Le accuse di greenwashing, l’imprenditoria etica, le Olimpiadi Invernali, le previsioni ridimensionate, i numeri di alberi morti e di alberi piantati: tutto su ForestaMi 2024
ForestaMi è davvero un successo? Il progetto nato nel 2019 prosegue con l’obiettivo di una forestazione urbana diffusa
Mentre Milano supera annualmente i valori limite dei principali inquinanti atmosferici – come di polveri sottili e di inquinamento sonoro – il progetto nato nel 2019 da una ricerca del Politecnico e grazie al sostegno di Fondazione Falck e FS Sistemi Urbani, prosegue con l’obiettivo di piantare – entro il 2030 – nella Città Metropolitana di Milano tre milioni di piante per tre milioni di cittadini. Si tratta di una forestazione urbana diffusa per contrastare gli effetti del cambiamento climatico che inondano e surriscaldano la città. ForestaMi è un grande ombrello che raccoglie diverse realtà tra pubblici e privati. Ha i suoi partner aziendali ma include anche le donazioni dei cittadini e quest’anno accoglie per la prima volta i finanziamenti PNRR.
Alla conferenza stampa del 5 aprile, tenutasi presso la Triennale di Milano, i diversi attori hanno fatto il punto sui numeri di ForestaMi negli ultimi cinque anni, sui suoi mutevoli obiettivi e sui progetti per il futuro. In effetti, i dati previsionali e gli obiettivi di ForestaMi sono cambiati sottilmente ma diverse volte negli ultimi cinque anni. Nel 2019 si promettevano tre milioni di alberi piantumati in dieci anni a Milano, poi il numero si è esteso a tutta la città metropolitana e, a oggi, dei circa 611.000 alberi piantati in cinque anni – comunque sotto la media stimata – solo il 20% è in realtà collocato a Milano: 25.000 – lo stesso numero che come alcuni sottolineano il Comune ha sempre detto di piantare di routine ogni anno in città. I continui ridimensionamenti degli obiettivi del progetto fanno pensare che, lungo la strada, ForestaMi abbia incontrato più di un problema nelle previsioni. Tuttora la maggioranza delle piantagioni ForestaMi sono collocate nei comuni limitrofi a Milano, con una decina di interventi distribuiti nell’area metropolitana della città, perlopiù in zone periferiche, al confine con altri Comuni. Nulla al di dentro della circonvallazione.
Quanto siamo lontani dall’idea di un «Parco Metropolitano»? I numeri di alberi piantati e le piante morte del 2023
Il dato fulcro della restituzione del 5 aprile alla Triennale di Milano è stato 611.459: le piante messe a dimora dal 2019 nell’area metropolitana di Milano. L’aggiornamento è relativo alla stagione agronomica del 2023/2024 e conteggia le piante collocate grazie alle donazioni di privati cittadini e aziende, quelle messe a dimora grazie al progetto europeo Superb e alberi e arbusti interrati grazie al progetto del National Biodiversity Future Center.
Quello che più volte i cittadini hanno notato è che i numeri rilasciati da ForestaMi spesso non conteggiano le piante morte a causa dei nubifragi dell’estate del 2023 o della siccità dell’estate 2022 e raramente di ricevono indicazioni precise su quante di queste piante siano state nell’effettivo sostituite. Sappiamo però che la sostituzione non è di certo terminata: come spiega il primo cittadino Giuseppe Sala bisogna attendere la stagione giusta per ripiantumare certe specie che sono state danneggiate, e nel frattempo la raccolta fondi per il nubifragio è arrivata a un milione e mezzo di euro. ForestaMi non ha mai davvero dichiarato quante piante siano morte nel 2023, presentando dati parziali, relativi solo alle poche piantagioni la cui manutenzione era gestita internamente.
I partner di ForestaMi e le accuse di Greenwashing. Si può parlare di imprenditoria etica?
Può un progetto che punta ad aumentare copiosamente il capitale naturale di una città e a migliorare la sostenibilità urbana mantenere come partners delle aziende che non praticano certe attenzioni alla sostenibilità ambientale e sociale? Si può davvero parlare di imprenditoria etica per quanto riguarda i parteniariati di ForestaMi? I dubbi sono tanti, a partire dal coinvolgimento del Gruppo Armani nella realizzazione della Milano Green Circle – il progetto di rinaturalizzazione della linea 90/91, un’area ferroviaria estesissima che attraversa 8 dei 9 Municipi del Comune di Milano. Basti pensare che proprio a oggi la Giorgio Armani Operations Spa, la società che si occupa della filiera di produzione e progettazione per la nota casa di moda, è sotto tutela giudiziaria con l’accusa di aver agevolato situazioni di caporalato su manodopera straniera irregolare negli opifici di Bergamo e Milano. Anche i nomi degli altri partners non possono che far discutere. Spicca Amazon, sicuramente non un’azienda leader nella sostenibilità e la cosa puzza di greenwashing aziendale.
