La nuova alleanza tra Sea Beyond e Coral Gardeners introduce vivai sottomarini e reimpianti di coralli termoresistenti come modello di restauro delle scogliere tropicali
Sbiancamento globale: cosa significa? L’84% delle barriere coralline ne è stato colpito. Sea Beyond e Coral Gardeners per la difesa delle barriere coralline
Secondo un monitoraggio dell’Ufficio nazionale per l’atmosfera e gli oceani degli Stati Uniti (NOAA), tra il 2023 e il 2024, l’84% delle barriere coralline del pianeta è stato colpito da episodi di sbiancamento legati a stress termici prolungati. I coralli perdono le alghe simbionti che li alimentano a causa del calore eccessivo, diventando bianchi e vulnerabili alla morte. In molte aree del Pacifico e dei Caraibi il fenomeno ha raggiunto livelli mai registrati prima. Le barriere coralline, spesso paragonate a “foreste pluviali sottomarine”, offrono habitat al 25% delle specie marine conosciute e protezione costiera a milioni di persone.
L’acidificazione delle acque, la pesca intensiva, l’inquinamento da plastica e il riscaldamento globale stanno compromettendo gli ecosistemi marini. Secondo l’Onu, più di un terzo delle risorse ittiche è sfruttato oltre i limiti biologici sostenibili. Le comunità costiere dipendono direttamente dal mare per cibo e reddito.
Durante la Conferenza delle Nazioni Unite sull’Oceano, Sea Beyond ha annunciato una nuova collaborazione con Coral Gardeners, un’organizzazione no-profit che lavora per il ripristino attivo delle barriere coralline tramite la coltivazione e il reimpianto di coralli resistenti al cambiamento climatico. Questo sostegno non è solo economico, ma anche culturale: Sea Beyond porta il tema dei coralli dentro scuole, mostre, documentari e workshop pubblici, come il laboratorio Marine Wonders: Preserving Corals for the Future of the Ocean, che sensibilizza adulti e giovani sul ruolo dei coralli per la biodiversità e la stabilità del pianeta.

Overtourism: la biodiversità come vittima invisibile. Il caso di Venezia
A minacciare ulteriormente gli ecosistemi marini e le barriere coralline è l’overtourism. L’aumento incontrollato del turismo in aree costiere e insulari sta generando un impatto spesso sottovalutato. Come denuncia l’associazione Marevivo, “la biodiversità marina è la prima vittima dell’overtourism”. Il traffico marittimo, lo sviluppo edilizio sulle coste, l’inquinamento da plastica e prodotti solari, la presenza massiva nei fondali, tutto contribuisce alla distruzione di questi habitat. Zone protette diventano attrazioni, la fauna selvatica viene disturbata, le risorse locali si esauriscono.
Questo modello turistico predatorio, stagionale e iper-commerciale è oggi al centro dell’attenzione. Un riferimento è Venezia. La città e la laguna sono compromesse dal punto di vista della salute ecologica e la capacità di rigenerarsi. Il traffico acqueo intensivo, dovuto a vaporetti, motoscafi, taxi e (fino a poco fa) grandi navi, provoca erosione dei fondali e delle barene. A ciò si aggiunge l’inquinamento da rifiuti, scarichi e microplastiche, oltre al crescente consumo di risorse legato all’attività turistica (energia, acqua, trasporti). L’effetto combinato è una laguna sempre meno resiliente al cambiamento climatico, più salina, più calda, meno vitale.
Negli ultimi cento anni, la superficie delle barene è diminuita di oltre il 70%, compromettendo la biodiversità animale e vegetale che ospitano. Secondo uno studio del CNR, entro il 2050, l’80% delle morfologie lagunari sarà classificato come vulnerabile, con una perdita stimata di 34 km² di aree tra 0 e 50 cm sopra il livello del mare. Le barene non solo offrono habitat per numerose specie, ma agiscono anche come riserve di carbonio blu, sequestrando carbonio a un tasso che può superare fino a 50 volte quello delle foreste terrestri. La loro degradazione, quindi, non solo minaccia la biodiversità locale, ma riduce anche la capacità dell’ecosistema di mitigare i cambiamenti climatici.

