
Villaggio Olimpico di Milano-Cortina 2026: critiche, tempi, costi e futuro
Conclusi i lavori del Villaggio Olimpico dopo 30 mesi, il progetto da 330 milioni di euro sarà riconvertito in residenze e alloggi per studenti, dopo le critiche iniziali legate alle scelte architettoniche
Il futuro studentato di Scalo Romana: 1.700 posti letto e un’offerta pari al 6% del fabbisogno cittadino
Dopo i Giochi, il Villaggio Olimpico diventerà il più grande studentato convenzionato d’Italia, con 1.700 posti letto destinati a studenti universitari italiani e stranieri. Secondo i dati di COIMA, il complesso coprirà circa il 6% del fabbisogno di posti letto per studenti nella città di Milano, dove la carenza stimata è di circa 30.000 unità.
Le tariffe comunicate da COIMA sono tutte convenzionate. La media mensile complessiva è di 864 euro, comprensiva di IVA e servizi, con una riduzione del 25% rispetto alla media di mercato, stimata in 1.150 euro secondo il report Colliers 2024. I posti a tariffa agevolata salgono da 150 a 450 unità, pari a oltre il 25% del totale, grazie all’accordo con CDP Real Asset e il Fondo Nazionale dell’Abitare Sociale. Il costo per queste stanze sarà di 592 euro al mese, sempre comprensivo di utenze e servizi.
Il complesso ospiterà stanze singole e doppie, già arredate nella configurazione definitiva. Tra i servizi inclusi figurano portineria e sorveglianza attiva 24 ore su 24, pulizia delle aree comuni, Wi-Fi, sale studio, cucine condivise, palestre, lavanderie, campi sportivi e spazi comuni per attività collettive. Le prenotazioni sono aperte dal 30 settembre 2025 sul sito ufficiale villaggio.coima.com.
Edilizia convenzionata e alloggi popolari nel quartiere Scalo Romana: 320 nuovi appartamenti accessibili
Oltre al campus universitario, il piano di sviluppo di Scalo Romana prevede la costruzione di circa 320 appartamenti in edilizia accessibile. Di questi, 220 saranno in edilizia convenzionata ordinaria e 100 in edilizia residenziale pubblica. I costi medi di assegnazione dichiarati da COIMA e dal Consorzio Cooperative Lavoratori, partner del progetto, sono di circa 3.800 euro al metro quadrato per la parte convenzionata, mentre i canoni di locazione degli alloggi popolari si aggireranno intorno ai 30 euro al metro quadrato l’anno.
Il modello di collaborazione tra COIMA e il CCL è presentato come un esperimento di integrazione tra edilizia libera, convenzionata e popolare, senza differenze architettoniche o di qualità costruttiva tra le diverse tipologie.
Gli spazi pubblici del Villaggio Olimpico: 40.000 metri quadrati tra verde, sport e servizi alla comunità
Il piano urbanistico di Scalo Romana prevede circa 40.000 metri quadrati di spazi pubblici e aree verdi. All’interno del Villaggio saranno realizzati tre campi sportivi per basket e padel, piazze pedonali, percorsi ciclabili e spazi destinati a eventi e manifestazioni.
Le terrazze laterali delle sei palazzine, ispirate alle case di ringhiera milanesi, saranno collegate da passerelle e piantumazioni verticali, diventando luoghi di socialità. Le piazze e le aree comuni saranno aperte anche ai residenti del quartiere e ospiteranno attività convenzionate e servizi di prossimità.
La programmazione culturale e civica sarà coordinata in collaborazione con la Fondazione Riccardo Catella, già attiva nella gestione del parco Biblioteca degli Alberi Milano (BAM), e prevederà eventi legati ai temi della sostenibilità, dello sport e della cultura urbana.
Il Villaggio Olimpico di Milano-Cortina 2026: dal cantiere di Porta Romana al nuovo studentato di Scalo Romana
Dallo Scalo ferroviario di Porta Romana a un nuovo quartiere sostenibile. Il progetto del Villaggio Olimpico di Milano-Cortina 2026, nato come parte integrante del piano di rigenerazione urbana degli ex scali ferroviari milanesi, è stato completato e consegnato ufficialmente alla Fondazione Milano Cortina 2026. Dopo 30 mesi di lavori, COIMA SGR ha presentato i dati aggiornati di un intervento che, oltre a ospitare 1.700 atleti durante i Giochi, sarà riconvertito in un grande studentato e in un complesso residenziale in edilizia convenzionata e popolare.
Un cantiere da 30 mesi: tempi, costi e attori del progetto del Villaggio Olimpico di Milano-Cortina
I lavori del Villaggio Olimpico sono iniziati a gennaio 2023 e si sono conclusi a giugno 2025, con trenta giorni di anticipo rispetto alla consegna prevista. Il cantiere ha avuto una durata complessiva di 30 mesi, e dal 1° ottobre 2025 la struttura è entrata ufficialmente nella disponibilità della Fondazione Milano Cortina 2026, come previsto dall’accordo siglato a luglio.
