Chromakopia: Tyler The Creator's New Noir Phase Green Container|Chromakopia: Tyler The Creator's New Noir Phase

Chromakopia: la nuova fase noir di Tyler The Creator

Diventare adulti non è cosa da poco: il rapper di Los Angeles con l’escamotage di un nuovo personaggio dalle tinte horror racconta la sua esperienza dell’essere trentenne

Tyler The Creator – la data di uscita di Chromakopia e il richiamo a Halloween

La prima cosa interessante da notare sul nuovo disco di Tyler, The Creator, Chromakopia, è la data di uscita. Ancora prima di ascoltarlo, il settimo album del rapper losangelino (ottavo, se contiamo il mixtape d’esordio Bastard), si distingue a priori dalla massa uscendo di lunedì 28 ottobre, anziché di venerdì come vuole la prassi.

Non è un caso: per prima cosa, tutto il concept visivo dell’opera sembra ruotare attorno al tema di Halloween. Il filtro seppia dei video, la maschera spaventosa che indossa Tyler, lo stesso colore verde delle grafiche sono tutte cose che rimandano istintivamente a un immaginario frankensteiniano. Anche il taglio di capelli sparato in aria che l’artista ha creato per questo nuovo personaggio ricorda in qualche modo quello della sposa di Frankenstein nel primo, leggendario lungometraggio del 1931. Per cui, cacciare fuori il disco venerdì 1 novembre sarebbe stato semplicemente troppo tardi. Il giorno dopo Halloween gli americani pensano già a Natale.

Tyler The Creator contro il New Music Friday

Ancora prima delle ragioni di concept, però, c’è una piccola battaglia personale che Tyler Okonma (vero nome) sta combattendo da anni contro la decisione che ha spinto nel 2015 l’International Federation of the Phonographic Industry a spostare da martedì a venerdì le uscite discografiche. In una delle ultime interviste con Narduwar The Human Serviette (figura mitologica a metà tra un giornalista musicale e un fumetto), Tyler aveva proprio attaccato il cosiddetto New Music Friday. Parliamo del 2023. «Penso che dovremmo far uscire di nuovo la musica il martedì invece che il venerdì» aveva detto. «Non credete anche voi? La gente pensa che nel weekend tutti ascoltino musica e gli stream vadano su. Ma credo che sia un ascolto passivo, alle feste o in palestra. Non stanno davvero ascoltando».

La decisione di pubblicare Chromakopia di lunedì

In più, fissare le uscite a mezzanotte secondo il fondatore del collettivo Odd Future è «disrespectful». Sia per chi si è impegnato a fare il disco, sia per chi ha lavorato tutto il giorno e alla sera vorrebbe andare a dormire senza la fomo. E così, il nuovo disco di TTC è uscito un lunedì alle 6 di mattina dell’orario West Coast. «Così uno se lo ascolta quando va a lavoro o a scuola. È quello il momento in cui le persone normali ascoltano la musica».

Il singolo “St. Chroma” come manifesto dell’album

Risultato? Ha ragione lui su tutti i punti. L’ascolto dedicato e attento alla musica non è cosa da weekend. Uscendo di lunedì, Chromakopia ha potuto mostrarsi in tutto il suo eccentrico splendore. Uno splendore decisamente più dark del suo predecessore, Call Me If You Get Lost (2021) e lo si capisce da subito. Il primo singolo e primo pezzo in tracklist, St. Chroma, uscendo qualche giorno prima dell’album con un video, funge anche da manifesto al disco.

Omaggio a Chroma The Great e simbolismo di Chromakopia

Il ritmo serrato di St. Chroma è scandito dal rumore di soldati che marciano con i loro scarponi pesanti sull’asfalto, un’immagine fin troppo chiara della guerra, pensiero onnipresente in questi anni post-pandemici. La voce di Tyler però è sussurrata, come se qualcosa lo trattenesse dall’urlare barre epiche (“Give a fuck about traditions / Stop impressing the dead”) che invece vengono sussurrate.

Il significato di Chromakopia e il dualismo di Tyler

È sul nuovo personaggio interpretato da Tyler che però vale la pena soffermarsi. Rigorosamente in divisa aeronautica, probabilmente confezionata dalla Maison Louis Vuitton in mano all’amico e mentore Pharrell, St. Chroma con un passo di marcia quasi zombesco dirige un gruppo di uomini dentro a un container che reca la scritta Chromakopia. Una volta entrati tutti, chiude la porta del container. Un secondo dopo, qualcuno in primo piano innesca un detonatore che fa saltare in aria il gigantesco box in metallo. Nel momento esatto dell’esplosione, il mondo in filtro seppia si fa improvvisamente a colori.

La teoria più accreditata al riguardo è che St. Chroma non sia altro che un omaggio tyleriano al Chroma The Great che appare nel romanzo per bambini The Phantom Tollbooth di Norton Juster. Nel libro fantasy pubblicato nel ‘61, il piccolo Milo riceve a casa un pacco con dentro un casello autostradale in miniatura, che in una specie di avventura in stile Alice nel Paese delle Meraviglie lo catapulterà nel fantastico Regno della Saggezza. Qui incontra molti personaggi, che gli fanno altrettanti regali dopo avergli insegnato preziose lezioni di vita. Ce n’è uno però, proprio Chroma il direttore d’orchestra, che non gli regala niente di materiale.  Semmai, gli dà una responsabilità. Milo lo deve svegliare in tempo per l’alba: il compito di Chroma infatti è di creare i colori ogni mattina con le note musicali della sua orchestra magica.