Ocean Literacy Centre di Sea Beyond sull’isola di San Servolo a Venezia
Nel panorama della laguna veneta è nato il Sea Beyond Ocean Literacy Centre, inaugurato il 3 aprile 2025 sull’isola di San Servolo a Venezia, rappresenta il primo centro permanente in Italia dedicato all’educazione all’oceano. Nato dalla collaborazione tra il Gruppo Prada e la Commissione Oceanografica Intergovernativa dell’Unesco. Il centro è stato co-progettato con lo studio CRA – Carlo Ratti Associati che ha curato l’architettura e l’allestimento.
Situato in un polo culturale che ospita istituzioni come la Venice International University e il Neuroscience School of Advanced Studies, il centro offre un luogo dinamico per approfondire la conoscenza dell’oceano e sensibilizzare sul suo ruolo fondamentale per la vita sulla Terra. Accessibile gratuitamente su prenotazione, il centro propone attività rivolte a studenti di ogni grado, comunità locali, ricercatori, cittadini e turisti. Tra queste, percorsi educativi multisensoriali, laboratori creativi e scientifici interattivi, conferenze e dibattiti, con l’obiettivo di promuovere la consapevolezza sulla necessità della conservazione degli oceani e sulle pratiche di sostenibilità.
Prada Re-Nylon e Sea Beyond in collaborazione con il National Geographic
Il progetto Prada Re-Nylon, avviato nel 2019, rappresenta un’iniziativa del Gruppo Prada per trasformare il proprio tessuto in un materiale sostenibile. Utilizzando Econyl, un nylon rigenerato ottenuto da rifiuti plastici come reti da pesca e tappeti dismessi, Prada ha ridefinito la produzione dei suoi articoli in nylon, con l’obiettivo di utilizzare esclusivamente materiali riciclati entro il 2021. E da luglio 2023, l’1% dei proventi della Collezione Prada Re-Nylon for Sea Beyond è destinato a beneficio del programma educativo.
Nell’ambito del progetto educativo Sea Beyond e in National Geographic Creative Works, Prada Re-Nylon ha realizzato una serie di documentari che esplorano le sfide ambientali legate agli ecosistemi marini e le possibili soluzioni. La terza edizione della serie, lanciata nel 2025, comprende quattro episodi girati in diverse regioni del mondo. Nel primoBenedict Cumberbatch visita l’arcipelago delle Lofoten, in Norvegia, per esaminare il problema dell’inquinamento da plastica nell’Artico. Nel secondo episodio a Bodø, Norvegia, si analizza l’impatto del rumore antropico sugli ambienti marini. Nel terzo video della serie, Sadie Sink esplora La Paz, in Messico, per studiare lo squalo balena e le minacce al suo habitat. E nel quarto e ultimo video si indaga sulla “Great Kelp Highway” lungo le coste del Pacifico americano, evidenziando il grande impatto delle foreste di kelp per la biodiversità marina.

L’oceano di progetti di Sea Beyond: dalla partnership con Bibliothèques Sans Frontières all’Asilo della laguna
Il programma Sea Beyond ha ampliato le sue iniziative educative con progetti mirati a coinvolgere diverse fasce d’età e comunità. Tra queste la partnership con Bibliothèques Sans Frontières (BSF), lanciata nel gennaio 2024. Questa collaborazione ha portato alla creazione della Sea Beyond Ideas Box, un centro multimediale mobile di oltre 100 metri quadrati, progettato da Philippe Starck. Dotata di connessione internet, tablet, laptop, oltre 250 libri e giochi, la Ideas Box è stata donata a FOQUS – Fondazione Quartieri Spagnoli a Napoli, con l’obiettivo di facilitare l’accesso all’educazione oceanica per bambini e giovani in comunità vulnerabili. Un’altra iniziativa è il “Kindergarten of the Lagoon”, avviato nel gennaio 2023 sull’isola di Torcello a Venezia. Il progetto si basa sui principi dell’educazione all’aperto e mira a creare un legame tra i bambini in età prescolare e l’ecosistema lagunare.
Attraverso attività esperienziali, i bambini imparano a conoscere la laguna e le sfide ambientali che affronta. Entrambi i progetti riflettono l’impegno di Sea Beyond nel promuovere la consapevolezza ambientale e l’educazione all’oceano, adattando le sue iniziative alle esigenze specifiche delle diverse comunità e fasce d’età.Inoltre grazie a contenuti didattici in realtà virtuale e l’app A World, piattaforma ufficiale selezionata dalle Nazioni Unite per vivere in modo più sostenibile, il Gruppo Prada ha formato i suoi oltre 14.000 dipendenti in tutto il mondo sui principi dell’educazione alla conservazione degli oceani.
Valentina Gottlieb goodwill ambassador di Sea Beyond, Prada Group al Tech.Emotion Summit
«Sea Beyond dimostra concretamente cosa possono realizzare insieme pubblico e privato» – afferma Valentina Gottlieb intervenendo a Tech.Emotion, il summit promosso da Emotion Network in collaborazione con Corriere della Sera, tenutosi alla Triennale di Milano il 28 e 29 maggio. «È un ecosistema in continua trasformazione, che si arricchisce di nuove iniziative, visioni, competenze. Nel mio ruolo di goodwill ambassador ho avuto il privilegio, negli ultimi anni, non solo di rappresentarne i valori, ma anche di ascoltare e raccogliere le istanze delle nuove generazioni. Il mio percorso nasce dalla comunicazione, dall’organizzazione di eventi e dall’imprenditorialità, ma Sea Beyond è un progetto corale: con me collaborano oceanografi, ricercatori, fotografi e creativi. È proprio questa pluralità di sguardi a renderlo un modello autenticamente multidisciplinare, capace di adattarsi e di evolvere con obiettivi sempre diversi».
Lo sguardo è rivolto a una sostenibilità che sia cultura diffusa, accessibile e trasversale. «Sea Beyond crea connessioni tra generazioni, ambiti professionali e visioni. Non è un semplice progetto, è un organismo vivo, che trasforma la sostenibilità da traguardo a pratica quotidiana condivisa – conclude Gottlieb –. Vi lancio una sfida: fate della vostra voce, della vostra energia e della vostra immaginazione strumenti di armonia».
Domiziana Montello
