Prendere il tram a Milano è un modo di sentirsi parte di una comunità e di coltivare un senso civico. L’iniziativa di Louis Vuitton lo racconta con un takeover su due vetture storiche ispirate all’estetica di Murakami
Noi siamo il popolo dei tram di Milano
Noi siamo il popolo dei tram di Milano. Scegliamo la superficie invece delle gallerie sotterranee, perché sui vetri si riflette l’architettura di questa città, che non stanca mai. Siamo il popolo dei tram di Milano perché vogliamo vivere il tragitto, non solo arrivare a destinazione. Ritagli di tempo che diventano parentesi di osservazione, immersi in una comunità che si muove, legge, conversa, studia o lavora.
Siamo il popolo dei tram di Milano e, quando saliamo a bordo, ripensiamo alla nostra vita in città, alla giornata che sta iniziando o che si è appena conclusa. Nel bene e nel male, abbiamo scelto Milano. E Milano ringrazia: si lascia attraversare, da un capo all’altro, in meno di mezz’ora, se usiamo i mezzi pubblici.
Il tram 1: dall’Arco della Pace al Castello Sforzesco, passando per la Torre al Parco
Siamo il popolo dei tram di Milano perché con la linea 1 passiamo per via Vincenzo Monti. La immaginiamo prendere forma tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, con palazzi progettati per una borghesia in espansione, in fuga dal centro storico ormai destinato a diventare un distretto di uffici. Lungo la strada, nei mesi più caldi, i bagolari secolari creano un tunnel verde e quasi fresco.
Sfioriamo Parco Sempione, passando accanto all’Arco della Pace e al Castello Sforzesco. Compare la Torre al Parco, ventuno piani disegnati da Vico Magistretti e Franco Longoni, inaugurata nel 1956. Un volume stretto e alto che si affaccia sul verde: quante volte abbiamo fantasticato di abitare all’ultimo piano, lo sguardo che abbraccia il parco, i tetti e i grattacieli di CityLife.
Il tram 16: dal Duomo a Wagner, passando per i primi “grattacieli” milanesi
Siamo il popolo dei tram di Milano e con il 16 corriamo lungo Corso Magenta fino a Wagner. In piazza Piemonte, lo sguardo si posa su due edifici gemelli – o quasi – del 1923, costruiti in deroga alle norme urbanistiche dell’epoca, che limitavano l’altezza a 28 metri. Da qui, il soprannome un po’ ironico e un po’ fiero di “grattacieli di piazza Piemonte”. Di sera, le finestre illuminate formano costellazioni sospese su più livelli, un mosaico di vite private.
Scendiamo in via Marghera, o torniamo a casa, in De Angeli?
Il tram 14: Brera, Lanza e la Milano della cultura
Siamo il popolo dei tram di Milano perché il 14 tocca Brera, con i suoi cortili nascosti e l’Accademia, i negozi di profumi, il mercato vintage e i mattoni rossi di Santa Maria del Carmine. La vettura svolta in Largo Antonio Greppi: siamo il popolo dei tram che ama lo Strehler – e il viaggio diventa un flusso di coscienza. Chi va in scena stasera? Torna in mente un concerto di Ornella Vanoni. La sua casa, tra Brera e Sempione.
Il tram 5: tra Porta Venezia e Ortica, contando gli alberi di Milano
Il 5 attraversa Porta Venezia e arriva fino al quartiere Ortica, con le sue balere e un’anima popolare che resiste al tempo, per noi, popolo dei tram di Milano. Da piazza Adelaide di Savoia a piazza Ascoli, filari di alberi accompagnano il viaggio, proteggendo i binari dal sole estivo e colorandosi di tinte calde in autunno.
Scegliere il tram significa alzare lo sguardo, notare i nuovi alberi piantati e immaginare una città sempre più verde. Sogniamo Milano Città Giardino, che forse non è un’utopia.
Prendere il tram a Milano non è un sacrificio, né un lusso
Prendere il tram a Milano non è un sacrificio, né un lusso: è un atto di fiducia in una rete che si dimostra efficiente e puntuale, anche a fronte dei ritmi frenetici della città. È un’opportunità per vivere Milano in modo più consapevole, un invito a rallentare e osservare.
Continuiamo a privilegiare il tram per i nostri spostamenti quotidiani. Chi prende il tram a Milano si riconosce in una cultura del trasporto che pone al centro la dimensione collettiva e la sostenibilità ambientale. È un approccio rispettoso dello spazio pubblico, una scelta che privilegia la condivisione e minimizza l’impatto ecologico.
Noi siamo il popolo dei tram di Milano e ci impegniamo a essere più responsabili nella vita di tutti i giorni.

