediamo nelle opere degli elementi organizzi che entrano nelle opere come le ali di scarabeo di Jan Fabre o le ali ali di farfalla di Sophie Ko». 

«Ci potremmo anche immergere nellarte che si fa elemento naturale come nella pittura di Hermann Nitsch e nel disegno a grafite di Serse Roma. Il rapporto tra arte e natura e tra pensiero umano e natura è un rapporto complesso e in questo luogo c’è tutta lespressione di questo legame, sia allinterno del castello ma anche in questa mostra che si spinge anche allesterno perché si stende anche nel parco perché litinerario si apre anche anche allesterno. È una mostra che dura tanto, quasi un anno ed è in evoluzione perché durante questanno ci saranno sculture che arrivano ed omaggi ad artisti noti, la prima è Rebecca Horn con uno dei suoi Bodylandscape». 

Serse Roma A fior d'acqua grafite su carta, Naturae Castello di Miramare
Serse Roma A fior d’acqua grafite su carta, Naturae Castello di Miramare

Accessibilità e inclusività al Castello di Miramare

Grazie alla collaborazione con CoopCulture, la mostra è stata progettata per essere fruibile da tutti. Percorsi tattili per ciechi e ipovedenti, visite guidate in LIS e laboratori dedicati rendono l’esposizione accessibile anche a chi vive con disabilità. Questa iniziativa riflette un impegno concreto verso una cultura inclusiva, che possa essere condivisa senza barriere.

Il Castello di Miramare rappresenta un raro esempio di come storia, natura e innovazione possano convivere e dialogare. Con la mostra Naturae, questo luogo carico di memoria si apre al presente, offrendo uno spazio dove il passato incontra il futuro attraverso il linguaggio universale dell’arte. Miramare non è solo una testimonianza del XIX secolo, ma un invito a esplorare il nostro rapporto con il mondo, un passo alla volta.

Domiziana Montello