Chromakopia: Tyler The Creator's New Noir Phase Profile
Chromakopia: Tyler The Creator’s New Noir Phase

L’evoluzione musicale di Tyler The Creator in Chromakopia

Se scomponiamo Chromakopia nella sua forma più intuitiva, viene fuori che la parola non è altro che una crasi tra Chroma e Cornucopia. Per croma, oltre al significato musicale di ottavo di battuta, nell’ambito visivo s’intende la saturazione, cioè la vividezza, la pienezza relativa del colore. Cornucopia, invece, è il mitologico simbolo dell’abbondanza. Come un’alba all’inizio dell’album, Tyler The Creator dà vita a una Chromakopia, cioè a un’abbondanza di colori, partendo da un mondo in bianco e nero.

Non bastasse, il classico Chroma key nella cinematografia è il verde, usato come colore di contrasto nei green screen. Se poi ci vogliamo aggiungere un po’ di dietrologia tyleriana, il verde è anche il complementare (quindi, l’opposto) del rosa, il colore usato in molti suoi personaggi/album come Igor. Chroma è quindi un antagonista dei suoi predecessori? Non necessariamente, però il contrasto è evidente.

Quello che rende speciale Chromakopia è il flusso ininterrotto di brani scritti e arrangiati con un gusto sopraffino. Non solo, perché, in questo continuum che fa da storia, spesso il brano successivo viene introdotto da quello precedente. Alla fine del secondo, Rah Tah Tah, il rapper ripete ossessivamente “I’m paranoid now ’cause n***as weird and really bums”. A quel punto parte Noid, che di paranoid non ha soltanto il titolo e il tema, ma anche il suono dell’omonimo album dei Black Sabbath. La bellezza di questi dischi sta nei dettagli, nelle piccole citazioni e nei significati nascosti tipo easter eggs.

Le influenze di Pharrell e i Neptunes in Chromakopia

Dopodiché, l’opera porta pur sempre la firma di Tyler The Creator: tanti synth e Rhodes nostalgici dal sabor jazz, spesso e volentieri decorati da malinconici accordi di settima, ma anche un piglio RnB che è sempre tanto affine a quello che facevano Pharrell e i Neptunes 15-20 anni fa. Se prendiamo Darling I come esempio lampante, non c’è da stupirsi se nel 2016, per i 10 anni del primo album di Pharrell, In My Mind, Tyler sui suoi social aveva scritto un elogio commovente. In sostanza, il disco gli ha cambiato la vita e Pharrell è la figura paterna che non ha mai avuto. Hai detto poco.

Chromakopia: Tyler The Creator's New Noir Phase
Chromakopia: Tyler The Creator’s New Noir Phase

I testi di Chromakopia tra maturità e nostalgia

Quanto ai testi, lo spettro dei topoi va dai dilemmi esistenziali del diventare adulto ai total throwback del Tyler cazzaro di sempre (inevitabile e doveroso, quando il pezzo si chiama Sticky e sfoggia nei feat. GloRilla, Sexxy Red e Lil Wayne). Per chi come me, millennial nato nel ‘90, è cresciuto letteralmente con i dischi della Odd Future, di Frank Ocean, con gli sketch demenziali della Loiter Squad, è rincuorante se non altro ritrovare Tyler sulla mia stessa barca. Ognuno con le sue dovute differenze, siamo alle prese con questa lotta intestina tra l’adulto e il ventenne che ti prende quando raggiungi i 30 anni. Non sai chi far prevalere, per paura di perdere del tutto la tua identità. Io, personalmente, come Tyler sto cercando di mantenermi il più possibile con lo spirito dei 20, ma con le abitudini più salutari dei 30. Vediamo se funziona.

Tyler The Creator e il significato di crescere a Los Angeles

«Nato e cresciuto a LA. Inglewood, Hawthorne per la precisione» ha detto al microfono il nostro eroe lunedì, quando ha riempito l’Intuit Dome di Los Angeles con un listening party che costava 5 dollari a persona. «Questo album in principio riguarda il crescere in quei quartieri. Ho pensato: “Merda, nessuno sa niente di me prima che avessi 17 anni. La gente crede che fossi delle periferie, ma ero letteralmente qua dietro. Non rifletto ciò che si aspettano. Ma poi l’album è diventato una specie di realizzazione di ciò che mi diceva mia madre da piccolo. Ora che ho 33 anni sono tipo “Oh, ora capisco di che cazzo stava parlando! Oh, non sono più quello che ero a 20 anni. Cazzo, la gente sta invecchiando, sta mettendo su famiglia. Io invece ho comprato una nuova Ferrari e la cosa è parecchio strana. Sto prendendo peso, ho dei peli grigi sul petto. La vita sta vitando.” (“Life is lifing”)

Claudio Biazzetti