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Tinture vegetali, tessuti ruvidi e wabi-sabi – The House of Lyria

Riccardo Bruni di The House of Lyria, a Prato, racconta il viaggio nomade del tessuto tra artigianato e riuso nell’interior design

The House of Lyria: materie prime naturali per la casa

«Lyria è il nome di una conchiglia del Pacifico, i cui esemplari sono tutti diversi gli uni dagli altri. Da questa conchiglia abbiamo derivato il nostro leitmotiv, l’imperfezione, e lo spirito di libertà e unione che l’oceano rappresenta», spiega il fondatore di The House of Lyria Riccardo Bruni.

Lyria nasce nel 2002 e lavora con stilisti e fashion brand europei, statunitensi e asiatici. Nel 2021 sbarca nel mondo dell’interior con The House of Lyria, che produce una sua linea di tessili per la casa, realizza prodotti su commissione per residenze private, yacht, boutique hotel e rinnova arredi preesistenti. Le due anime del marchio condividono la medesima filosofia.

Lyria: lana-poliestere derivante da bottiglie recuperate dall’oceano

Nel 2019 Première Vision, l’annuale fiera del tessile che si tiene a Parigi, conferisce all’azienda pratese Lyria un premio all’innovazione tecnologica per un tessuto in misto lana-poliestere, frutto del riciclo di bottiglie di plastica recuperate dall’oceano. Il tessuto deriva da un’intuizione di Riccardo Bruni, maturata durante un volo KLM diretto a Shanghai: «Colpito dal design modernista degli interni dell’aereo, ho controllato la composizione del tessuto: poliestere, un materiale la cui qualità non mi convinceva. Trascorsi il viaggio pensando a come avrei potuto ricreare quel design con una qualità superiore. Il risultato fu questa miscellanea che ricerca la tecnicità nella naturalità. La lana che utilizziamo è trattata a bruciapelo per renderla più pulita e poi mescolata col poliestere di recupero».

Il tessuto in lana-poliestere vincitore del Première Vision Award, per esempio, è utilizzato solo per l’abbigliamento, mentre The House of Lyria ricorre esclusivamente a materie prime naturali: «Per la casa preferisco non utilizzare i derivati del petrolio, quindi non troverete fibre tecniche, ma solo quelle che vengono dalla terra, dal campo all’animale. Usiamo seta, lino, cotone, ramiè, lana. Purtroppo, in Europa è rimasto ben poco. Il cotone, per esempio, viene principalmente da India ed Egitto; la lana e il mohair dal Sudafrica; il lino e il ramiè dalla Cina».

The House of Lyria
The House of Lyria

Ruvidità e nomadismo per tessuti vivi e imperfetti

Ruvidità: «Il tessuto, quando esce dalla nostra fabbrica, ha già una vita. I tessuti sono rilavati per rompere la perfezione iniziale. Il mondo è ossessionato dalla perfezione. Preferisco il vecchio mondo. Gli anziani, dopo aver comprato un nuovo capo, come prima cosa lo lavavano. Lo facciamo anche in Lyria, con ciascuno dei tessuti, che produciamo solo in esemplari da venticinque metri ciascuno. Solo così si può eliminare l’odore della tecnicità e conferirgli un aspetto autentico e vissuto. I tessuti che escono dalle catene di produzione sono morti, i capi appesi sui manichini nei negozi sono piatti. Per garantire che i tessuti continuino a vivere negli anni, confezioniamo ogni prodotto con le istruzioni per una corretta manutenzione».

«Meno macchine e passaggi ci sono nella costruzione del prodotto, più questo è vero, autentico. Il nostro processo di tessitura è ancora quello dei nomadi di una volta, della nostra famiglia e della storia tessile pratese, che affonda le sue radici nel Bisenzio. Tradizionalmente, infatti, l’industria tessile è sempre nata vicino a corsi d’acqua, che è una delle sue materie prime indispensabili. Rifiutando le moderne tecnologie riusciamo a ridurne il consumo. Prediligiamo filati grossi e utilizziamo ancora dei vecchi telai. Nomade e ruvido è anche il colore. Una volta si tingeva con ciò che si trovava in natura: che voi andiate in Perù, in Egitto, in Iran o in Cina, i colori saranno sempre gli stessi, risultato di analoghi effetti climatici». 

The House of Lyria
The House of Lyria

Tessuti tinti con pigmenti naturali: il caffè come colore primario

I tessuti di The House of Lyria sono caratterizzati da un colore predominante, cui si accosta una palette ispirata alla foresta: «Il caffè lo ricaviamo dal macinato, il quale viene trasferito in acqua con degli aggrappanti e poi depositato sul tessuto per tingerlo in diverse tonalità. Procedimento analogo viene effettuato con altre materie prime organiche, come le cortecce, che ci permettono di ottenere nuances differenti a seconda dell’albero di provenienza, le foglie, il muschio, il tè, le ceneri. I nostri colori primari sono quelli del deserto: il beige, l’ocra, più raramente il grigio. Quando ne vogliamo introdurre altri, ricorriamo alla stampa, ma sempre cercando di riprodurre tonalità che esistono in natura».

