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Non mettetevi contro Kendrick Lamar

Da Drake a Lil Wayne, in tanti hanno provato a mettere i bastoni fra le ruote cromate del rapper di Compton. La verità è che l’unica battaglia KDot l’ha combattuta sempre e solo dentro di sé

Super Bowl 2025: Kendrick Lamar protagonista dell’halftime show (e ai Grammy’s 2025)

Kendrick Lamar ha conquistato la scena musicale con la sua performance durante l’halftime show del Super Bowl 2025, tenutosi a New Orleans, città natale di uno dei suoi storici rivali, Lil Wayne. 130 milioni di spettatori collegati da tutto il mondo nell’intervallo della grande finale per lo scudetto del football americano – la sua apparizione non è stata solo un momento di intrattenimento, ma un’affermazione del suo dominio nel panorama musicale globale.

Chissà se la macchina del tempo modello GNX aveva già portato Kendrick Lamar a sapere cosa sarebbe successo a febbraio 2025. Sapeva già che Not Like Us sarebbe stato il primo dissing della storia a vincere un Grammy (come Registrazione dell’Anno, Canzone dell’Anno, Miglior Canzone Rap, Miglior Performance Rap e Miglior Video Musicale)?

GNX di Kendrick Lamar: un’auto simbolo del passato e del presente

GNX sta per Grand National Experimental, una variante sportiva del modello Regal prodotta nel 1987 dalla americana Buick in collaborazione con l’inglese McLaren. È stata costruita in edizione limitata a 547 esemplari. Uno di questi, lo scorso marzo, è stato acquistato da Kendrick Lamar.

Detta così non è una gran notizia: un rapper americano che compra una macchina potente. Eppure per il nostro Kendrick la GNX è molto più di un semplice regalo che si è fatto a fine tour. Il suo valore materiale è infinitesimale rispetto al suo significato emotivo, tanto importante da rendere l’oggetto anche il titolo del nuovo album, uscito a sorpresa il 22 novembre per la sua neonata pgLang Records.

La GNX, con la sua caratteristica vernice nera lucida che le valse il soprannome di Darth Vader all’epoca dell’uscita sul mercato, non appare soltanto in copertina con il suo proprietario, tutto fiero mentre sfoggia una cintura di spille fatta a mano da Eli Russell Linnetz, altro creativo di Los Angeles. GNX è letteralmente il collante tra le tracce, il concept attorno al quale si dipana l’intero disco.

Il suono West Coast anni ‘80 e ‘90 nel nuovo album di Kendrick Lamar

In un’intervista del 2012 a Complex, il rapper di Compton (LA) aveva raccontato che a introdurlo al rap è stato suo padre, che all’epoca era affiliato all’organizzazione dei Gangster Disciples. «Quando sono nato, mi hanno portato dall’ospedale a casa su una Buick Regal dell’87 mentre mio padre pompava [sullo stereo] Big Daddy Kane.» In quel caldo giugno del 1987, la GNX è stata per KDot come la cicogna nelle fiabe per bambini. Una cicogna da 300 cavalli che, leggenda vuole, sul quarto di miglio delle drag race poteva far mangiare la polvere persino a una Ferrari F40.

“La vita può diventare molto difficile, non importa a che punto sei” recitava la caption quando ha caricato le foto del nuovo acquisto a marzo sul suo Instagram. “Non scelgo mai a quali storie rapportarmi. Sono tutte relative. Ma come diceva mia mamma: ‘a ciascuno i propri gusti’. Ma nel momento di smarrimento, la migliore cosa che puoi fare è trovare una GNX. Per farti realizzare che nella vita l’unica cosa che conta davvero è il manoscritto originale”. Chiaro, non si può pretendere che un Premio Pulitzer non parli per metafore ogni tanto. Ma qui è abbastanza chiaro che la vettura è stata per Kendrick una soluzione.