I fondi persi e riacquistati PNRR – lo scandalo intorno al primato in negativo della città di Milano
«La città metropolitana è riuscita a cogliere una sfida molto complessa che era quella del PNRR Forestazione che erano destinate alle città metropolitane per realizzare interventi di forestazione che avessero un impatto ampio sulle comunità in cui questi interventi vengono realizzati. Non si tratta, infatti, solo di piantare alberi ma di piantare gli alberi giusti al posto giusto: di realizzare progetti che abbiano un impatto sistemico anche sulle comunità» ha commentato a chiusura conferenza Giorgio Mantoan, Consigliere Delegato al progetto Forestami Città metropolitana di Milano, cominciando ad accennare a un malcontento che era scoppiato intorno a un primato negativo: il Comune di Milano non aveva partecipato con nessun progetto per i fondi PNRR del 2022 e del 2023. Per darvi dei numeri aveva perso 12 milioni di finanziamenti europei PNRR nel 2023 e 6 milioni nel 2022, dislocati perlopiù in Comuni del Sud che avevano presentato progetti più validi per la forestazione, come avevano titolato molti giornali. La conferenza di quest’anno è servita anche ad annunciare l’avvio con la prossima stagione agronomica 2024-2025 di venticinque importanti interventi realizzati proprio grazie ai fondi del PNRR “Tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano”. La domanda che sorge è, però, come mai i fondi sono stati persi nel 2022 e nel 2023 e come ha fatto il partenariato che coinvolge la Città Metropolitana di Milano, il Politecnico di Milano, l’Università degli Studi di Milano-Bicocca e Parco Nord Milano a ottenerli nel 2024?
Stefano Boeri, Presidente del Comitato Scientifico di ForestaMi si era ritrovato a marzo 2023 a dover rilasciare una serie di dichiarazioni sull’accaduto che in sostanza spiegavano quanto i tempi del bando – scaduto a dicembre – fossero brevi per piantare degli alberi forestali in città. «ForestaMi ha sempre piantato alberi e non semi» aveva scritto in una dichiarazione pubblica sottolineando anche quanto i criteri dei finanziamenti delle aree da naturalizzare nel tessuto urbano fossero desueti in particolare per una città come Milano che dal punto di vista climatico e sociale ha le sue peculiarità. Alle stesse domande anche Mantoan ha preventivamente risposto durante la conferenza con i giornalisti: «Il confronto con il Ministero è stato positivo perché ha permesso di riconoscere non solo le peculiarità di Milano ma di tutte le città metropolitane e quindi ha immaginato dei bandi che fossero più vicini alle esigenze reali dei territori a cui erano destinati»
Le Olimpiadi Invernali del 2026 e la Milano Green Circle: gli obiettivi del primo cittadino Sala
I due punti di interesse del primo cittadino per questa stagione di ForestaMi sono chiari la Milano Green Circle e quindi la rinaturalizzazione della linea 90-91 e le Olimpiadi Invernali entro le quali almeno la piantumazione degli alberi in zona Scalo di Porta Romana dovrà essere pronta. «Sarà meglio arrivare al meglio ai giochi olimpici». Gruppi di cittadini da tempo però si domandano quanto le Olimpiadi Invernali in sé non contribuiscono all’ esacerbarsi di problemi ambientali e sociali a cui ForestaMi – da mission – si dedica. «Questa sfida, nata per contrastare il cambiamento climatico, è resa oggi ancora più complessa dagli stessi effetti del cambiamento climatico che colpiscono la sopravvivenza del capitale naturale» ha concluso giustamente Boeri durante la conferenza.
Escludendo per un attimo gli effetti ambientali delle nuove costruzioni delle Olimpiadi sul territorio montano, basta concentrarsi sugli effetti che costruzioni come il Villaggio Olimpico avranno sulla sostenibilità urbana, in termini di consumo di suolo e di risorse pubbliche, di sostenibilità sociale – e quindi caro affitti e aumento dei costi nella zona – cementificazione e incentivi al traffico su gomma nella zona. Le molte questioni critiche riguardanti le “Olimpiadi della sostenibilità” sono le stesse che ForestaMi vorrebbe giustamente affrontare con il proprio lavoro. Come sostenuto dal Comitato Insostenibili Olimpiadi, «a Milano le Olimpiadi non faranno altro che stimolare i già preoccupanti processi di privatizzazione, finanziarizzazione e cementificazioni di grande aree pubbliche verdi». Come faranno, perciò, le due iniziative a coesistere nei piani del Comune?
Per quanto riguarda le stime su quanto la piantumazione in zona 90/91 possa nell’effettivo influire positivamente sugli inquinanti dell’aria, l’agronoma e paesaggista Laura Gatti e Stefano Boeri hanno dichiarato che «sono in corso delle modellazioni e che le stime verranno esplicitate a breve». Non ci resta perciò che attendere i numeri.