Il valore economico dell’intervento è stimato in circa 330 milioni di euro, sostenuto da un modello di partenariato pubblico-privato. Gli appalti assegnati a imprese italiane ammontano a 140 milioni di euro. La filiera produttiva coinvolta comprende aziende di costruzione, progettazione e componentistica, selezionate in base a criteri di sostenibilità e tracciabilità ambientale.
Il finanziamento principale è stato ottenuto attraverso un “Green Loan” da circa 110 milioni di euro, concesso da Intesa Sanpaolo, Crédit Agricole e l’Istituto per il Credito Sportivo, il cui tasso è legato al raggiungimento di obiettivi ambientali certificati. Hanno partecipato al progetto anche CDP Real Asset SGR, attraverso il Fondo Nazionale dell’Abitare Sociale (FNAS), e il Fondo Impact, che riunisce le principali casse professionali e fondi pensione italiani.
Tra i promotori figurano COIMA SGR, Covivio e Prada Holding. A livello istituzionale, il progetto è sostenuto da Regione Lombardia, Comune di Milano, Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Ministero dell’Economia e delle Finanze, Ministero dello Sport, Ministero dell’Università e della Ricerca, CONI e Gruppo FS Italiane.

Architettura e progettazione sostenibile: edifici a zero emissioni e materiali a basso impatto ambientale
Il Villaggio Olimpico di Scalo Romana è stato progettato dallo studio di architettura statunitense Skidmore, Owings & Merrill (SOM), con la collaborazione di COIMA Image per gli interni e di Michel Desvigne per la progettazione del paesaggio. Il masterplan generale dello Scalo è stato elaborato dallo studio Outcomist.
L’intervento comprende sei nuovi edifici residenziali e il restauro di due strutture storiche: l’ex Squadra Rialzo, un tempo dedicata alla manutenzione ferroviaria, e l’ex magazzino “Basilico”. Il progetto ha seguito standard di costruzione avanzati e criteri di efficienza energetica che hanno consentito di ottenere la certificazione LEED Gold e WiredScore Platinum.
Gli edifici sono alimentati esclusivamente da fonti rinnovabili e non utilizzano combustibili fossili. Sono dotati di pompe di calore, di un impianto fotovoltaico da 1 megawatt, di illuminazione LED intelligente, e di sistemi per il recupero e il riuso dell’acqua piovana. L’intero quartiere è a emissioni operative zero e si inserisce nel Piano Aria e Clima del Comune di Milano.
La mobilità sostenibile è garantita da percorsi ciclabili, colonnine di ricarica per veicoli elettrici e 380 posti bici coperti. Durante la costruzione, il cantiere ha ricevuto dal British Safety Council l’“International Safety Award” per gli standard di sicurezza.
Scalo di Porta Romana: trasformazione di un’ex area ferroviaria in un nuovo quartiere residenziale e universitario
Lo Scalo di Porta Romana, con una superficie complessiva di circa 190.000 metri quadrati, è una delle aree centrali del piano di riqualificazione urbana avviato dal Comune di Milano in collaborazione con il Gruppo Ferrovie dello Stato. Inserito nel programma di recupero degli scali ferroviari dismessi, l’intervento ha l’obiettivo di restituire alla città un quartiere moderno e multifunzionale, con spazi verdi, residenze, uffici e servizi pubblici.
Il Villaggio Olimpico, costruito di fronte alla Fondazione Prada, rappresenta il primo tassello concreto di questa trasformazione. La superficie edificata destinata al Villaggio e alle future residenze è di circa 105.000 metri quadrati. Secondo i dati diffusi da COIMA, metà di questi spazi sarà riservata all’edilizia convenzionata e popolare. Al termine della trasformazione, l’intera area ospiterà circa 2.000 residenti, 1.700 studenti e 6.000 lavoratori, con oltre 20 attività commerciali al piano terra degli edifici.
Mobilità e accessi: il collo di bottiglia di via Ripamonti e il nodo via Crema
La trasformazione dello Scalo si innesta su un tessuto viario delicato. Via Ripamonti è una delle direttrici più lunghe di Milano ma stretta, con convivenza difficile tra auto e tram 24: nel tratto Porta Romana–Vigentino la piattaforma non è sempre protetta e la corsia è spesso unica; quando passa il tram, il traffico si ferma o si accoda. A ciò si sommano incroci ravvicinati, carico/scarico su strada, svolte strette e attraversamenti intensi: velocità del tram bassa, tempi incerti per chi guida, micro-congestioni ripetute.
Prosegue intanto il progetto di prolungamento del tram 24 verso lo IEO. Nelle fasi più impattanti su Ripamonti è prevista almeno una corsia per senso di marcia: la capacità resta limitata e le code non spariscono nel breve. A regime, però, un servizio più regolare e competitivo può spostare domanda dall’auto al trasporto pubblico, soprattutto verso i poli sanitari e universitari del Sud Milano.
Molte alternative a Ripamonti non sono intuitive o sono più lente (più semafori, svolte vietate, sensi unici) e la segnaletica di quartiere è scarna. Ne deriva un’iper-concentrazione su Ripamonti anche per tragitti che potrebbero deviare di due o tre isolati. La riqualificazione “verde” di via Crema, se abbinata a indicazioni chiare di percorso e a spazi dedicati a consegne e soste brevi, riduce la frizione locale senza scaricare automaticamente più traffico sulla direttrice più fragile.