GNX: nostalgia e spiritualità nel nuovo album di Kendrick Lamar

L’oggetto ha salvato il soggetto dallo smarrimento, fornendogli uno dei doni più ambiti nella storia dell’uomo: la possibilità di viaggiare nel tempo. La Buick è un grande salto al passato, all’infanzia di un bambino solitario ma estremamente brillante, con voti altissimi a scuola nonostante il campo minato di tentazioni a cui sono normalmente sottoposti i giovani dei quartieri disagiati delle metropoli. Per un certo periodo dell’adolescenza, Kendrick cede pure a queste tentazioni microcriminali, al fascino edonistico della vita da gang come quella del padre. Per fortuna, proprio grazie all’esperienza del padre il giovane KDot viene ricondotto sulla retta via.

Humble video, Kendrick Lamar
Humble video, Kendrick Lamar

Il significato della Buick GNX per Kendrick Lamar

In tutto ciò, il salto nel passato non è solo personale ma oggettivo, dal punto di vista del suono. Dai synth alle drum machine, la struttura ritmica di GNX è scarna, minimale, decisamente influenzata dal suono West Coast degli anni Novanta e addirittura fine anni Ottanta. Squabble up, uno degli esempi più lampanti, unisce tutta una sfilza di suoni chiaramente anni ‘80 come i bleep della Roland TB-303 al sample vocale di When I Hear The Music di Debbie Deb, una hit del 1984. Nel video poi, alcuni attori sono apertamente vestiti come se fossero usciti dal cast di Miami Vice. Mullet lunghissimi e spalline sulle giacche oversized.

L’intero disco trasuda californità: si apre con le strofe in spagnolo cantate da Deyra Barrera, una cantante messicana che Kendrick ha scoperto per caso, assistendo a una sua performance prima della partita della sua squadra del cuore di baseball, il Los Angeles Dodgers. La stessa Barrera poi la ritroviamo in reincarnated, una tipico pezzo G-funk (o gangsta funk) della West Coast che potrebbe essere uscito da un album di Tupac, che però sfoggia la già meno tipica forma del dialogo tra l’artista e Dio, entrambi interpretati dal primo. Ma ci torneremo.

Kendrick Lamar: il re del rap globale

Non si confonda GNX con un’operazione nostalgia. Il nuovo disco di KL non è una madeleine proustiana, o almeno, non soltanto. Semmai, qui la sagoma squadrata e allungata della Buick è quella di una macchina del tempo, esattamente come la DeLorean nella saga di Ritorno al Futuro. Al suo avventuroso guidatore è concesso quindi di surfare non solo nel passato ma anche attraverso il presente e futuro.

Il presente, beh, è quello del più grande rapper sul pianeta Terra. In una guerra per il trono dove la gente si auto-sabota (Kanye), gareggia in un diverso campionato (Tyler, The Creator) oppure soccombe e poi frigna (Drake), Kendrick è un mostro che non si può misurare o contenere in uno spazio cartesiano. Un genio dei versi e dello storytelling che gli è valso, ripeterlo non fa male, un Pulitzer Prize nel 2017 grazie al suo quarto disco DAMN.

Kendrick Lamar shot by Quentin De Briey
Kendrick Lamar shot by Quentin De Briey

Kendrick Lamar vs Drake: il dissing che ha fatto la storia

Sulla diatriba Kendrick-Drake ci sarebbe poi da scrivere un articolo a parte. Forse uno dei beef più eclatanti nella storia del rap, è iniziato con una serie di anonime frecciatine da parte di Kendrick nel 2013 e nel giro di tre anni anche l’allora presidente degli Stati Uniti, Obama, aveva preso pubblicamente una parte, ovviamente quella di KL. Il culmine si è raggiunto a maggio 2024, prima con Family Matters, dove Drake accusa Kendrick di non essere il vero padre di uno dei suoi figli (bensì Dave Free, amico e co-fondatore della Top Dawg Entertainment), e poi subito dopo con Meet The Grahams, in cui Kendrick accusa a sua volta il rapper canadese di avere una seconda figlia segreta, di essere attratto dai minori e di gestire traffici sessuali. Insomma, da questo punto in poi non c’è più modo di tornare indietro.