Cenni storici sul tram di Milano: la nascita di una tradizione
La tradizione del tram a Milano affonda le radici nella seconda metà dell’Ottocento, quando i primi convogli trainati dai cavalli iniziarono a solcare le strade meneghine. Se oggi ci sono diciassette linee su un reticolo di circa 170 chilometri, lo si deve a uno sviluppo graduale che ha seguito l’espansione urbana. Sul finire dell’Ottocento, la città cominciò a dotarsi di collegamenti via tram sempre più regolari, allora considerati una punta di diamante della modernità. L’adozione dei tram elettrici nei primi anni del Novecento segnò la fine dell’era dei tram a cavalli e l’avvio di un fervore tecnologico.
In oltre un secolo di evoluzione, la rete tranviaria milanese ha vissuto ampliamenti, ristrutturazioni e ammodernamenti, rispecchiando i cambiamenti nel tessuto urbano. Durante il boom economico degli anni Cinquanta e Sessanta, fu ulteriormente potenziata per servire un numero crescente di cittadini e pendolari. Più di recente, l’introduzione di vetture moderne e l’aggiornamento delle rotaie hanno promosso una strategia di mobilità sostenibile, capace di valorizzare anche un’eredità storica di grande fascino: molti tram storici, soprattutto le celebri “Carrelli” o “Ventotto” (serie 1500), continuano a circolare. La livrea giallo-crema e gli interni in legno ne fanno un simbolo di Milano.
Dati sul trasporto pubblico a Milano
Secondo il report Ecosistema Urbano 2024 de Il Sole 24 Ore, Milano vanta la maggiore offerta di trasporto pubblico in Italia, con linee che coprono oltre 111 km per abitante (un dato ottenuto dividendo il totale dei chilometri percorsi dai mezzi in città per il numero di abitanti). Questa disponibilità riguarda non solo i tram, ma anche metropolitane e autobus, che compongono un sistema integrato e funzionale.
La rete tramviaria di ATM (Azienda Trasporti Milanesi) conta oggi diciassette linee attive per un totale di circa 170 chilometri di binari. Il tram a Milano è un pilastro del trasporto pubblico. Insieme alle cinque linee di metropolitana operative (in attesa dei prolungamenti futuri) e a una capillare rete di autobus, forma un ecosistema di mobilità tra i più apprezzati in Italia per efficienza e capillarità.
I risultati del 2023 – dati pubblicati da ATM
Nel resoconto dei risultati del 2023 pubblicato da ATM, si citano obiettivi come la vittoria della gara per la gestione della metropolitana automatica di Salonicco, e la proroga del contratto di servizio per il Trasporto Pubblico Locale (TPL) di Milano fino al 2026. Nonostante un leggero calo di utenza post-pandemia, la regolarità delle corse ha superato il 96,5% per i mezzi di superficie e il 99,8% per la metropolitana. La soddisfazione media dei cittadini tocca i 7,6 punti su 10, dato che ATM considera un buon risultato, ottenuto malgrado le difficoltà di reperimento di risorse economiche e personale qualificato (conducenti, manutentori).
Dal punto di vista economico, il 2023 si è chiuso con un utile di 0,7 milioni di euro a livello di Gruppo. Le controllate (ad esempio Metro Service, che gestisce la metropolitana di Copenaghen, e Nord Est Trasporti) hanno contribuito alla solidità aziendale. Nella stessa direzione va l’investimento in veicoli a zero emissioni: nel 2023 sono arrivati 74 nuovi autobus elettrici e 103 ibridi, a fronte di 164 autobus diesel dismessi, portando così a 250 il numero di mezzi elettrici in circolazione (circa il 22% della flotta urbana).
L’impegno prosegue nella realizzazione di depositi attrezzati per la ricarica e nella progressiva riconversione elettrica di quelli esistenti. Gli obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) includono la contrattualizzazione di 350 autobus elettrici entro il 31 dicembre 2023: un traguardo già raggiunto in città, che consente di guardare con ottimismo al futuro della mobilità meneghina.

L’iniziativa Louis Vuitton: il Take over di due tram a Milano ispirati all’estetica di Takashi Murakami
Noi siamo il popolo dei tram di Milano, ed è a noi che Louis Vuitton ha voluto parlare in questi giorni, esaltando valori condivisi come l’appartenenza alla comunità e il senso civico che il tram, simbolo di una “buona società” meneghina, rappresenta. Perché anche chi potrebbe permettersi un taxi, sceglie il tram: è una questione di identità, di partecipazione. Ed è proprio in questa visione che si inserisce l’iniziativa promossa dalla Maison francese in collaborazione con ATM.