La riqualificazione “verde” di via Crema – Il piano (approvato a fine 2023) è firmato dallo studio Antonio Citterio Patricia Viel
Nel perimetro della riqualificazione di piazza Trento e delle vie limitrofe, via Crema è destinata a trasformarsi in una vera e propria passeggiata urbana: marciapiedi più ampi, tratti pedonali, sensi unici a carico ridotto, nuova pavimentazione e una rete ciclabile integrata. Non si tratta di una chiusura totale al traffico: resteranno gli accessi per residenti e attività, ma con una riorganizzazione dei flussi e spazi pensati per rallentare le velocità.
Il verde sarà protagonista: filari alberati, aiuole e micro–spazi di sosta daranno continuità al percorso pedonale dalla M3 Porta Romana verso sud e verso il futuro Parco dello Scalo Romana. Nella zona di piazza Trento, nuove isole pedonali e aree ombreggiate serviranno a calmare il traffico e separare meglio i flussi di auto, biciclette e pedoni.
La conferma del progetto risale a fine 2023, con l’approvazione delle linee di indirizzo comunali che interessano un’area di circa 63 mila metri quadrati e un investimento di oltre 11 milioni di euro. Il piano è firmato dallo studio Antonio Citterio Patricia Viel e prevede anche la realizzazione del sagrato della chiesa di Sant’Andrea su via Crema. Parte delle opere è cofinanziata dagli oneri di urbanizzazione della nuova Torre A2A in piazza Trento, il grande edificio direzionale attualmente in costruzione che fungerà da sede centrale del gruppo energetico.
Quali effetti sulla ccircolazione? Oggi via Crema svolge un ruolo prevalentemente di servizio al quartiere, collegando Porta Romana, via Piacenza e le strade laterali. La pedonalizzazione parziale non dovrebbe deviare grandi flussi di traffico, che continueranno a concentrarsi su viale Isonzo–Montenero, viale Toscana, via Bazzi–Medici del Vascello, via Antonini–dei Missaglia e sulla stessa Ripamonti. Il rischio di “imbuto” si potrà presentare solo nelle ore di punta, in caso di rallentamenti sul tram 24, ma il nuovo assetto con marciapiedi larghi, attraversamenti protetti e verde continuo ridurrà lo “zig–zag” locale e le micro–congestioni che oggi caratterizzano il reticolo stradale.
La consegna alla Fondazione Milano Cortina 2026 e la riconversione in studentato in soli quattro mesi
Con la consegna alla Fondazione Milano Cortina 2026, il Villaggio Olimpico è pronto a ospitare gli atleti dei Giochi Invernali. COIMA prevede che la riconversione in studentato richiederà soltanto quattro mesi di lavori, rendendola una delle trasformazioni più rapide nella storia delle strutture olimpiche italiane.
Il progetto è stato concepito sin dall’inizio per facilitare il passaggio da struttura temporanea a residenza permanente: gli arredi e gli spazi utilizzati dagli atleti saranno infatti gli stessi destinati agli studenti. L’apertura del campus è prevista per l’anno accademico 2026/27.
Critiche, reazioni e impatto sociale del progetto del Villaggio Olimpico di Porta Romana
Fin dalle prime fasi, il progetto ha suscitato reazioni contrastanti. Alcuni residenti del quartiere hanno criticato l’impatto estetico degli edifici, giudicandoli troppo uniformi e privi di elementi distintivi rispetto al contesto urbano circostante. Sono circolati online commenti che paragonano le palazzine a “blocchi sovietici” o a un “quartiere industriale privo di calore”.
Altri osservatori hanno espresso preoccupazione per i possibili effetti di gentrificazione, con l’aumento dei prezzi delle abitazioni e del costo della vita nell’area. L’amministrazione comunale e COIMA hanno sottolineato che il 50% delle residenze totali sarà in edilizia convenzionata o popolare e che la presenza di studentati e alloggi a prezzi calmierati rappresenta un elemento di equilibrio sociale.
Un bilancio aggiornato: tra rigenerazione urbana e nuova destinazione d’uso per Milano dopo le Olimpiadi
Con la consegna anticipata del Villaggio Olimpico e la prossima riconversione in campus, il progetto di Scalo Romana entra nella fase operativa. L’intervento costituisce il primo grande completamento del piano di recupero degli scali ferroviari milanesi e uno dei cantieri più rapidi degli ultimi anni.
Le Olimpiadi Invernali del 2026 saranno il banco di prova per la funzionalità del complesso. La successiva apertura dello studentato e degli alloggi convenzionati determinerà l’impatto reale sull’accessibilità abitativa e sulla qualità urbana della zona sud di Milano.
La trasformazione dello Scalo di Porta Romana rappresenta oggi un caso di collaborazione tra pubblico e privato nella rigenerazione delle aree ferroviarie dismesse e un elemento di rilievo nella strategia di sviluppo residenziale e universitario della città.