Scopo di questi colori è sottolineare la ruvida materialità dei tessuti e riportare l’uomo moderno a una dimensione naturale e transitoria, sposando l’estetica giapponese Wabi-Sabi. Questa deriva dalla dottrina buddista e invita ad abbracciare la bellezza dell’imperfezione e ad accettare il ciclo naturale di crescita, morte e decadimento.

The House of Lyria
The House of Lyria

Il tessuto come strumento di restauro e circolarità

The House of Lyria utilizza i suoi tessuti per restaurare arredi preesistenti: «Se pensiamo all’evoluzione del design dagli anni Trenta a oggi vediamo che ci sono stati dei cambiamenti nelle linee e nelle forme, certo, ma i capisaldi rimangono gli stessi e ci sono sempre dei ritorni. Io ho sempre amato il vintage, sia nell’abbigliamento sia nell’arredamento e così abbiamo cominciato a comprare sedie e poltrone nei mercatini. Se necessario, facciamo sistemare la struttura dal tappezziere e poi cambiamo il tessuto. Sebbene i nostri tessuti non possano definirsi esattamente moderni, si differenziano dall’antiquariato. Una volta si facevano velluti molto pesanti e si utilizzavano fili grossi, mentre noi optiamo per soluzioni più raffinate, con colori attuali. Il risultato è una fusione fra un vecchio oggetto di design e un’estetica modernista, che diventa un pezzo unico, impossibile da produrre in serie. Il tessuto ci consente, dunque, di far rivivere vecchi oggetti e tagliare gli sprechi».

Una visione che il founder di Lyria vuole provare a trasmettere anche alle nuove generazioni: «Cerchiamo di insegnare ai giovani una cultura diversa da quella del consumismo e del fast fashion». Lyria apre i suoi locali ai bambini e le bambine dell’asilo accanto alla sede dell’azienda «per fargli vivere la bellezza di un luogo dove si creano cose belle». Inoltre, Riccardo Bruni ha fondato un’academy che accoglie studenti anche dall’estero. Per esempio, nel 2024 ha ospitato una delegazione di studentesse del College of Art & Design della Royal University for Women del Bahrein. 

Riccardo Bruni
Riccardo Bruni

Imprenditoria etica e sostenibilità dell’industria tessile

Riccardo Bruni si è prefisso l’obiettivo di rendere The House of Lyria un baluardo di sostenibilità dell’industria tessile, raccogliendo l’eredità della Prato ottocentesca, dove non erano ammessi sprechi di tessuto: «Inviamo gli avanzi e gli scarti della nostra produzione in laboratori in Sardegna e in Tunisia. Gli artigiani locali tagliano la stoffa in sottilissimi nastri, li annodano tra loro a formare dei fili e poi li tessono a mano con spole artigianali. Ciò che ne deriva è un tessuto tutto nuovo, che viene riutilizzato per le coperture dei divani, le imbottiture e le federe dei cuscini». L’azienda collabora anche con Fabriano per creare packaging da carta riciclata e scarti di stoffa. Inoltre, implementa pratiche volte a ridurre l’uso di prodotti chimici nei tessuti ed eliminare le sostanze tossiche e dannose dai processi produttivi in accordo col protocollo 4sustainability per il Chemical Management. 

Per Riccardo sostenibilità è anche sinonimo di imprenditoria etica e sostegno a cultura e diversità: «I prodotti di The House of Lyria sono realizzati interamente a Prato, al massimo ci spingiamo a Pistoia per la tovaglieria. Ci teniamo a non abbandonare il nostro territorio, a supportare piccoli artigiani e imprese locali con la nostra produzione esternalizzata e a includere contesti di difficoltà sociale». In collaborazione col progetto Pascal della Fondazione Santarita di Prato, Lyria accoglie in azienda giovani affetti da sindrome autistica o altri tipi di fragilità. Fa parte del Supporting Group del Museo del Tessuto di Prato e del progetto WeM_Park del Polo Universitario di Prato, per sostenere la ricerca scientifica nell’ambito della disciplina di marketing applicata alle tecnologie dell’informazione e comunicazione. Inoltre, l’azienda ha avviato una collaborazione con la Fondazione Simonetta Puccini per Giacomo Puccini e progetta di realizzare una linea di accessori ispirati ai disegni del maestro.  

The House of Lyria
The House of Lyria

The House of Lyria

The House of Lyria è un’azienda di Prato che produce tessuti e arredi tessili per la casa a partire da fibre naturali, tinte con pigmenti organici. Fondata da Riccardo Bruni, già proprietario di Lyria – marchio di abbigliamento – l’azienda produce delle sue capsule collection, realizza prodotti su commissione e restaura arredi vintage mediante l’uso del tessuto. The House of Lyria adotta una serie di accorgimenti in ottica di sostenibilità sia ambientale sia sociale e si prefigge di creare tessuti ruvidi, dall’aspetto vissuto.

Debora Vitulano