|Chanel Cruise Como||Details from Villa d'Este

Chanel e le manifatture italiane: investimenti e feste sul lago di Como

In occasione della sfilata di Chanel a Como, l’impegno della casa per consolidare le manifatture italiane coinvolte nella catena produttiva: tra le cronache, i rimandi e le storie del costume italiano

Chanel e le manifatture italiane: finanziare le innovazioni, aggiornare i processi. Lucia Mantero a Villa d’Este

Con quote di minoranza, Chanel è entrata nel capitale di alcune manifatture italiane. Un piano di investimento, questo di Chanel, che – dando sostegno ad aziende a conduzione famigliare – conferisce maggiore stabilità alla catena produttiva. Chanel collabora così a finanziare le innovazioni, ad aggiornare i processi: allo stesso modo, ottiene il titolo di poter studiarne l’amministrazione, i costi e i ricavi. Maggiore trasparenza e maggiore salubrità economica. Un meccanismo di favore reciproco. 

L’altra sera, a Como, per una sfilata sulla terrazza di Villa d’Este, Lucia Mantero raccontava il timore iniziale: se gli altri clienti, anche in competizione per quote di mercato con Chanel, avrebbero visto positivamente l’ingresso di Chanel nel capitale di un loro fornitore. Sì, la risposta, sì: Chanel è un riferimento più che un rivale. Chanel non appartiene a un gruppo, non lavora sotto la stessa regia che comanda altri marchi. I clienti non possono che apprezzare la solidità finanziaria e amministrativa di un fornitore chiave. Lucia Mantero è la quarta generazione a capo della seteria che porta il nome della sua famiglia, insieme a suo fratello Franco. 

Details from Villa d'Este, Lake Como
Details from Villa d’Este, Lake Como

La crisi della moda e la differenza tra moda e stile: da Gucci a Loro Piana, il quiet luxury

La crisi della moda. A cercare una via d’uscita, una strada che possa essere una soluzione, ci sono i Boomer che indicano una creatività più azzardata, operazioni commerciali più precise. Dall’altra parte ci sono i finanzieri che scommettono tutto su innovazione sostenibile, senza però conoscere i meccanismi di un’industria che si basa sull’immagine, e che tramite l’immagine, non tramite la sostanza, vorrebbe continuare a valorizzare la brand equity. Logico dedurne che qui sia l’inghippo, l’inceppo, l’incastro rotto: nel 2025, l’immagine non procede più. Il motore è un meccanismo di sostanza. Le stampe, i colori sgargianti – così come i poliesteri, i nylon, i lurex e le paillettes – non sono espressioni di sostanza: si diffondevano dieci anni fa, quando esplodeva Instagram e il gioco del mettersi in mostra quanto più possibile: per mettersi in mostra, servivano vestiti appariscenti, notabili dall’altra parte della strada, da lontano – e i fotografi dilettanti potevano accorrere. 

I dati finanziari di Gucci sono un problema per l’intera industria della moda, non solo per Kering. Sussiste la distanza tra quello che è moda e quello che è stile – se moda può essere Gucci con la sua discesa ma anche Miu Miu in espansione. Se stile può essere Hermès, se stile può essere avvicinato al concetto di quiet luxury di cui il riferimento è Loro Piana. Una distanza, tra moda e stile, che forse dovrebbe diminuire, invece che ampliarsi: così lo si rileva da Hermès, che decide di avviare il lavoro sull’alta moda; così non lo si evince da Loro Piana, che procede senza apparente indugio in una produzione non guidata da un direttore creativo. 

Chanel Cruise 2025.Lake Como
Chanel Cruise 2025.Lake Como

Il contesto per una sfilata di Chanel a Como – in attesa di Matthieu Blazy, il rock di Karl Lagerfeld, la donna di Chanel, Anna Mouglalis

In questo contesto, sull’equilibrio tra stile e moda, la sfilata di Chanel a Como è andata in scena la settimana scorsa, il 29 aprile. La penultima rielaborazione dell’archivio – l’ultimo sforzo sarà a luglio, con la Couture, per poi arrivare al 7 ottobre – in molti altri si azzardano di dire finalmente – con Matthieu Blazy – subito a balbettare con rispetto, non la noia di quanto, ma l’attesa di tanto. La scommessa per Blazy è riportare Chanel sul perno, tra moda e stile – come riusciva Karl Lagerfeld nei suoi anni, quando la donna di Chanel era una ribelle mascolina in tailleur con tanto rimmel sugli occhi, così tanto da farti illudere che una sbavatura non fosse dovuta. Seduta ai tavoli in ferro battuto di Villa d’Este, dietro il lago e ai piedi la ghiaia da muovere con un movimento della caviglia, pur costante e ritmato, Anna Mouglalis recitava ancora una volta la parte, già presa e ripresa con Lagerfeld e non solo, di mademoiselle Chanel. 