Not Like Us: il dissing di Kendrick Lamar che unifica la West Coast

Se all’inizio ci siamo rimasti male un po’ tutti per le bassezze che due giganti del rap si sono scambiati pubblicamente (un saggio Vince Staples ha commentato con un: «Penso che l’hip hop si meriti di meglio»), con l’arrivo di Not Like Us tutto è cambiato. Niente più allusioni ma accuse dirette, nomi detti per intero, ma soprattutto un capolavoro, ovviamente firmato dal nostro, che mette definitivamente una pietra tombale su chi abbia vinto o meno questa saga di dissing. Il successo di Not Like Us è talmente devastante da essere il primo dissing a essere nominato ai Grammy Awards (2025) e far alleare fazioni californiane storicamente inconciliabili, ovvero i Crips e i Bloods, contro un nemico comune.

Così Snoop Dogg ha commentato qualche mese fa, riguardo a Not Like Us «Lasciate che vi spieghi cosa ha fatto quel pezzo: ha unificato la West Cost. Potrà anche essere stato irrispettoso, ma è hip hop, quindi ne è parte. Non ho scelto una parte perché non ho una causa da seguire in merito. È un uomo adulto contro un altro uomo adulto. Ma ha unito il West e ha fatto iniziare alle persone la fuori a guardarsi con più amore. I Bloods hanno stretto una pace. E certe gang dei Crip si sono alleate amichevolmente anziché essere nemiche. Quindi, quel disco nel West ci ha uniti e dovremmo parlarne tutti».

Drake poi ci ha provato a rispondere con un altro dissing, The Heart Part 6, appropriandosi della nominazione The Heart che Kendrick ha sempre usato per una serie di canzoni. Ma ormai era troppo tardi. Il popolo aveva scelto il suo re e questo a Drake non andava giù. Ha provato persino a lamentarsi con Universal, che è la major sotto la quale entrambi i rapper sono sotto contratto. In una lettera scritta dagli avvocati di Drake, si accuserebbe l’etichetta di aver gonfiato illegalmente gli ascolti del singolo di Lamar, così da svalutare il rapper canadese e di conseguenza poter ritrattare al ribasso il rinnovo del contratto. A far più male non si sa se sia stato il dissing stesso oppure la secchiata d’acqua gelida della risposta pronta di Universal Music Group; “Non c’è serie di assurde e artificiose lamentele legali che possa mascherare il fatto che i fan scelgono di ascoltare la musica che vogliono”.

Kendrick Lamar: un genio in lotta contro se stesso

Il fatto è che il tormentato genio artistico di Kendrick, la sua precoce urgenza di output artistico prima o poi doveva finire per divorare chiunque osasse mettersi sulla sua strada. La più grande battaglia, Kendrick Lamar la sta combattendo da sempre dentro di sé, contro il più grande nemico che esista, ovvero se stesso medesimo. Quando in man in the garden elenca tutte le cose per cui ha lottato e che ora si gode, ripetendo I deserve it all come un mantra, pare lo stia dicendo a tutti noi. Ma in realtà lo sta dicendo alla sua parte sabotatrice, quella che innesca prima o poi a chiunque diventi famoso e non sia un totale narcisista la cosiddetta “sindrome dell’impostore”.

Quando, allo zenith del crescendo rossiniano di reincarnated, come dicevamo, arriva a interpretare sia se stesso che Dio in un dialogo a quattr’occhi, quello che il Padre gli dice è “You crushed a lot of people keeping their thoughts in captivity” (“hai schiacciato molte persone tenendo in prigione i loro pensieri”). Lui risponde “And I’m ashamed that I ever created that enemy” (“e provo vergogna per aver creato quel nemico”). È chiaro che tra le persone schiacciate c’è lui in primis, oppresso e oppressore allo stesso tempo, nello stesso luogo che è la sua mente.

Squabble up's video, Kendrick Lamar
Squabble up’s video, Kendrick Lamar

Claudio Biazzetti

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