Louis Vuitton ha decorato due tram storici degli anni Venti con il Monogram Multicolor ispirato all’estetica di Takashi Murakami. Il Tram Louis Vuitton Cinema, avvolto in tonalità blu tipiche delle opere di Murakami, proietta i cortometraggi Superflat Monogram (2003) e Superflat First Love (2009), realizzati dall’artista nei primi anni di collaborazione con la Maison. Il Tram Louis Vuitton Café è invece un caffè letterario dalle sfumature rosa, in cui il caleidoscopico Monogram Multicolor riveste i tavolini e l’arredo, offrendo l’opportunità di degustare specialità tipiche giapponesi tra le vie del centro.
L’appuntamento è in piazza Castello e in piazza Fontana, allestite con pensiline decorate nello stile superflat, dove compare il logo LV Hands creato da Murakami agli inizi degli anni Duemila. A completare l’esperienza, il negozio Louis Vuitton in Galleria Vittorio Emanuele II, dove si può scoprire l’intera collezione Louis Vuitton x Murakami in uno spazio rivisitato graficamente.



Louis Vuitton e Takashi Murakami: il ritorno di una collaborazione ventennale
Questo takeover dei tram milanesi è parte di una più ampia collaborazione tra la Maison francese e l’artista giapponese, che segna un ritorno a vent’anni dalla loro prima iniziativa congiunta. Non è un semplice omaggio nostalgico, ma la volontà di espandere un progetto con oltre 200 nuove creazioni. I primi lanci sono arrivati il 1° gennaio 2025 in Asia e il 3 gennaio 2025 nel resto del mondo, in capitoli che seguiranno durante l’anno, ognuno con motivi e temi specifici.
La collezione Louis Vuitton × Murakami 2025 comprende borse da città, valigeria, piccola pelletteria, cinture, foulard in seta, calzature, occhiali da sole, gioielli e profumi personalizzati. Non si tratta solo di riproporre il Monogram Multicolor dei primi anni 2000, ma di arricchirlo con nuovi personaggi e pattern, grazie a tecnologie di stampa e di produzione più avanzate rispetto a vent’anni fa.
Takashi Murakami: un profilo essenziale, l’approccio Superflat e l’impatto nella moda
Nato a Tokyo nel 1962, Takashi Murakami si è formato in pittura presso la Tokyo National University of Fine Arts and Music. Dagli anni ’90 esplora le intersezioni tra arte tradizionale giapponese, cultura otaku, manga, anime e fantascienza, coniando il termine Superflat. L’estetica bidimensionale di Murakami abbatte le gerarchie tra arte alta e cultura pop, mettendo in relazione iconografie disparate, dalle stampe ukiyo-e ai loghi commerciali.
Il Superflat non è solo una scelta formale, ma una fusione di dimensione estetica e culturale. Murakami non distingue tra “alto” e “basso”: il folklore giapponese, i manga, le mascotte commerciali e i brand di lusso convivono sullo stesso piano. Con l’arrivo di Marc Jacobs da Louis Vuitton, questa poetica ha trovato una sponda ideale nella moda occidentale, portando alla nascita di collezioni che reinterpretano il Monogram in chiave pop.

Murakami–Louis Vuitton: una collaborazione storica e la sua eredità
La prima ondata di progetti Murakami–Louis Vuitton, tra il 2003 e il 2009, cambiò radicalmente il concetto di “arte applicata alla moda”. Borse iconiche come la Speedy o la Keepall diventarono tele per sperimentazioni cromatiche e figurative. Il Monogram Multicolor si impose come un simbolo di quel periodo, attirando un pubblico più giovane e globale.
La collaborazione del 2025 si articolerà in tre capitoli. Il primo, a gennaio, vede il ritorno del Monogram Multicolor insieme ad alcuni motivi storici; il secondo, a marzo, proporrà il tema Cherry Blossom, simbolo della primavera giapponese; il terzo, attorno a metà anno, espanderà ulteriormente l’universo narrativo.
La strategia prevede iniziative immersive in tutto il mondo: vetrine animate, pop-up store, attivazioni urbane e eventi speciali. Dopo i tram di Milano decorati con il Monogram Multicolor, a Roma, presso il Cinema Spazio Etoile, saranno proiettati i cortometraggi anime di Murakami realizzati più di vent’anni fa, tra cui Superflat Monogram e Superflat First Love.
Zendaya è il volto della campagna Murakami–Louis Vuitton
Il volto scelto per la campagna globale, è Zendaya. Gli scatti di Inez e Vinoodh la ritraggono in scenografie urbane animate da fiori, personaggi Superflat e il Superflat Panda, che interagiscono con lei in un gioco di livelli visivi, estendendo l’immagine fotografica in un campo “espanso”.
Matteo Mammoli
Il pubblico può contattare il servizio clienti o il sito Louis Vuitton per essere invitato a bordo dei due tram.