A stridere e scrivere storia, la parola, mademoiselle, per una donna adulta. Mouglalis sorrideva con lieve ciglio arcigno, come se non solo ti conoscesse, ma facendo cadere gli occhi sui tuoi, sapesse esattamente cosa tu stessi pensando, quanto, tanto, tu fossi affascinato da lei che ricambiava il tuo sguardo. Per il costume storico, approcciare una donna adulta con il termine di signorina, in italiano, in inglese o francese, come meglio sia, significava intenderla zitella. Nei suoi anni, Coco Chanel andò a demolire ogni accezione, ogni vaga intenzione di diminuzione femminile, costruendo orgoglio, vanità e un poco di strafottenza che Lagerfeld avrebbe dipinto rock, nell’indipendenza della donna, nell’autonomia volitiva di una donna.

Chanel e Luchino Visconti sul lago di Como

Coco Chanel era amica di Luchino Visconti, che qui sul lago di Como usava arrivare in villeggiatura nella villa di famiglia, l’edificio più antico del complesso di Villa Erba. A Cernobbio, un’armonia di vicinato con Villa d’Este. Tramite una sorella Visconti del regista, la dimora scende tramite la famiglia Gastel, ed è oggi gestita dal figlio di Anna Gastel, Guido Taroni. Dalle scritture, tra cronaca e diari, Chanel fu ospite di Visconti in questa casa sul lago. Mademoiselle Chanel fu mecenate delle arti, del cinema – diede sostegno sia creativo sia finanziario, ai lavori di Visconti e presto, poi, anche a quelli di un suo giovane fidanzato, Franco Zeffirelli, che avrebbe presto fatto strada da solo e che a Chanel sarebbe rimasto grato. 

Chanel Cruise 2025 lands in Como
Chanel Cruise 2025 lands in Como

Chanel e le manifatture: Roveda, Leo France, Vimar

Il bel tempo, la bella Italia. Chanel procede a dare solidità ad altre case manifatturiere con lo stesso approccio scelto per la seteria Mantero – prima ben provato con il calzaturificio Roveda e con la metallurgia Leo France. Tripla A per cui l’intera Toscana prova orgoglio: i proprietari e fondatori, che con la loro vita hanno creato Leo France, Lorenzo e Franca Pinzauti, erano tra gli ospiti di Chanel, quella mattina a Como. Ulteriore esempio, la filatura Vimar – e qui la riga di approfondimento: la filatura in Italia non è scontata. In Italia abbiamo tessiture, ma le filature non sono diffuse come si potrebbe pensare. I tessitori italiani importano quasi tutti i filati che lavorano – questo è un punto di debolezza per l’intera industria tessile italiana. 

Si deve rilevare che l’innovazione così come la prototipia creativa sono in forza se la sperimentazione investe il passaggio da fibra a filo. Sia per la scelta delle fibre: la ricerca di materie naturali e locali come la canapa, ad esempio – l’unica fibra che si possa dire sostenibile per l’industria tessile; sia per la struttura del filo: un’elaborazione bouclé o un filo di ciniglia a pelo corto o lungo permettono la creatività nei tessuti. Non si possono scrivere romanzi se le parole continuano a ripetersi. Chanel entrava nella proprietà di Vimar lasciando che Vimar lavorasse con tutti i clienti sul mercato: altresì Chanel istituiva all’interno di Vimar un laboratorio di sperimentazione e ricerca in filatura i cui risultati restano in priorità esclusiva a Chanel. 

Details from the Chanel Cruise show at Lake Como
Details from the Chanel Cruise show at Lake Como

Le storie del lago di Como per la sfilata di Chanel: L’isola Comacina e il Vescovo

Una sfilata di Chanel sul lago di Como è il pretesto per ritrovare storie che non vorremmo dimenticare – l’elettricità metallica di Alessandro Volta, Mary Shelley e Lord Byron, Federico Barbarossa – mentre scivolano come l’acqua intorno al molo le attrici italiane dal bel viso e poco cinematografia, il profumo dell’acqua ancora risale, quel senso di nostalgia e meraviglia per la nostra terra, tra dirupi per un quadro romantico e profondità lacustri per mostri preistorici. Il lago di Como è il più profondo d’Europa, quando raggiunge i 400 metri di abisso. 

Continueremo a innamorarci e a graffiarci. L’isola Comacina fu maledetta dal Vescovo di Como, Anselmo della Torre – ma un produttore di seta locale, tale Carlo Sacchi, se ne infischiò, l’isola la comprò – per finire assassinato con un colpo di pistola sparato dalla sua amante, la contessa Bellentani, a Villa d’Este. Forse, più che una maledizione, una protezione, marcata affinché le acque buie del lago di Como continuino a espandere la loro luce: leggenda più antica, vuole che non sia solo un tesoro, il quanto, tanto, nascosto tra le rocce, le caverne dell’isola dolce, sotto le fondamenta delle rovine romane: il vento soffia, l’umidità è melodia, l’acqua sia poesia, perché sia proprio qui che ancora riposa – non in Giordania, non a Camelot, ma su un’isola di Como – un bicchiere in terracotta, il Sacro Graal.

Carlo Mazzoni

Details from the Chanel Cruise show at Lake Como
Details from the Chanel Cruise show at Lake Como